XIV edizione (2007)

C.I.S.Re.Co.
Comune di San Gimignano
A.S.Fe.R.
Regione Toscana - Progetto PORTO FRANCO

 

XIV International Summer School on Religions in Europe

San Gimignano / Sala Tamagni
25 - 29 agosto 2007


BABELE E DINTORNI.
Fra catastrofismi e nuovi percorsi di senso



Con il patrocinio di:

- Fondazione Monte dei Paschi di Siena
- Dipartimento di Studi Sociali Università di Firenze
- Facoltà di Lettere Università di Siena
- UAM – Università Autonoma Metropolitana di Città di Messico
- Cattedra “Ernesto De Martino”
- Istituto Italiano di Cultuta (Messico)
- Religioni e Società
- AIS - Associazione Italiana di Sociologia / Sezione di Sociologia della Religione


Presentazione
A cura di Arnaldo Nesti, Andrea Spini, Enzo Segre Malagoli, Pino Lucà Trombetta

Il termine globalizzazione evoca l’idea di una sfida decisiva per le nostre economie, di un pericolo per l’integrità della cultura e dei valori. Sia che si ritenga che essa porti all’omogeneizzazione e alla “mcdonaldizzazione” del mondo, sia che, all’opposto, si ritenga che essa accentui le differenze e i conflitti, “globalizzazione” è diventato, nel senso comune e in molta letteratura, sinonimo della Babele contemporanea: della confusione dei linguaggi che ha messo in crisi consolidati equilibri materiali e simbolici.
Eravamo abituati a concepire le identità come strutture relativamente solide, in grado di reprimere ciò che le contraddiceva e di imporre un ordine gerarchico; a rapportarci con un’immagine di noi stessi duratura, cui corrispondeva una relativa stabilità degli assetti sociali e dei ruoli personali. Tutto ciò appare minacciato dalla comunicazione globale, supportata dai nuovi media, che ci immerge in una simultaneità di mondi paralleli, reali e simulati, nei quali sempre più esprimiamo aspetti importanti della vita, a volte in contraddizione fra loro. All’identità tradizionale, se ne sostituiscono quindi altre, più morbide, flessibili e meticce, costruite in un ambiente sociale caratterizzato, anch’esso, da mutamenti accelerati, nel quale tutto sembra intercambiabile e relativo. Di fronte a tutto ciò è facile indulgere a prospettive che, esaltando gli inevitabili elementi di dispersione e disagio, annunciano calamità imminenti, siano esse economiche, ambientali, morali o religiose.
E tuttavia, la sfida che la globalizzazione ci pone è di non accontentarci di tracciare la cartografia della dispersione e di trovare un senso all’interno del pluralismo, di stabilire mitologie fondanti nel relativismo dei valori, di inventare identità personali e collettive, in grado di fornire energie ideali. Identità che non siano il ripristino, impossibile e pericoloso, delle rigidità precedenti né la semplice accettazione anomica del pluralismo. Si potrebbe anche dire che la definizione della condizione attuale come una “Babele” insensata corrisponda alla difficoltà di compiere il salto epistemologico, di trovare la giusta angolatura che permetta di leggerla in positivo. Da questo punto di vista le visioni catastrofiche appaiono più come interessanti oggetti d’analisi genealogica, che strumenti utili per comprendere la contemporaneità.

La Summer School 2007 affronta questi temi ponendo al centro la questione delle identità: siano esse religiose in senso tradizionale oppure riferite, più genericamente, alla dimensione spirituale e simbolica. Nel far ciò, presta attenzione al ruolo dei nuovi media (computer, internet, tecnologie digitali) nel mettere in crisi i tradizionali assetti e nel porre le basi tecnologiche e comunicative su cui costruirne di nuovi. Lascia invece sullo sfondo i temi dell’economia, della politica e dei rapporti di potere internazionali, pur decisivi nel definire gli equilibri emergenti. Vuole quindi essere un’occasione di riflessione sul disagio contemporaneo, ma anche sulle strategie di integrazione di senso rese possibili dagli stessi fattori che ne sono all’origine.


INFO & CREDITS

Modalità di partecipazione


La domanda di iscrizione deve pervenire entro il 15 agosto 2007 indirizzata a:
Giuseppe Picone Segreteria CISRECO
C.P. 11 – 53037 SAN GIMIGNANO (SI)
Tel.: 0577 906102 (Lun-Ven ore 9.00 – 13.00) Fax 0577 990358
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La partecipazione è gratuita. Per chi è interessato, versando un importo di € 350,00, sarà possibile partecipare ai lavori della Summer School e assistere alle proiezioni cinematografiche previste nel programma a prezzo scontato: nella cifra sono compresi vitto e alloggio per l'intera durata dei lavori.
A causa del numero limitato di posti si invita ad iscriversi entro il 31 luglio c.a.
Si ha diritto all'iscrizione a questa particolare formula, dopo il versamento di un acconto di € 150,00 da effettuare tramite bonifico bancario sulla Banca Monte dei Paschi di Siena – Ag. San Gimignano - ABI 1030 CAB 7200 Intestato a CISRECO n. 5441.43.

L’attestato di partecipazione alla Summer School è valido ai fini dell’aggiornamento per insegnanti.

Per informazioni su alberghi, affittacamere, agriturismo:
Associazione Pro Loco Tel.: 0577 940008. E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Informazioni Generali

Segreteria CISRECO Giuseppe Picone
C.P. 11 – 53037 SAN GIMIGNANO (SI)
Tel.: 0577 906102 (Lun-Ven ore 9.00 – 13.00) Fax 0577 990358
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito Internet: www.asfer.it

Comune di San Gimignano
Tel.: 0577 9901

Clicca qui per scaricare il programma in versione PDF.

Clicca qui se vuoi scaricare il video, realizzato da Lorenzo Moretti, che presenta questa edizione della Summer School!


ABSTRACT

Francesca Brezzi - Femminismi e pluralismo culturale, filosofia e teologia a confronto.
Si inizierà con una breve premessa sull’importanza dell’irruzione del femminismo in filosofia e teologia negli anni ‘60, che consente oggi, circa un quarantennio dopo, di cogliere senza fatica quanto il cammino percorso sia stato qualitativamente e quantitativamente di crescita: il grande sviluppo di ricerche in contesti disciplinari molto diversificati, ha mostrato l'emergere di un continente da troppo tempo sommerso, continente o altopiano molto frastagliato, caratterizzato da tante regioni unite da affinità diversamente relazionate, sì da poter parlare di femminismi, o più suggestivamente de “il prisma dell'appartenenza sessuale”, come lo definisce la studiosa americana Susan Moller Okin.
Entrando nel merito del tema scelto - lasciando sullo sfondo la questione di quanto la problematica ‘donne e religioni’, pur formulata in termini così generali e generici, riveli immediatamente una complessità, di più una cifra di aporeticità, ma insieme di grande rilevanza sia teoretica che pratica - mi propongo di cogliere alcuni nodi del percorso filosofico e teologico femminista, nodi comuni perché ritengo che sussista un parallelismo tra l’ elaborazione filosofica e quella teologica, dal momento che non è possibile considerare la riflessione religiosa della donna senza valutare anche la ricerca sulla presenza, l’importanza, la visibilità della donna nella cultura e nella società. Intreccio o parallelismo che più volte ho descritto sotto il segno della sfida e dell’inquietudine. In particolare mi soffermerò su tre questioni, presenti nelle speculazioni dei nostri giorni - nell’epoca della crisi, del decostruzionismo, ma anche della globalizzazione, cioè dell’ascolto e del dialogo- itinerari che invitano a pensare ulteriormente, evidenziando la fecondità dell’ incontro tra culture diverse: il nuovo immaginario femminile, il Dio relazionale, l’ ospitalità e l’accoglienza ovvero il dialogo interreligioso.


