Franco Ferrarotti, nato il 7 aprile 1926 a Palazzolo Vercellese, si è laureato in Filosofia nell'Università di Torino, nell'anno accademico 1949-1950, con una tesi su "La sociologia di Thorstein Veblen", di cui aveva tradotto La teoria della classe agiata. Duramente criticato da Benedetto Croce ne "Il Corriere della Sera" del 15 gennaio 1949, alla stroncatura crociana replica con due saggi nella "Rivista di Filosofia". Compie studi di perfezionamento a Parigi, Londra e Chicago.
È fra i fondatori del Consiglio dei Comuni d'Europa a Ginevra nel novembre 1949. Nel 1951 fonda, con Nicola Abbagnano, i "Quadeni di sociologia". E' deputato indipendente al Parlamento per la Terza legislatura (1958-1963) in rappresentanza del Movimento Comunità di Adriano Olivetti, con cui collabora dal 1948. Non si ripresenta per la rielezione, avendo deciso di dedicarsi in piena autonomia allo studio e alla ricerca.
Ottiene nel 1961 la cattedra di Sociologia nell'Università di Roma, a seguito del primo concorso bandito in Italia per questa disciplina. Dal 1957 al 1962 è direttore della Divisione dei fattori sociali nell'O.E.C.E. (ora O.C.S.E.) a Parigi.
Nel 1965 è Fellow del "Center for the Advanced Study in the Behavioral Sciences" a Palo Alto, California. Visiting Professor presso molte università europee e nordamericane, in Russia, Giappone e America Latina. Nel 1978 è nominato "Directeur d' Etudes" alla Maison des Sciences de l'Homme a Parigi. Medaglia d'oro al merito della Cultura. Membro della New York Academy of Sciences. Attualmente dirige "La Critica sociologica", da lui fondata nel 1967 ed è coordinatore del "Dottorato in Teoria e ricerca sociale" nell'Università di Roma "La Sapienza". Nel giugno 2001 è stato insignito del Premio per la Sociologia dall'Accademia Nazionale dei Lincei.
Tra le sue opere più importanti segnaliamo: "Il dilemma dei sindacati americani", Comunità, Milano, 1954; "La protesta operaia", Comunità, Milano, 1955; "Il rapporto sociale nell'impresa moderna", Armando, Roma, 1961; "La sociologia come partecipazione", Taylor, Torino, 1961; "Max Weber e il destino della ragione", Laterza, Bari, 1964; "Trattato di sociologia", UTET, Torino, 1968; "Vite di baraccati", Liguori, Napoli, 1975; "Alle radici della violenza", Rizzoli, Milano, 1979; "La società come problema e come progetto", Mondadori, Milano, 1980; "Il paradosso del sacro", Laterza, Roma-Bari, 1983; "Homo sentiens", Liguori, Napoli, 1985; "Il ricordo e la temporalità", Laterza, Roma-Bari, 1987; (con Pietro Crespi), "La parola operaia", "Scuola G.Reiss Romoli", L'Aquila, 1994; "L'Italia in bilico - elettronica e borbonica", Laterza, Roma-Bari, 1994; "Simone Weil: la pellegrina dell'Assoluto", Messaggero, Padova, 1996.
E ancora fra le ultime pubblicazioni: "Leggere, leggersi", 1998; "Partire, tornare", 1999; "La verità? È altrove", 1999; "L'ultima lezione: critica della sociologia contemporanea", Laterza, 1999; "L'enigma di Alessandro", Donzelli, 2000; "La società e l'utopia", 2001; "La convivenza delle culture", 2003