Giovedì, 24 Novembre 2011 00:29

Il Paraguay di Fernando Lugo nella presentazione all'Università Roma Tre di "Religioni e Società"

Scritto da  Gerardo

Salutando il bicentenario del Paraguay, il CISRECO e la rivista Religioni e Società sono stati protagonisti per un giorno all'Università Roma Tre, nel nome del Paraguay di Fernando Lugo e nella lettera del n. 69 di Religioni e Società, uscito appunto con il titolo Il Paraguay di Fernando Lugo nel mutamento sud-americano.
Nel seguito, il denso resoconto, in forma di comunicato, e le fotografie della giornata romana.


Il Paraguay di Fernando Lugo è stato protagonista nel pomeriggio di giovedì 17 novembre presso l'Aula Volpi della Università Roma Tre, grazie alla tenacia di Arnaldo Nesti, direttore della Rivista Religioni e Società e del CISRECO. Infatti, Arnaldo Nesti ha voluto dedicare il numero 69 della Rivista a Il Paraguay di Fernando Lugo nel mutamento sud-americano, coinvolgendo studiosi italiani e paraguayani e lo stesso Presidente del Paraguay, il quale ha concesso una intervista esclusiva a Nesti, ospitata nella pubblicazione.
La singolarità dell'evento è stata fatta notare da tutti i relatori presenti, a cominciare da Roberto Cipriani, che ha aperto la serata diffondendosi su limiti (sopratutto il non sufficiente distacco scientifico dalla materia: peccato quanti altri mai veniale) e pregi (straordinari) della pubblicazione.
Rimarcando sintonia e affinità di pensiero tra l'utopia dell'ex-vescovo di San Pedro nel Chaco paraguayo, il quale si è voluto fare presidente per mettersi al servizio di tutta la società della piccola (quanto carica di storia) repubblica sudamericana e lo studioso e sociologo italiano, che ha fatto dell'utopia uno dei temi ricorrenti della sua ricerca storico-sociologico-religiosa. Anche Carlo Felice Casula ha voluto sottolineare questo aspetto riprendendo il tema, caro a Nesti, di un Mediterraneo largo, delle Indie di là e delle Indie di qua. E a proposito di utopia ha ricordato il fascino che ha esercitato da sempre l'esperienza delle reducciones gesuitiche, con protagoniste assolute le popolazioni indigene Guaranì del Paraguay.

Il cuore della serata è stato l'intervento di José Zanardini, padre salesiano, antropologo sociale, docente dell'Universidad Catòlica de Asunciòn: 33 anni passati in Paraguay (di cui 5 nella foresta con la comunità indigena Ayoreo, dalla quale è stato adottato). Zanardini è partito proprio da Fernando Lugo, novello sciamano. Uno sciamano che non ha la bacchetta magica, ma, sicuramente, una sensibilmente diversa da quella usata da tutti i politici che prima di lui hanno governato il Paraguay e che hanno miseramente fallito, quando non hanno addirittura inferto ferite profonde alla società e alla economia della repubblica sudamericana. Da quelle ferite il Presidente Lugo sta cercando di risollevare i popoli del Paraguay attraverso un esperimento nuovo di leaderaggio collettivo.
L'interesse principale del padre salesiano e dell'antropologo sociale si è rivolto ai popoli indigeni del Paraguay. Ai Guaranì che ne sono la componente maggioritaria (in un quadro, però, di netta minoranza rispetto alla totalità della popolazione bianca e meticcia paraguayana), al loro territorio e alla loro cultura. Zanardini ne ha tracciato una breve ma precisa storia. Una storia di espropriazione e di usurpazione attuata dai conquistatori bianchi e dai loro discendenti nei confronti dei popoli originari. Espropriazione dello spazio innanzitutto, ma anche della religione, della medicina, della educazione, della lingua.
Da qualche tempo in Paraguay c’è un tentativo di correre ai ripari e di sanare in qualche modo i grandissimi torti verso le popolazioni indigene e i Guaranì, che, tra l’altro, hanno dato la lingua parlata dalla stragrande maggioranza dei cittadini del Paraguay e che, caso unico in America Latina, è anche lingua ufficiale insieme a quella dei conquistatori, vale a dire lo spagnolo. Articoli della Costituzione, leggi ad hoc si stanno proponendo di restituire territori, cultura e dignità alle circa 500 comunità indigene del Paraguay.
Il quinquennio di Lugo ha rappresentato e sta rappresentando il tentativo più maturo per chiudere con il passato e aprire una nuova prospettiva per il futuro, ove diritti dei popoli, il tema della madre terra, il tema del buen vivir diventino punto di riferimento per pensare al futuro del mondo.

La presenza e il caloroso intervento dell’addetto culturale della Ambasciata di Paraguay in Roma, Manuel Tornato Frutos (tra l’altro uno dei collaboratori al numero di Religioni e Società), hanno dato un suggello ufficiale alla manifestazione, con la speranza che, in un prossimo vicino futuro, possa essere Fernando Lugo a farlo di persona in Italia.

Giuseppe Picone
San Gimignano, Siena, 22 novembre 2011













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