Paolo Corvo - Il consumo delle identità nell’individuo globalizzato
Gli individui si adattano a fatica alle continue trasformazioni della società contemporanea e tendono ad assumere identità diverse e frammentate: in particolare le difficoltà relazionali, accentuate dalla ridondanza dei mezzi di comunicazione, vengono affrontate talvolta assumendo identità devianti e dipendenti dal consumo di sostanze stupefacenti, droghe, alcol o psicofarmaci (soprattutto durante il fine settimana), talvolta creando identità completamente virtuali (per es. entrando nel mondo parallelo di Second Life). Sembra che sia diventato quasi impossibile relazionarsi nella normale quotidianità, per un effetto Babele che investe innanzitutto i singoli soggetti (alle prese con mille identità, che si annullano vicendevolmente) prima ancora di influenzare l’interazione sociale. Gli interessi economici e le convenienze politiche paiono rafforzare queste dinamiche.
Peraltro il panorama diventa meno inquietante quando l’identità dei soggetti trae sostanza dall’autentica esperienza umana, che consta del riconoscimento della propria fragilità, dell’esperienza del dolore, del desiderio di felicità. Sembra concretizzarsi nel vissuto etico delle persone e nella capacità di empatia la possibilità di creare nuovi percorsi di senso, con il linguaggio unificante di una comune umanità solidale.


Fabio Dei - Per Mary Douglas: simboli naturali e corpo sociale nell’epoca della globalizzazione
La grande antropologa britannica scomparsa nel maggio 2007 ha dedicato l’intera carriera alla esplorazione dei rapporti fra i sistemi simbolici e l’ordine sociale. Una particolare attenzione Mary Douglas ha dedicato al simbolismo legato al corpo; la sua opera rappresenta una straordinaria (e forse ancor oggi insuperata) griglia di lettura degli usi sociali del corpo, dei sistemi classificatori ad esso legati e delle tecniche che ne regolano la presentazione pubblica nelle diverse culture. L’approccio di Douglas è dominato dalla tensione fra un radicale relativismo semantico, secondo il quale i significati simbolici si intendono solo all’interno di un particolare e specifico contesto socio-culturale, e un’aspirazione comparativa e universalista a cogliere i pochi grandi principi che governano i rapporti tra la configurazione dei simboli e i sistemi sociali: ad esempio, quelle che chiama regola della “distanza dall’origine fisiologica” e .”regola della purezza”.
Maturato nel clima strutturalista degli anni ’60, l’approccio teorico di Mary Douglas si fonda su un presupposto raramente messo in discussione: la compattezza e separatezza dei contesti socio-culturali di riferimento. Il suo punto di vista è lo stesso che Lévi-Strauss esprimeva con grande efficacia affermando che la comune umanità degli esseri umani si realizza solo all’interno di culture tradizionali diverse le une dalle altre. Così, le unità di analisi del simbolismo corporeo sono sistemi sociali e culturali discreti ed autonomi: ed è proprio la compattezza dei sistemi che consente di trattare, poniamo, il grado di controllo sociale e la rigidità classificatoria come variabili correlate. Cosa ne è del suo modello quando questo presupposto viene meno, come accade nella “Babele contemporanea” di cui tratta il convegno? E’ ancora possibile leggere attraverso lo schema grid-group la diffusione di concezioni, simboli e pratiche riguardanti il corpo nella cultura di massa contemporanea, caratterizzata dalla diffusione globale, dalla frammentazione dei sistemi tradizionali, dalla costante ibridazione e intreccio di codici? La cultura di massa trans-culturale apre forse la strada a quel simbolismo universale e pan-umano che Douglas dichiarava “necessariamente impossibile”? Oppure ci costringe a pensare le differenze secondo nuovi e più complessi modelli teorici? La stessa autrice si avvicinava a questi problemi nelle sue opere più recenti, ad esempio attraverso lo studio della percezione del rischio nella contemporaneità e di culture di mutamento come quella ecologista. Questo intervento cerca di connettere l’eredità teorica di Mary Douglas con l’analisi di alcune forme dell’immaginario mediatico riguardante il corpo.


Antonino Drago - L’identità religiosa e l’identità scientifica. Mondo delle religioni come Babele decadente? La scienza come la più complessa Babele della storia umana?
Secondo il giudizio razionalistico, dominante da un secolo, di una identità religiosa decadente, il gruppo sociale degli scienziati dovrebbe essere il più areligioso. Si riportano i dati di una recente indagine sulla religiosità degli scienziati USA. In effetti la percentuale degli areligiosi è alta. Ma in questo gruppo la maggior parte è alla ricerca di una spiritualità, secondo tendenze molto varie. Il che indirizzerebbe il giudizio sul complesso delle religioni a sottolineare non tanto una decadenza storica con crollo imminente, quanto la differenza estrema dei loro linguaggi, tanto da presentarle come una Babele.
Viceversa, la evoluzione della costruzione più imponente ed autorevole della ragione umana, la scienza moderna, ha presentato direzioni culturali e linguaggi sempre più differenti; tanto che può essere vista come costruzione di una torre di Babele. La scienza contemporanea può essere caratterizzata da una così elevata specializzazione da aver creato molteplici linguaggi specifici per le varie scienze e le varie teorie. Non essendoci la capacità di dominare tutto il panorama delle scienze, ed essendoci invece una incommensurabilità tra le varie teorie scientifiche, la varietà dei linguaggi mette in crisi la identità della scienza e degli scienziati, fino a creare una intrinseca confusione. Si pone pertanto il problema della ricerca di una nuova identità della scienza, premessa indispensabile per trovare il modo di conciliare la cultura scientifica con la cultura umanistica.


