XVI International Summer School on Religions:
Il colore della pelle di Dio. Forme del razzismo contemporaneo
San Gimignano (Siena),
28 agosto - 1° settembre 2009
Nel seguito puoi leggere l'abstract di
Ritualità rom e dinamiche di dis-identità a Palermo (Elisabetta Di Giovanni) e la scheda della sua autrice.
Questo intervento è in programma
lunedì 31 agosto, a partire dalle ore 15:30.
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programma completo.
Elisabetta Di Giovanni: Ritualità rom e dinamiche di dis-identità a Palermo
Lo studio delle credenze e dei rituali religiosi degli “zingari” stanziati nella città di Palermo offre un interessante affresco delle modalità di quotidiana sopravvivenza e adattamento di una minoranza etnica, su cui ricade un fortissimo pregiudizio etnocentrico da parte della società autoctona. Nello specifico, la festa di Herdelezi del 6 maggio (ossia di San Giorgio per i rom musulmani) o di Djurdjevdan (per i rom cristiano-ortodossi) costituisce un momento di ritualità religiosa che coinvolge le comunità rom del Campo della Favorita di Palermo, in Sicilia. Esse sono principalmente distinte in due gruppi principali: i rom Xoraxané, musulmani provenienti dal Kossovo, i rom Cergari, cristiano-ortodossi provenienti dal Montenegro, ed un piccolo gruppo di religione mista, proveniente dalla Serbia, per un totale di circa 300 persone.
La festa di Djurdjevdan/Herdelezi, celebrata il 6 maggio di ogni anno, presenta un copione celebrativo simile per i due gruppi principali che, tuttavia, vivono separatamente il momento religioso. Dopo un’analisi dei ruoli e delle fasi costitutive del rituale (il fuoco, l’abluzione con l’acqua attinta ad una fonte sacra, il segnare i bambini con il sangue di agnello), si intende sottolineare come il microcosmo rom resti, ad ogni modo ed ancora una volta, isolato dal contesto urbano. La festa del 6 maggio, tutta carica di sostrati pagani, simboli e metafore ancestrali, gioca una funzione di aggregazione all’interno delle comunità rom e di conferma identitaria, senza alcuna possibilità di connessione con la collettività urbana che – è lapalissiano – non vede, non vuole sapere e rifiuta l’incontro con l’altro, adottando una sistematica politica di dis-conoscenza e di indifferenza.
Elisabetta Di Giovanni è ricercatrice di Antropologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Palermo. I suoi ambiti di ricerca sono l’antropologia religiosa, l’antropologia urbana e gli studi di marginalità su migranti e zingari.