Mercoledì, 03 Maggio 2006 21:55

Ho provato... ma non ci sono riuscito...

Scritto da  Gerardo

Il logo di A.S.Fe.R.’Nel quadro dell'intervento dell'amico di Scandicci che abbiamo pubblicato poco tempo fa (vedi: I cattolici e l'opuscolo di Bondi), ci è stata segnalata la lettera di un sacerdote umbro, don Leonardo Romizi, che esprime disappunto sulle posizioni "elettorali" caldeggiate da qualificati settori delle istituzioni ecclesiastiche.
Su sollecitazione di alcuni amici pubblichiamo la lettera in questione, firmata e apparsa sul n° 15 del settimanale di informazione delle diocesi umbre La Voce del 28/04/06.
HO PROVATO… MA NON CI SONO RIUSCITO

Rispondo ad uno scritto di Monsignor Remo Bistoni apparso in questo settimanale qualche settimana fa, e adesso che i giochi sono fatti mi viene voglia di dire qualche cosa. Premetto che non sono avvezzo a scrivere ai giornali: è la prima volta che lo faccio.
Sì, ho provato a tapparmi il naso andando a votare e a dare quindi la preferenza al centro destra… ma non ci sono riuscito…
Ho tappato il naso, gli occhi la bocca e un po’ la coscienza, ma ho votato Margherita.

Non potevo fare altrimenti.

O stavo a casa o sceglievo così, né mi piace che altri scelgano al posto mio.

La complessità del tempo storico che viviamo, la mancanza di una politica al servizio dell’uomo, della sua dignità e della sua crescita, la penuria di figure significative nello scenario di chi ci rappresenta pone certamente a chi come noi cristiani ha delle priorità precise delle riflessioni difficili e soprattutto scelte difficili.

Non ritengo normale che una parte politica privilegi come scelta fondamentale il profitto e il mercato sacrificando l’uomo. I nostri principi non mettono l’uomo al centro?

Non ritengo normale che una parte politica abbia incentivato la ricchezza di pochi provocando nuovi poveri, si dirà che non è così, ma le analisi di mercato e sociologiche descrivono molto bene questo dualismo di gente ancor più danarosa e famiglie e persone che arrivano con difficoltà a fine mese. La dottrina sociale della Chiesa contempla una perequazione diversa.

Non ritengo normale che una parte politica pur nel doveroso controllo e regolamentazione dell’immigrazione, sia rimasta insensibile di fronte ad emergenze chiare e visibili di questa gente che dignitosamente ma anche con soggezione è al servizio dei nostri ammalati nelle famiglie… badanti per lo più irregolari. Si sono fatte ogni sorta di sanatoria, dal mattone al fisco e altro ancora, ma questa no. È noto come in quella parte politica ci sia un partito dichiaratamente xenofobo. Come può un cristiano orientarsi da quella parte?

E che dire dell’ultima metamorfosi in cui quel partito da due mesi a questa parte si è arrogato il compito di defensor fidei?

Non ritengo normale che una parte politica abbia messo in atto una certa politica estera appoggiando una guerra ingiusta e inutile: questo si sapeva, ancora una volta il Papa aveva ragione.

Non ritengo normale che in questa stranissima, lunga e angosciante campagna elettorale ambedue gli schieramenti (ahimé) non abbiano detto nulla o quasi di valori da trasmettere, di proposte educative, di arginazione di fenomeni sociali oltre gli schemi e nemmeno nessuno ha parlato di sostegni significativi (!) a chi di questo si occupa..

E’ vero, ho dovuto anche io tapparmi il naso orientandomi per una certa parte se penso a politiche familiari un po’ nebulose e piene di interrogativi, né mi sembra però che dall’altra parte oltre l’enunciato di principio non si vada. Fa bene la Chiesa a denunciare dimenticanze e contraddizioni su principi irrinunciabili, ma anche il rispetto della dignità, il privilegiare l’essere sull’avere, la giustizia sociale, la centralità della persona sono principi irrinunciabili: su questi settori mi è sembrato c’è stato un po’ di silenzio ultimamente.

Certamente quindi tempi duri per chi come noi ha sensibilità per le realtà di questa vita ma anche per le realtà dell’altra.

Don Leonardo Romizi
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