Annamaria Fantauzzi - Corpi immaginati, corpi parlanti. La rappresentazione del sé attraverso “l’altro” tra simboli religiosi e stereotipi culturali della donna maghrebina nel processo di immigrazione.
Il corpo è concepito antropologicamente come un organo di comunicazione di valori sia individuali che collettivi (Douglas, Bourdieu, Mauss). Questo è ancor più vero per un individuo immigrato, che incarna, per la società di accoglienza, “l’altro” per eccellenza, un corpo che lavora, privo di emozioni e di percezioni (Sayad). Nella nostra società, per antonomasia multietnica, dove vive una numerosa comunità musulmana soprattutto maghrebina, gli stereotipi mediatici e l’opinione comune tendono a reificare il corpo del migrante, creando un’identità monolitica e omologante, per cui la donna musulmana viene tradizionalmente rappresentata come velata e sottomessa al dominio dell’uomo -generalmente barbuto e in jellaba- e ai dettami della religione islamica, sovente connotata come religione del terrore (Rivera, Said). L’immigrato musulmano, sia esso pakistano o marocchino, diventa, così, un “corpo incorporato”, in un’immagine imposta e costruita di una finta (dal latino fingere = costruire) identità. Riflettendo su alcuni simboli (religiosi o culturali?), principalmente sul velo islamico (niqab o hijab), si tenderà a decostruire questa visione, soffermandosi su due, differenti prospettive: un simbolo religioso che diventa, per le seconde generazioni soprattutto, marchio di un’identità culturale rivendicata nel contesto di immigrazione (le adolescenti che tendono a ri-mettere il velo, quando le più anziane cercano vie di emancipazione e di integrazione nella società di accoglienza); la rivalutazione di un’identità nascosta sotto un corpo che viene mantenuto e trattato con cura (hammam, pulizia, tolettatura), perché espressione di un linguaggio intimo ed autentico (Chebel, Mernissi), tipicamente femminile, che scardina quell’identità immaginata e costruita dallo stereotipo comune sulla donna musulmana nel contesto di immigrazione.


Leo Lestingi - L’identità e l’”altro”. La dialettica fra universalità e particolarità nel dialogo fra religioni e culture
Nell’intervento si intende mettere in luce come la dimensione universale, propria della religione, si dia da sempre nella particolarità di un determinato orizzonte culturale e, nel contempo, coincida con la tensione che porta tale orizzonte ad un suo continuo autotrascendimento. E’ proprio questa dialettica che rende possibile, anche se problematico, l’incontro fra le religioni, dando luogo al conflitto fra le particolarità religiose in lotta fra di loro per affermare la propria verità; ma solo l’esplicitarsi dell’universalismo della religione permetterebbe l’apertura di una prospettiva capace di comprendere le verità “altre”. In questo modo, tuttavia, si accetta di essere ricompresi dalla verità dell’altro e si riconosce che l’incontro con la verità “altra” è essenziale per la costituzione della propria identità.


Adriana Guzmàn - Modo de ser del cuerpo. Antropologia de un devenir.
El cuerpo es algo que no se comprueba,
Sino que se construye.(Gantheret)

Ineludible; nodo de la experiencia; el cuerpo, invariablemente, ha estado en el centro de toda configuración social y su reflexión ha ocupado lugares vitales en la construcción de los saberes del mundo.
Inevitable, el cuerpo es una construcción y la forma en la que se experimenta depende siempre de los modos en los que cada cultura lo conceptualiza –explícitamente o no, conscientemente o no— por sí solo y en correspondencia con el entorno en el que una comunidad se desarrolla.
En momentos claves de la historia de occidente se han establecidos parámetros que han sido contundentes para estructurar las visiones, y por ende la experiencia del cuerpo, muchos de los cuales nos llegan hasta la actualidad: así, el cuerpo de la Antigüedad Clásica, aún cuando hoy en día se utilice como parámetro estético, está muy lejos de parecerse al nuestro pues la Edad Media disolvió su unidad, en boca de San Agustín, dividiéndolo en cuerpo y alma –priorizando al alma y estableciendo que el cuerpo es la marca y origen del mal--, binomio que la institución religiosa católica ha mantenido y que se ha complejizado aún más por las determinantes de la ciencia, ahora en boca de Descartes, quien además lo ha dividido en cuerpo y mente –priorizando la mente y concibiendo al cuerpo como máquina— y, por supuesto, las artes, sobre todo desde el Renacimiento, han convertido en ideal al desnudo que ya nada tiene que ver con la desnudez de los cuerpos cotidianos.
Lo anterior son algunos de los temas que se desarrollarán en el presente trabajo en el que, a través de palabras y de imágenes representativas se observará cómo se ha construido el cuerpo hasta la actualidad. Cuál es el cuerpo que tenemos hoy, cómo se ha configurado, cómo se confronta con otras visiones del cuerpo: cuáles son las premisas, cómo han sido elaboradas, en qué se sustentan, a qué época pertenecen, por qué se establecieron así, cómo llegan hasta nosotros, cómo se confrontan con otras visiones que, en estos momentos de extremo intercambio cultural, vorágine de circulación de saberes que se deslizan, chocan, se matizan, se enfrentan, se asimilan, se destruyen… ¿Cuál es el cuerpo que tenemos hoy?
Para el desarrollo de trabajo se presentarán y explicarán imágenes como las siguientes:
1) Integración del hombre en el orden de la creación divina.(Hildegarda de Bingen, Liber Divinorum Operum, s. XIII).2) Forma en la que la rueda de los planetas imprime al alma siete sellos diabólicos.
(Georg Gichtel, Theosophia practica, 1696).
3) Correlación de microcosmos y macrocosmos.
(A. Kircher, Mundus subterreaneus, 1682).
4) Los doce signos del zodiaco y las partes corporales que señorean.
(Manuscrito hebreo, s. XIV).
5) Cosmovisión mesoamericana del cuerpo.
(“Manuscrito mexicano en la Biblioteca del Vaticano”, Códice Kingsborough).


Gustavo López Ángel - Conformacionde la identitad religiosa en contextos migratorios adversos:¿Practicas diasporicas o transnacionales?
El objetivo de mi ponencia es profundizar el análisis del fenómeno religioso en contextos transnacionales integrando dos elementos centrales: la diversidad religiosa y la condición migratoria. Planteando a las creencias religiosas como elemento orientador del sentido de vida de los actores en su vida cotidiana, sin supeditarlas totalmente a los ámbitos institucionales o subalternos donde se adquieren, renuevan y practican. Tomando distancia de posturas que solo se abocan al determinismo de la organización institucional de las iglesias sobre la conformación de la identidad.
Los efectos de la política migratoria norteamericana dejan sentir su peso en las diversas dimensiones de la vida social en las sociedades receptoras y emisoras. El cierre y militarización de la frontera conforma la parte adversa expresada en muertes y accidentes al incursionar los migrantes por rutas no vigiladas y al mismo tiempo más peligrosas. Sin subestimar los costos en vidas humanas; mi interés es abordar los efectos culturales y sociales de los contextos migratorios adversos; en particular en la sociedad receptora: los Estados Unidos de Norteamérica.
El retorno periódico de los migrantes se va reduciendo en el caso de los migrantes indocumentados haciendo laxos los contactos con las comunidades de origen. Este fenómeno crea las condiciones para la innovación y surgimiento de prácticas por parte de los miembros de las diversas confesiones religiosas. Ante el debilitamiento de los circuitos migratorios las diversas confesiones religiosas se ven inmersas en la conformación y reformulación de los espacios sociales y culturales en las sociedades de destino. Una readecuación del hogar imaginario se esta llevando a cabo en diversos puntos de los Estados Unidos. Lo cual ha implicado el surgimiento de arenas de conflicto con otras generaciones de migrantes, y al mismo tiempo una diferenciación con las prácticas e instituciones de sus sociedades de origen.
Las identidades regionales, locales, étnicas y religiosas buscan establecer su presencia en las sociedades receptoras a través de un conjunto de símbolos religiosos y agentes pastorales: las imágenes de los santos patrón@s, los pastores de las diferentes denominaciones protestantes son apenas una parte del iceber cultural que surge en las sociedades receptoras; sumándose el reclamo de recibir el servicio religioso en su lengua materna. En ese contexto la hegemonía de los santos patronos, vírgenes y pastores locales se ve cuestionada por la llegada de nuevos símbolos religiosos; los cuales también han migrado más allá de sus sociedades de origen; abandonando los espacios domésticos de los migrantes y pugnando por su ingreso a los espacios institucionales. Una apropiación y acondicionamiento del paisaje cultural se esta llevando a cabo, por parte de los elementos mas comprometidos de las diversas confesiones religiosas.
Las confesiones religiosas protestantes han desarrollado otras estrategias de reformulación del hogar imaginario. Ante la imposibilidad del retorno, por sus altos costos materiales, sociales y en vidas humanas, los feligreses se ven compelidos a la construcción de templos y/o espacios; este proceso de institucionalización reclama la presencia de profesionales responsables del servicio religioso (pastores del mismo origen étnico o local).
Estas dinámicas socioculturales implican un replanteamiento de algunos conceptos construidos en el campo de los estudios transnacionales en particular las relacionadas con las definiciones de un espacio social anclado en las sociedades de origen. El excesivo peso otorgado a las comunidades de origen se topa con estas nuevas realidades sociales y culturales: la construcción de prácticas e instituciones por parte de los migrantes indocumentados expresa un proceso de consolidación de diásporas.
Algunos conceptos generados en los estudios transnacionales fueron una forma de conceptualizar un espacio caracterizado por una dinámica de transformaciones sociales, económicas, culturales y políticas cuyo principal detonador era y había sido la migración. Contribuyendo a una mejor comprensión del papel jugado por los actores sociales en la estructuración de prácticas que modifican las relaciones sociales y culturales. Las prácticas religiosas aparecen como principal mecanismo de cohesión. Sin embargo ésta reflexión correspondía a un diferente contexto histórico frente al actual. Nociones como desterritorialización aludían a una reproducción cultural automática del arsenal cultural de los migrantes. La cohesión entre los diversos puntos de destino y la comunidad de origen se sustentaban en la hegemonía territorial y religiosa de ésta última.


