Domenica, 02 Ottobre 2011 17:10

Lettera aperta delle Orsoline di casa Rut

Scritto da  Gerardo

"Sono stato nell'area casertana con lo scopo di capire i fenomeni dell'emigrazione e dell'uso della manodopera immigrata con particolare riferimento a Castel Volturno. Ho scoperto di persona aree suggestive e dense di contraddizioni. Qui in particolar modo vorrei segnalare la presenza di casa Rut delle Orsoline di Caserta. Ho avuto il piacere di incontrare Suor Rita Giarretta, una donna singolare." (AN)
Nel seguito, il testo della lettera. Buona lettura!


Lettera aperta delle Orsoline di casa Rut: Dovete difendere i deboli, non mortificarli

26.11.08 Caserta - Una lettera aperta che esprime l'indignazione di casa Rut e un veemente richiamo non agli ideali ma ai valori concreti di un vangelo incarnato. Quel lieto annuncio che le suore Orsoline diffondono e cercano di mutare in vissuto condiviso a qualsiasi livello nella comunità umana in un contesto territoriale difficile come il nostro. La lettera è indirizzata ai rappresentanti delle Istituzioni ma si rivolge anche ai vertici della Chiesa che ha un ruolo «nel grande silenzio di troppi su ciò che sta avvenendo». E, tra le righe, si elenca l'imminente approvazione in Parlamento del «pacchetto sicurezza»; la proposta indecente avanzata da alcuni politici di chiudere il Centro Fernandes di Capua, la mattanza di cittadini italiani e stranieri consumata dalla camorra, l'azione repressiva concordata con il Ministero dell'Interno che ha portato allo sgombero dell'American Palace a Castel Volturno con la conseguente deportazione di un numero consistente di cittadini migranti. «Ci sono orientamenti e scelte politiche accuratamente e volutamente preparate - accusa suor Rita Giarretta, estesore materiale della lettera - che sono continue, vergognose menzogne che reciprocamente ci affidiamo, illudendoci di fare la verità e di cercare il bene comune». «Da queste scelte - continua suor Giarretta - emerge il nemico: l'immigrato, lo straniero, il povero, il diverso da combattere, controllare o meglio eliminare. È in riferimento a loro, a chi versa in stato di bisogno che il Vangelo è rivolto: l'affamato, il forestieto, il malato, l'assetato di giustizia». L'accusa è molto forte: queste scelte politiche a cui assistiamo sono scristianizzanti, «impediscono il nostro diritto di vivere semplicemente, in coscienza libera e matura, il vangelo». Non è una scomunica nella forma - solo il Papa può: l'ultima nei confronti del comunismo ateo - ma un richiamo che, nella sostanza, è molto simile. «Non sono un'idealista - si difende suor Giarretta - perché so cosa significa costruire con tante donne violate percorsi di liberazione ma in questa logica pervasiva c'è il palese tradimento non solo del Vangelo ma anche della vita la cui realizzazione civile dovrebbe essere promossa dalle istituzioni».
(Silvestro Montanaro, www.ilmattino.it)

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