Sabato, 06 Dicembre 2008 14:45

Vita da rom, tra elemosina e ipocrisia

Scritto da  Gerardo

Segnaliamo la notevole riflessione etico-politica contenuta nell’articolo del quotidiano "l’Unità" del 4 dicembre 2008.
Dopo la “cassazione” della condanna per sfruttamento di minori inflitta a una donna rom che chiedeva l'elemosina insieme al suo bambino, sono insorte le più e meno ideologiche reazione delle due fazioni politiche in cui si divide il Parlamento. Per provare a far cadere il "velo di ipocrisia che circonda quest'argomento", l’articolo porta a conoscenza la storia di Flora.

La Corte di Cassazione ha annullato la condanna a ben sei anni per sfruttamento di minori inflitta a una donna rom che chiedeva l'elemosina insieme al suo bambino. La Corte invita a considerare le situazioni di fatto e a valutare i comportamenti legati a tradizioni consolidate, per quanto riguarda i rom quella del mangel (l'elemosina), e indica un tempo limitato nel quale esercitarla purché il tempo residuo sia dedicato alla cura dei figli.
Le reazioni della politica sono state di scandalo a destra e di invocazione della priorità della tutela del minore a sinistra. Ma nessuno segue le indicazioni della Corte, nessuno guarda alla realtà concreta per poter giudicare e così non cade il velo di ipocrisia che circonda questo argomento. Vi racconto allora una storia, una delle tante che si possono trovare nei campi della segregazione rom e che forse aiuta a capire. Flora, una mia amica, dopo innumerevoli sgomberi è finita sotto un cavalcavia nel fango, in mezzo ai topi e ai blocchi di cemento che il comune di Milano ha costruito per impedire loro di stabilirsi lì. Nonostante la situazione disperata, Flora sistema questo posto, mette tappeti per terra, pulisce davanti alla piccola tenda, separa la "cucina" con le bombole a gas dal posto dove si dorme, e, soprattutto, tutti i giorni attraversa la città per portare quattro figli a scuola. Poi va a chiedere l'elemosina con il figlio più piccolo che non è in età scolare e non può lasciare sotto il ponte. Qualche ora, per potersi comprare qualcosa da mangiare per pranzo e cena, e poi a prendere i figli a scuola e di nuovo sotto il ponte a cucinare.
Flora è una di quelle terribili sfruttatrici di bambini che le persone per bene incontrano nelle strade. Certo i bambini devono essere tutelati, protetti, scolarizzati e coccolati, non devono stare per strada a elemosinare. Le persone per bene dicono "poveri bambini" quando li vedono in metropolitana, poi escono e non ci pensano più: ma perché sono lì veramente, dove dormono, hanno da mangiare? Basta che non li si veda, che non ci ricordino di esistere. Per Flora vale una regola semplice: un bambino che non mangia è un bambino morto, un bambino che va con lei a chiedere l'elemosina è un bambino sfortunato ma vivo e con una minima possibilità di andare a scuola e di avere un futuro, magari migliore del suo. È per quello che lei vive.
Flora aveva un lavoro, accudiva una signora anziana, ovviamente in nero. Dopo l'omicidio Reggiani è stata licenziata perché rom rumena. Mi permetto una domanda banale: i diritti dei bambini non si proteggono tutelando anche i diritti dei lori genitori? E ancora: chi protegge queste persone dal pregiudizio e dal razzismo che distruggono la loro vita?
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