Enzo Pace - Come un sol uomo. Religione e globalizzazione: politiche d’identità e politiche della memoria.
Le grandi religioni mondiali hanno accumulato storicamente, in quanto tali, un capitale simbolico composto, da un lato, dalla virtù dell’improvvisazione (le origini) e, dall’altro, dalla capacità di comunicare con culture diverse rispetto a quella originaria. Da questo punto di vista esse possono essere comparate ad un compasso: il punto generatore è la punta del compasso, mentre i cerchi sempre più ampi, che esso traccia sul mappamondo della storia umana, corrispondono alle specifiche diverse culture dove un messaggio religioso cerca di diffondersi.
Le grandi religioni mondiali, come ci ha insegnato Max Weber, si sono misurate nel corso del tempo con il mondo, man mano che esse hanno abbandonato il terreno elettivo d’origine e si sono inculturate seguendo l’originario impulso che le animava, dividendosi fra religioni di redenzione e religioni di riscatto. Le religioni-mondo, perciò, non sono certamente un fenomeno nuovo nella storia dell’umanità.
La globalizzazione, invece, può essere interpretata come un evento nuovo per le stesse religioni mondiali dal momento che la dilatazione del tempo e dello spazio non è più direttamente da esse controllata, ma è subita per tre motivi:
a) la difficoltà crescente da parte dei sistemi di credenza religiosa a difendere i propri rispettivi confini simbolici; i simboli di identità e di differenza circolano più liberamente e la loro difesa doganale incoraggia politiche protezionistiche (una variante è spiegata dalla teoria dell’economia religiosa);
b) il protezionismo religioso si esprime sovente come politica d’identità e della memoria collettiva; un sistema di credenza cerca di diventare un mezzo di comunicazione simbolica che permette a grandi aggregati umani di immaginarsi uniti per lingua, terra e patria; in tal modo il pluralismo delle culture non è più pensato, ma semplicemente tolto dall’orizzonte di senso (si immagina possibile e necessario il puro e perfetto modello di uomo di volta in volta, hindù o islamico, buddista o cattolico, ortodosso o protestante).
c) tale tendenza aumenta la complessità dei sistemi di credenza religiosa, dal momento che il mondo cui esse fanno riferimento diventa una pluralità di mondi che non si lascia facilmente ridurre e le culture – messe in movimento dalla circolazione di donne e uomini che si spostano e fanno la traversata da un posto all’altro del pianeta – non sono più mondi separati dalla storia e dalla geografia, ma condomini umani ad alta densità simbolica che insistono su uno stesso spazio di convivenza.
La globalizzazione, in conclusione, per le grandi religioni mondiali significa oscillare fra due poli:
da un lato, funzionare come sostengo delle politiche d’identità, correndo spesso il rischio di essere coinvolte nel conflitto e nel polemos e, dall’altro, di affermarsi come un kit di habitus (puro e perfetto) che mal tollera le differenziazioni culturali che nel frattempo esse hanno imparato a dominare e/o a riconoscere.


Nicola Pannolino - L’inizio della fine. Tipologia e struttura delle narrazioni apocalittiche dei nuovi movimenti religiosi.
Quali sono le credenze apocalittiche delle nuove religioni? Esistono “nuove” narrazioni e credenze apocalittiche specifiche dell’età contemporanea?
Il mio intervento si propone di considerare le credenze apocalittiche di alcuni nuovi movimenti religiosi a partire dalle narrazioni in cui si esprimono, costruendo una tipologia dei loro generi narrativi e, a partire da questa tipologia, svolgere un’analisi sulla base delle ipotesi seguenti:
1) l’attesa apocalittica è il tempo in cui le organizzazioni religiose raccontano e comunicano storie escatologiche che funzionano come strategie per dare senso agli eventi attuali e come script per orientare l’agire dei loro membri ai fini della salvezza e costruire identità comunitarie
2) queste storie possiedono una struttura narrativa tipica
3) sebbene tali storie pretendano di prefigurare eventi che dovranno fattualmente realizzarsi non sono impostate per soddisfare condizioni di verità (cioè essere abbandonate qualora i fatti le smentiscano): sono quindi non falsificabili
4) la non falsificabilità delle storie escatologiche è ottenuta tramite: a) la continua rielaborazione degli elementi narrativi b) la natura logica delle premesse fondate su specifiche fallacie argomentative c) l’autoreferenzialità della narrazione, per la quale l’atto di narrare e ritenere per veri gli eventi apocalittici è parte degli stessi eventi raccontati e concorre, performativamente, alla loro realizzazione.


