Lunedì, 30 Gennaio 2012 12:44

Lettere dalla fine del mondo. IV. Religiosità, società e politica nella Argentina di oggi

Scritto da  Gerardo

Ecco allora le "notarelle profane" del nostro Pino, stavolta indirizzate a una riflessione, se vogliamo, anche più aspra e reale.
Tra dèi e idola, da un lato, e civiltà e politica, dall'altro. Che cosa può capitare di incontrare nelle strade e nelle chiese dell'Argentina, oggi?




Lettere dalla fine del mondo.

IV. Religiosità, società e politica nella Argentina di oggi. Noterelle profane



Se vi capita di aprire una guida mediamente ben aggiornata sulla Argentina oppure consultare una enciclopedia mediamente ben fatta, al capitolo "Religione", troverete affermazioni perentorie del tipo: circa l'80% degli argentini è cattolico, ma esistono minoranze giudaiche, islamiche, greco-ortodosse, russo-ortodosse ecc. Poi soggiungeranno: come in altri paesi dell'America Latina il Protestantesimo evangelico si sta diffondendo fra le fasce più povere della popolazione.
Tutto vero? Ci è capitato di entrare più volte nella cattedrale Cattolica di Plaza de Mayo in Buenos Aires, nel mezzo tra la Casa Rosada e il Cabildo, ed abbiamo visto quasi esclusivamente turisti (a volte turisti devoti i quali, immergendo le dita nella acquasantiera, si facevano il segno della croce e si fermavano un momento in meditazione, prima di fare il giro delle cappelle e scattare le immancabili foto). Ma siamo voluti entrare anche in chiese più anonime.
Ebbene, in città della provincia come Puerto Madryn, in Patagonia, la situazione è ancora più deludente.
Alla messa serale una ventina di persone fra le quali molti religiosi (per dovere di cronaca: era un giorno feriale). D'altra parte, entrando nel cimitero monumentale della Recoleta in Buenos Aires, per visitare la tomba di Evita Peron, abbiamo fatto fatica a raggiungere la tomba e scattare la fatidica foto. Una massiccia e lunga fila di persone ostruiva il non larghissimo corridoio che ivi conduce. E non tutti sembravano turisti. Tutt'altro. Ed era il primo pomeriggio di un giorno feriale. 31 gradi all'ombra nella esplosiva estate portegna. Ancora: Buenos Aires, e non solo, sono stracolme di immagini di Diego Armando Maradona. Un fatto impressionante che non si può non notare. Mito parallelo e e di devozione popolare ancora più antica è quella di cui è fatto oggetto il cantante Carlos Gardel. Sono molto noti, inoltre, fenomeni di devozione , qui decisamente religiosa, quali quella di Difunta Correa (il santuario nella provincia di San Juan è meta di continui pellegrinaggi) e della sensitiva Madre Maria.

La situazione politica è, se possibile, ancora più paradossale. Nell'ottobre scorso Cristina Fernandez Kirchner è stata rieletta al primo turno con il 53,96% di voti. Ma la situazione sociale è la seguente: su 38 milioni di argentini, ben il 20,9% sono poveri (secondo dati di rilevatori terzi e non quelli governativi taroccati che danno dati inferiori della metà). A questi vanno aggiunti il 4,8 di indigenti, persone molto al di sotto della povertà. Testimoniano questi dati il diffuso fenomeno dei bambini di strada e delle numerose famiglie che girano con i carretti per cercare cibo e altro nella spazzatura.
Di fronte a questa situazione sociale, il governo della Kirchner, governo che si autodefinisce "progressista" e peronista di centro sinistra (??), volta la faccia dall'altra parte; reprime con mano pesante le rivendicazioni sociali condotte dai dirigenti sindacali di sinistra e per giustificare il suo autoproclamato "progressismo" sostiene i processi contro i generali golpisti della dittatura militare.
La Chiesa Cattolica e il Governo, quindi, in Argentina sono molto lontani, ciascuno nel proprio campo, dalle esigenze e dai bisogni popolari. Non è un caso che, nella chiesa di Puerto Madryn, a lato dell'altare maggiore, faceva bella mostra di sè la bandiera bianco celeste dello Stato argentino.

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