Mario Rosa ha insistito più sul tema della devozione piuttosto che sulla religiosità popolare, cioè più sui modi in cui si manifesta la religione popolare, prendendo ad esempio due modelli forti quali la via crucis e il rosario. In un avvincente excursus il professore ha fatto notare come i due livelli individuati nella pratica della devozione, vale a dire quello propriamente popolare e quella medio alto (del clero, ma non solo) non necessariamente siano sempre gerarchicamente influenzati. Può succedere infatti che sia la genesi che le innovazioni e le mutazioni del rito siano anticipate dalla devozione popolare, così come possono essere dettate dalla gerarchia religiosa o da grandi personaggi. D’altra parte può capitare che la gerarchia abbia combattuto e combatta duramente certe forme di devozione popolare. La devozione religiosa si riformula e si sostanzia sia dal basso all’alto sia viceversa.
Sabato 24 maggio in Sala Tamagni alle 17.30 secondo appuntamento con Michele Ciliberto e Giacomo Marramao. Protagonista della serata il “gran nolano”, bruciato a Roma in Campo dei Fiori il 17 febbraio 1600 per eresia, Giordano Bruno, al quale Ciliberto ha dedicato innumerevoli studi, l’ultimo dei quali (oggetto della serata) dal titolo “Giordano Bruno. Il teatro della vita”
Una foto dell’incontro con Mario Rosa