Simonetta Patanè - Una lettura ‘cibernetica’ de Le forme elementari della vita religiosa
La questione dell’antinomia sacro-profano ne Le forme elementari della vita religiosa di Durkheim è stata affrontata come antinomia tra due mondi posti sullo stesso piano in maniera speculare e complementare [Eliade 1973]. Questa impostazione non solo non chiarisce come la distinzione tra sacro e profano sia essa stessa religiosa, ma fa anche da ostacolo alla comprensione di come avvenga il passaggio da un piano all’altro [Poggi 2000].
L’immagine speculare di sacro e profano deriva dalla formulazione di Durkheim relativa alla nascita del pensiero: sin dall’origine le categorie vengono formate in maniera dicotomica perché forgiate sulla società “primitiva”, già organizzata in termini oppostivi. Durkheim stesso, però, specifica in una nota che non è necessario estendere questa impostazione alla lettura del sacro e del profano in quanto “le cose sacre di una fratria non sono profane per l’altra” [Durkheim, 1912, nota 12, 200].
Attraverso la cibernetica di Bateson, utilizzando, cioè, la Teoria dei Tipi logici, e i livelli di apprendimento – è possibile considerare sacro e profano come due ordini di realtà non posti sullo stesso piano, né simmetrici, né complementari, né semplicemente asimmetrici, ma come due differenti tipi di esperienze cognitive o, più propriamente, mentali che si pongono gerarchicamente su diversi livelli logici. In questo senso vanno visti in termini prospettici, in profondità, per cui ogni livello di apprendimento comprende e amplia, includendola, l’esperienza mentale del livello precedente.
Con la lettura intrecciata Bateson-Durkheim intendo presentare la dimensione del sacro come contesto per un livello di Apprendimento 3, sulla base delle seguenti caratteristiche:
- la definizione del contesto “straordinario” mediante la costruzione del totem come segna-contesto;
- le pratiche rituali “effervescenti” che hanno lo scopo di alterare i normali stati mentali, e ampliare lo stato abituale di coscienza e percezione;
- la compresenza di più individui come altrettanti “supporti materiali” delle “idee” che equivale, nei termini cibernetici, all’ampliamento del “circuito mentale”, ossia del circuito sul quale viaggiano le informazioni.


Ilaria Riccioni: Identità culturale e innovazione artistica.
La ricerca di senso della sperimentazione artistica può fornire spunti di rilievo nel mondo globalizzato. La potenzialità comunicativa dell’atto artistico rimane nelle coscienze più di uno spot pubblicitario o un articolo di giornale. L’arte comunica ai sensi, trasforma la percezione del mondo e può quindi sensibilizzare ad una nuova prospettiva culturale. Le avanguardie artistiche lo hanno visto e sperimentato con chiarezza: la rivoluzione umana di Antonin Artaud non può darsi se non attraverso una rivoluzione della cultura; la negazione totale di Dada è tale in quanto nega la cultura occidentale nel suo complesso. Il mondo occidentale, e qui mi riferisco a tutte le regioni economicamente e tecnicamente avanzate, a sistema capitalistico, ha posto le basi del proprio funzionamento sul terreno della razionalità, del pensiero cartesiano, dell’importanza dell'identità e del successo. Adorno aveva còlto con lungimiranza la centralità della cultura, e come la società occidentale avrebbe dovuto ripensare i suoi riferimenti per procedere verso un’emancipazione in grado di considerare che il destino dell’uomo non è distinto dal destino del suo stesso mondo. L’intento di questa relazione è di ripercorrere l’opera di artisti d’avanguardia e contemporanei per vedere l’impegno sociale dell’artista come può incidere sul contesto culturale e aprire nuove prospettive.

Peter Antes: Religioso e non religioso nella Germania contemporanea

La relazione mostrerà che la distinzione tra religioso e non religioso è oggi meno chiara che nel passato. La diversità di posizioni è grandissima nei due campi. Perciò diventa difficile da dire quale posizione appartiene chiaramente all'uno o all'altro. Ed inoltre in ognuna persona si trovano diversi componenti che rendono in qualche caso impossibile di attribuire una classificazione ovvia alla persone in questione.
Di fronte alla grande varietà di posizioni dalle due parti diventa impossibile predire che sarà l'avvenire del religioso e del non religioso nella Germania contemporanea.


Enzo Segre Malagoli: Dopo Jacques Berque. Dialettica tra monocultura mondiale (la torre) ed interculturalità (Babele)

La tecnologia corrispondente alla globalizzazione ha modificato radicalmente le condizioni imposte dallo spazio e dal tempo costituendo una rottura rispetto alla stessa epoca della modernità.
La caduta del muro di Berlino ha provocato una nuova ristrutturazione della divisione internazionale del lavoro. Classificazioni del tipo Nord-Sud ormai sono obsolete. Siamo di fronte a una morfología degli spazii economici metafóricamente simile ad arcipelaghi. Arcipelaghi che sono motori dei fenomeni migratori.
In questo quadro si colloca la questione della interculturalitá, specialmente quando la cultura e la religione sono divenute strumenti diretti di elaborazione delle prassi e delle visioni politiche. La comprensione reciproca fra culture diverse diviene difficile, le identitá culturali si afferrano ai propri principi etici , estetici e metafisici.Ci troviamo di fronte a questa alternativa: o un dialogo interculturale nell’ambito di un progetto globale alternativo, o un dialogo tra sordi nell’ambito della arena neoliberista.


Francesco Gesualdi: Globalizzazione ed effetti sociali

La globalizzazione non è un evento casuale, ma la riscrittura dell'economia mondiale al servizio delle multinazionali. Le grandi imprese pensavano che l'ampliamento del mercato mondiale sarebbe stata una grande opportunità di espansione, ma i loro progetti si sono scontrati con la profonda ingiustizia esistente a livello planetario che ha scatenato una concorrenza feroce. Ciò spiega i processi di delocalizzazione verso i paesi del mondo a basso costo produttivo e la caduta, a livello globale, dei diritti dei lavoratori aggravati dai processi di privatizzazione che privano i poveri anche dei beni e servizi fondamentali come l'acqua, la sanità e l'istruzione.In questo contesto i vecchi strumenti di opposizione popolare non funzionano più ed è necessario ripensarne di nuovi.


Stefano Martelli: La "fine del mondo" in internet. Apocalittica e millenarismo nella comunicazione in rete delle religioni

In questo contributo mi propongo di offrire alcuni risultati di studi sulla comunicazione via internet delle religioni presenti in Italia, che mi sembrano possano essere utili ad affrontare il tema, proposto da questa XIV Summer School, dei catastrofismi e della costruzione di nuove identità. Esporrò i risultati ottenuti nel corso di un insieme coordinato di tre ricerche sulla presenza nel web della tematica apocalittico-millenaristica (per comodità considero unitariamente due temi in realtà distinguibili), le seguenti:
1) uno studio sulla frequenza del tema apocalittico e millenaristico nei siti internet a carattere religioso, implementati nel web da chiese sette e gruppi religiosi operanti in Italia;
2) un’analisi della capacità comunicativa dei siti suddetti;
3) una tipologia sul rapporto tra forma organizzativa dei gruppi religiosi e ricorso al tema apocalittico-millenaristico.

