Chiesa domani, ciclo di incontri promossi dal Centro Internazionale per lo Studio del Religioso Contemporaneo.
Lo scorso venerdì 6 maggio è iniziato il breve ma intenso viaggio attraverso la Chiesa cattolica, sul suo passato prossimo, sul suo presente e sul suo futuro, concentrando in prima battuta l’attenzione sul recente importante passato della Chiesa fiorentina.
Tra gli intervenuti,
Riccardo Albani e
Arnaldo Nesti
Nel seguito, il testo del comunicato conclusivo, a cura di G. Picone.
Chiesa domani: Luigi Rosadoni e i silenzi della Chiesa
È iniziato il breve ma intenso viaggio attraverso la Chiesa cattolica, sul suo passato prossimo, sul suo presente e sul suo futuro, concentrando in prima battuta l’attenzione sul recente importante passato della Chiesa fiorentina.
Il “pellegrinaggio” è iniziato dalla Nave a Rovezzano e precisamente da Luigi Rosadoni che ne fu scomodissimo parroco negli anni Sessanta. Nella affollata saletta della Società Ricreativa e di Mutuo Soccorso, Arnaldo Nesti, direttore scientifico del Cisreco, ha chiamato a raccolta gli appartenenti alla “Comunità della Resurrezione”, cui don Luigi Rosadoni aveva dato vita, e invitato Riccardo Albani, a tratteggiare i caratteri salienti di questo prete, fine intellettuale e teologo, anima inquieta e cristiano a tutto tondo. Albani ha fatto un rapido ma preciso ritratto di Rosadoni. Da quando, seminarista a Roma, stigmatizza la Chiesa ufficiale e inutilmente gerarchica e la invita ad occuparsi dei poveri e non di “ciondoli d’oro” (gli altrettanto inutili orpelli che gravavano ieri come gravano ancora oggi, nonostante il Concilio, su una asfittica liturgia, lontana dalla testa e dal cuore della gente). Già da giovane seminarista in tormentata ricerca di una propria strada, indica nel ritorno alla comunità cristiana delle origini una possibile via di fuga dalle falsità della Chiesa romana. Solo nei piccoli nuclei comunitari può nascere una nuova Chiesa e una nuova ecclesiologia. Sono gli stessi temi che affronterà nel 1968 dopo l’uscita dalla Chiesa ufficiale, essendo fermamente convinto che la Chiesa di Cristo ha confini più grandi della Chiesa di Roma.
La Chiesa che ha in mente è una Chiesa povera, che non gerarchizza i rapporti fra i fedeli e che non prevarica. Il modello è, appunto, Cristo e la Croce. Addita l’esempio della Chiesa olandese, che, pur con i suoi limiti, è una Chiesa in cammino, una Chiesa viva. I modelli sono: Rosmini, i modernisti, don Mazzolari, e, ultimo arrivato, don Lorenzo Milani. A questo proposito occorre rilevare che sia la relazione di Riccardo Albani, sia i numerosi interventi dei partecipanti si sono lungamente dilungati sui rapporti fra Rosadoni e il ricco e variegato modo del cattolicesimo fiorentino del dissenso.
Ma questi temi saranno sicuramente approfonditi nei prossimi incontri, soprattutto quando si parlerà di Luciano Martini, ma anche negli incontri con don Angelo Sciortino e con don Paolo Giannoni.
Giuseppe Picone
8 maggio2011
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