Ciascuno di questi tre itinerari di ricerca è stato guidato da una ipotesi specifica e ha seguito una propria metodologia; in breve preciso che:
1) per svolgere la ricerca n. 1, ovvero per stabilire la frequenza del tema apocalittico e millenaristico nei siti internet italiani a carattere religioso, ho selezionato un centinaio di organizzazioni, riconducibili a sette correnti spirituali –il Protestantesimo avventista e quello pentecostale, i Testimoni di Geova e i loro gruppi scismatici, i movimenti profetici e messianici di origine cristiana, la Chiesa cattolica e i suoi gruppi scismatici, i movimenti gnostici e, infine, i seguaci dei dischi volanti. Per ciascuna corrente ho poi individuato i gruppi che rispondevano ai seguenti due criteri: l’aver allestito un sito internet e l’essere presenti in Italia. Ho così formato un campione di 18 siti web, per ciascuno dei quali ho accertato con quale frequenza le tematiche apocalittiche e millenaristiche sono presenti in esso, e quale rilevanza esse abbiano. Il metodo di ricerca sociale che ho impiegato in questo primo percorso è l’analisi del contenuto dei testi implementati sul web [Gili ecc. 2006]. L’ipotesi che ha guidato l’analisi riguarda la minore frequenza delle tematiche apocalittico-millenaristiche nei siti internet e anche la loro minore rilevanza, rispetto alle dottrine diffuse dai gruppi stessi mediante altri canali, quali la predicazione orale o le pubblicazioni a stampa;
2) per svolgere la ricerca n. 2 ho cercato di accertare quale capacità comunicativa abbiano i siti internet che costituiscono il suddetto campione. In questo secondo percorso di ricerca ho impiegato l’analisi multidimensionale della comunicazione applicata al sito internet [Martelli e collab. 20032]. L’analisi ha messo alla prova l’ipotesi che i siti più capaci di comunicare siano anche quelli che appartengono alle chiese/sette/gruppi religiosi più organizzati, ovvero che, come ha suggerito Reznick, la distanza tra “reale” e “virtuale” sia meno ampia di quanto solitamente si creda [L$ 1995];
3) infine la ricerca n. 3 ha accertato quali nessi vi siano tra il ricorso alle tematiche apocalittico-millenaristiche e il tipo di organizzazione religiosa. Qui l’ipotesi prevedeva una maggiore frequenza di tali tematiche nelle sette o nei gruppi religiosi guidati da un leader che si pensa come un «imprenditore morale», rispetto alle chiese e ai gruppi meno attivi dal punto di vista dell’agire intra-mondano. La corroborazione dell’ipotesi è avvenuta mediante un’analisi idealtipica che ha portato a costruire una tipologia sui rapporti esistenti tra forma organizzativa e ricorso al tema apocalittico-millenaristico, quale risorsa cognitivo-dottrinale per reclutare nuovi adepti.

Un risultato non irrilevante ottenuto da questo insieme di indagini è pure l’accumulo di osservazioni sulle strategie di comunicazione via internet adottate dalle organizzazioni religiose operanti nel nostro Paese.



RELATORI


Francesca Brezzi

È nata a Roma il 29 - 2 -1944. È ordinaria di Filosofia Morale presso l’Università di Roma Tre. Dall'a.a. 1998/99 al 2006 è stata Direttrice del Dipartimento di Filosofia della Facoltà di Lettere dell'Università Roma TRE. Dal maggio 2000 è Delegata del Rettore per le Pari opportunità- Studi di genere
Pubblicazioni principali di Francesca Brezzi (degli ultimi anni):
Francesca Brezzi ha scritto la prima monografia (in assoluto) su Paul Ricoeur, Filosofia e interpretazione, Il Mulino, Bologna 1969, in seguito ha scritto un testo relativo al rapporto fede ragione in Ricoeur: Paul Ricoeur Interpretare la fede, Edizioni Messaggero, Padova 1999. Infine nel 2006 è uscito presso l’editore Laterza Introduzione a Ricoeur.
E' membro della redazione romana della rivista "Filosofia e teologia" e di "Prospettiva Persona".
Fa parte del comitato organizzativo del CORDUSS (Coordinamento Romano dei Docenti di Scienze Sociali, Fa parte del comitato scientifico della Fondazione Lelio e Lisli Basso-Isocco
Collabora a importanti riviste italiane e straniere.


Paolo Corvo
Docente di Istituzioni di sociologia e di Sociologia del turismo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, fa parte del Consiglio direttivo della sezione di sociologia religiosa dell’Ais (Associazione italiana di sociologia) per il triennio 2004-2007. Si occupa anche di tematiche relative ai processi di globalizzazione e alla società civile; svolge attività di ricerca e di formazione per enti pubblici e privati su temi riguardanti il turismo e lo sviluppo socioeconomico del territorio. Tra le pubblicazioni: “Turisti e felici? Il turismo tra benessere e fragilità”, Vita e Pensiero, Milano 2007; “Società e giustizia” in C. Casalone – P. Foglizzo (a cura di), “Volare alla giustizia senza schermi. Un percorso interdisciplinare oltre l’equità”, Vita e Pensiero, Milano 2007, “Quale Chiesa per la nostra terra? Rapporto di ricerca sulla realtà socio-pastorale della diocesi di Belluno-Feltre” (a cura di), Ldc, Torino 2005; “I mondi nella valigia. Introduzione alla sociologia del turismo”, Vita e Pensiero, Milano 2003.


Fabio Dei
Fabio Dei insegna Antropologia Culturale presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Pisa.
Fra le sue pubblicazioni più recenti: Beethoven e le mondine. Ripensare la cultura popolare (Roma, 2002); Antropologia della violenza (Roma, 2005). Ha curato i volumi Riti e simboli del 25 aprile, (Roma, 2004) e, con Pietro Clemente, Poetiche e politiche del ricordo (Roma, 2005).


Antonino Drago
Nato a Rimini nel 1938, laureato nel 1961 in Fisica all 'Univ. di Pisa, è in pensione dal 2004 da professore associato di Storia della Fisica all'Università di Napoli, è docente a contratto per insegnamenti sulla nonviolenza nei corsi di laurea per la Pace dell'Univ. di Pisa e di Firenze; autore, oltre che di numerosi scritti, anche di libri su storia e fondamenti delle scienze (G.W. Leibniz e la riforma della dinamica, Hevelius, Benevento,2003), nonviolenza (L'obiezione fiscale. Quale Difesa? Quale Pace?, EGA, Torino, 1986 con G. Mattai), difesa nonviolenta (Peacekeeping e peacebuilding, Qualevita, Sulmona, 1997) e religione (Atti di vita interiore, Qualevita, Sulmona, 1998). Assieme alla moglie fa parte della Comunità dell'Arca di Lanza del Vasto e da molti anni partecipa al Segretariato Attività Ecumeniche.


Annamaria Fantauzzi
Annamaria Fantauzzi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), attualmente dottoranda in Etnoantropologia e Etnologia all’Università di Roma “La Sapienza” (tutor: proff. F. Dei e A. Lupo), in co-tutela con l’EHESS di Parigi (tutor: prof.ssa T. Yacine), lavora su una tesi rivolta allo studio teorico ed empirico del rapporto tra donazioni di sangue e comunità immigrate, in particolare provenienti dal Marocco, dove ha condotto diversi terreni di ricerca (soprattutto nel Medio Atlante) ed ha di recente presentato alcune conferenze sull’antropologia dell’immigrazione e sull’antropologia medica all’Università di Beni Mellal e di Rabat, collaborando con il CERSS (Centre Etude et Recherche en Sciences Sociales). Cultrice della materia presso la cattedra di Antropologia Culturale (prof. F. Remotti) e correlatrice di tesi in Storia delle Religioni (prof. N. Spineto) dell’Università di Torino, dopo un corso di perfezionamento in antropologia medica ed etnopsichiatria, è tuttora docente di antropologia medica presso la Scuola Medica Omeopatica Harmanettiana di Torino e di antropologia culturale presso alcune scuole superiori di Torino. E’ membro del comitato scientifico dell’International Journal of Media Discourse in the Muslim World (Marocco - USA, Oregon) e del gruppo di ricerca in Anthropologie Comparative des Sociétés Musulmanes del LAS – EHESS (diretto da P. Bonte, A.M. Brisebarre, F. Héritier). E’ stata nominata, dall’ottobre 2006, responsabile dell’Osservatorio Scientifico Nazionale per la cultura del dono del sangue delle comunità immigrate per AVIS Nazionale, per la quale ha curato l’organizzazione di alcuni convegni nazionali ed internazionali sugli aspetti antropologici del dono e sulla donazione del sangue nella cultura/religione islamica, sulla quale sono in corso di stampa gli atti dei convegni ed alcuni articoli (uno dei quali presentato alla XIII International Summer School on Religions, 2006 e al precedente convegno di Casole 2006, dedicato alle culture del dono). Con la laurea in Lettere (Università di Pisa) ed il conseguimento del DEA (EHESS di Parigi), ha rivolto la sua attenzione allo studio delle carte dell’Archivio Ernesto de Martino di Roma, dove ha svolto ricerca sugli appunti editi ed inediti relativi alle spedizioni lucane. Sull’argomento ha curato alcune pubblicazioni ed una recente bibliografia sulla produzione demartiniana. Borsista del Ministero degli Affari Esteri, ha svolto una ricerca di nove mesi presso l’Università di Losanna (2004-05), con un’indagine etnografica sui rituali funebri degli immigrati italiani nel canton Vaud. Ha collaborato con la Regione Abruzzo per la trascrizione e la rielaborazione storico-antropologica del carteggio del folklorista G. Finamore con corrispondenti italiani e stranieri: sull’argomento sono in corso di stampa alcuni articoli. Tra i temi di interesse: storia delle tradizioni popolari dell’Italia centro-meridionale, antropologia dell’Islam, antropologia del Maghreb, antropologia delle migrazioni e antropologia medica. Terreni di ricerca: Italia, Svizzera, Marocco.


Leo Lestingi
È professore di Storia delle religioni del Mediterraneo presso l’Università di Foggia e straordinario di Filosofia della religione nella Facoltà teologica pugliese (sez. di Bari)


Valeri Mikhailenko
È nato 23.08.1946 in Novosibirskaia, la Federazione Russa. Dal 1964 è studente della facoltà di storia dell’Università Statale degli Urali "Gorkij" di Ekaterinburg, si è laureato in Storia presso la stessa Università, dal 1968 È assistente, dal 1978 docente, dal 1986 professore ordinario della cattedra della Storia moderna e contemporanea. Nel periodo 1990-1994 È Preside della facoltà di storia.
Dal 1993 È professore ordinario di Teoria e Storia delle Relazioni Internazionali nell’ Università Statale degli Urali e Preside del Dipartimento delle Relazioni Internazionali presso la stessa Università. Ha organizzato il nuovo direzione scientifico - studi della civiltà italiana - nell’Università e dal 1993 è Direttore del Collegio Italiano di studi medio-superiori ed universitari. Dal novembre 1996 e’ il Direttore del Centro della documentazione di Comunità Europea, dal 2001 è il Preside della Facoltà di Relazioni Internazionali, anche dal 2003 e’ il Direttore del ’Istituto del perfezionamento dei professori e dei docenti della stessa l’Università. Gli argomenti di lezioni: storia dei paesi occidentali, storia dell’Italia Contemporanea, storia delle Relazioni Internazionali e politica russa contemporanea, filosofia della politica, storia del pensiero storico e delle dottrine politiche, storia e politica dell’Italia moderna e contemporanea. È stato borsista presso le facoltà di Lettere e Filosofia e di Scienze Politiche dell’Università "La Sapienza" di Roma negli anni 1977 e 1978, con i capi di ricerche –prof. Renzo De Felice e prof. Pietro Pastorelli. Ha tenuto lezioni di Storia russa, sui problemi costituzionali, sulle relazioni interetniche, sul regionalismo e la riforma dello Stato nella Russia contemporanea, presso l’Università "La Sapienza" di Roma, l’Università di Milano, l’Università di Pisa, l’Università di Bologna, l’Università di Sassari, l’Università di Catania, la Scuola Superiore Normale e la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano, istituti medio-superiori di provincia di Ragusa.
È Presidente del Comitato di Ekaterinburg Dante Alighieri, è membro della Presidenza dell’Associazione dei scambi culturali con l’Italia, presidente dell'Associazione delle Ricerche Europei (distretto Urali), vice-presidente dell'Associazione Internazionale IUS PRIMI VIRI, il membro del Comitato scientifico della Rivista “Nuova Storia Contemporanea” (Italia).
È decorato in Ordine dell’ Amicizia dei Popoli (1995).
E-mail: valeri.mikhailenko @ usu.ru
Fra i lavori principali:
(1985) La storiografia italiana sull’origine del fascismo. Sverdlovsk.
(1987) Il Fascismo italiano: le questioni principali della storiografia. Sverdlovsk.
(1988) Monaco e la politica estera fascista italiana. In: Monaco - la vigilia della guerra. Mosca.
(1993) "Idea russa" e nuovo ordine europeo. (Con P.Ungari ed E. Ripepe).Pisa (in italiano).
(1993) La natura dei conflitti sociali e i diritti umani nella Russia contemporanea. In: The Decade of Human Rights education. Roma.Presidenza del Consiglio dei Ministri ( in italiano).
(1993) Il fascismo e il problema della modernita’. In: Le Relazioni Internazionali alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Ekaterinburg.
(1995) Il lavoro promozionale ai diritti umani in Russia.In: La ricerca di strategie comuni per l’alfabetizzazione dei diritti umani.Roma: Presidenza del Consiglio dei Ministri. ( in italiano)
(1995) Centro e periferia nello stato russo. In: Relazioni Internazionali. Milano. Agosto ( in italiano)
(1996) Centro e periferia nello stato russo. In: Relazioni Internazionali. Milano. Gennaio ( in italiano).
(1996) L'Educazione ai diritti umani in Russia nel periodo transitorio. In: I Diritti umani come fondamento politico per una coscienza democratica: Priorita’ d’intervento. Roma,1996 (in italiano).
(1998) Teoria delle Relazioni Internazionali. Ekaterinburg.
(1999) La Russia vista dal di dentro// Pagine dal Sud. (Italia).1999. Dicembre (in italiano).
(2000) The Soviet Foreign Policy in the East Europe, 1918-1991. Vilnius, 2000 (in inglese).
(2000) La Russia dopo le elezioni// Pagine dal Sud. (Italia) (in italiano).
(2002) Il posto della Russia nel Nuovo Sistema Mondiale della Sicurezza//Jean Monnet Working Papers. June 2002. # 43. http: // www.fscpo.unict.it/EuroMed/cjmhome.htm (in italiano)
(2003) Russia in the New World Order: Power and Tolerance in Contemporary International Relations//Demokratizatsiya. The Journal of Post-Soviet Democratization (USA). Vol. 11, Number 2. Spring 2003 (in inglese).
(2004) Il separatismo etnico ed I diritti umani//La sovranita’ della dignita’ umana nella convenzione europea sui diritti umani. Roma, 2004(in italiano).
(2006) The Moon with Mars and Venus in the Background: Russia in Contemporary Global Politics//International Relations and Foreign Policy in XXI century. St.Petersburg State University Press, 2006 (in inglese).
(2006) La politica europea dell'URSS in 1945-1953. Ekaterinburg, 2006 (in russo).


Franco Moretti
Sono nato a Mozzanica (BG) nel 1950. Ho studiato teologia a Londra. Sono stato ordinato sacerdote nel 1976. Per tre anni, ho lavorato nella redazione di Nigrizia. Poi ho trascorso 10 anni in Kenya, tra il gruppo etnico dei Kikuyu (Provincia Centrale). Nel 1989, con un confratello, padre Renato Kizito Sesano, a Nairobi, ho dato vita a New People, una rivista di animazione missionaria della chiesa locala per le nazioni africane anglofone.
Dopo essere tornato a Verona alla redazione di Nigrizia (1990-1994), sono ripartito per il Kenya, per un nuovo periodo di lavoro missionari, nel distretto del Turkana (1004-2004). Durante il decennio, ho collaborato con la redazione di New People. Dal 2004, lavoro a Nigrizia.


Enzo Pace
Docente di sociologia e sociologia della religione all’università di Padova. È stato presidente della issr/sisr (International Society for the Sociology of Religion) e visiting professor all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales.
Recenti pubblicazioni: Perché le religioni scendono in guerra, Roma-Bari, Laterza, 2005; Sociologia dell’Islam, Roma, Carocci, 2006 (Nuova Edizione); Introduzione alla sociologia delle religioni, Roma, Carocci, 2007.


Nicola Pannofino
Dottore di ricerca in Ricerca Sociale Comparata; assegnista per il dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Torino, membro del gruppo di ricerca sul tema "Transizioni Biografiche", con finanziamento PRIN 2005-2006(coordinatore prof. Mario Cardano), mi occupo di processi di conversione ai nuovi movimenti religiosi; cultore della materia in "Sociologia del Linguaggio" (facoltà di Scienze Politiche) e "Analisi dei processi culturali e comunicativi" (Facoltà di Psicologia) all'Università degli Studi di Torino.


Simonetta Patanè
È professore a contratto in Sociologia generale e Sociologia dei Processi culturali e comunicativi – LUMSA – Roma


Ilaria Riccioni
È ricercatrice presso la Libera Università di Bolzano Facoltà Scienze della Formazione.


Renato Risaliti
Renato Risaliti è nato ad Agliana (PT) il 20 maggio 1935. Dopo aver frequentato gli studi universitari a Mosca si è laureato nella università Lomonosov nel 1961 in Storia Moderna. Tornato in Italia ha conseguito la laurea in Lingue, letteratura e Istituzioni giuridiche dell'Europa Orientale all'Università di Napoli "l'Orientale". Attualmente è professore ordinario di Storia dell'Europa Orientale all'Università degli Studi di Firenze. Nel campo storico è autore di numerose opere fra cui: "Togliatti fra Gramsci e Necaev (Omnia Minima, Prato 1995), Gli Slavi e l'Italia (CIRVI, Moncalieri 1996) e Storia della Russia. Dalle origini all'Ottocento (Mondadori, Milano 2005). E' inoltre autore di saggi di argomento letterario fra i quali M.A. Bulgakov (Lito-offset Felici, Pisa 1972) e Storia del Teatro Russo, 2 voll. (Toscana Nuova, Firenze 1998-99).


Peter Antes
è docente di Storia delle Religioni presso l’Università di Hannover e Presidente della International Association for the History of Religions. La sua ricerca si concentra da un lato sui problemi metodologici e sulla teoria delle scienze religiose, dall'altro sulle religioni e le comunità religiose alla prova della nuova identità europea, dedicando una particolare attenzione all'Islam e alle questioni etiche in chiave comparatistica.

Enzo Segre è Professor-Investigador presso il Dipartimento di Antropologia della Universidad Nacional Autonoma di Città del Messico e membro del Sistema Nacional de Investigadores. Coordina la Catedra de investigación "Ernesto De Martino", nata da un accordo tra Ambasciata di Italia in Messico e Rettoria Generale della UAM. È stato docente presso il Dipartimento di Studi Sociali della Università degli Studi di Firenze. Si é laureato col Prof. Tullio Seppilli con una tesi sui processi acculturativi ("L'Acculturazione" Vol.I-II, Firenze La Nuova Italia, 1977). Si é occupato successivamente di tali processi in Cuba, Guatemala, Portorico e Messico. Da questa attività ha tratto numerose pubblicazioni (tra cui: "Casta e millenarismo nell'Altipiano di Guatemala" in “Religioni e Società in Centro America”" , cura di Arnaldo Nesti, "Las mascaras de lo sagrado", Città del Messico, INAH, 1987, "Metamorfosis de lo sagrado y lo profano" Città del Messico, INAH, 1990, "El Banquete de Moctezuma" Michoacán, "Relaciones, 2000", "Fichi di India", Cittá di Messico, UNAM, 2003 ). Ha in corso di stampa "Scritti antropologici italo -messicani" e “Letteratura indigena di Messico”. É membro dell'international board della rivista “Religioni e Società”. É stato corrispondente per l'America Latina di "Rinascita" e de "L'Unità".

Francesco Gesualdi, 58 anni, è coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (Vecchiano-Pisa), un organismo di base che compie ricerche sui meccanismi che generano impoverimento e sulle iniziative che possono essere assunte dalla gente comune per invertire il senso di marcia.In questo percorso è stata data particolare importanza all'uso del consumo in chiave politica, giungendo ad introdurre in Italia la proposta del consumo critico e della sobrietà.
Fra le attività del Centro, corsi di formazione, ricerche, pubblicazioni, campagne di sensibilizzazione e di pressione. Di particolare importanza "Guida al consumo critico" e "Sobrietà".

Stefano Martelli Professore ordinario di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G.M. Bertin” dell'Alma Mater Studiorum-Università degli Studi di Bologna. Sui temi trattati dal convegno ha pubblicato “Nei luoghi dell’aldilà. Comportamenti socio-religiosi nei confronti dei defunti in un contesto di Terza Italia” (Franco Angeli, Milano 2005, con la collab. di M. Bortolini et al.); “Il Giubileo “mediato”. Audience televisive e religiosità in Italia” (Franco Angeli, ivi 2003, con la collab. di G. Cappello e L. Molteni), e «La religione “mediata”» in Id., “Videosocializzazione. Processi educativi e nuovi media” (a cura di, Franco Angeli, ivi 20034: 79-102).
Sui processi comunicativi e le nuove tecnologie ha scritto “La comunicazione del terzo settore nel Mezzogiorno” (a cura di, Franco Angeli, Milano 2006); “Comunicazione multidimensionale. I siti internet di istituzioni pubbliche e imprese” (Franco Angeli, ivi 20032, con la coll. di G. Amenta e al.) e “Immagini della emergente società in rete” (con S. Gaglio, a cura di, Franco Angeli, ivi 2004, con cd-rom allegato).