Mercoledì, 24 Marzo 2010 14:36

CEI e suicidi per la crisi economica

Scritto da  Gerardo

Riceviamo e trasmettiamo quest’accorata lettera dell'amico Stefano Dommi. Accompagnata da un breve riflessione di Arnaldo Nesti.





CEI e suicidi per la crisi economica

Rispetto alla situazione di lavoratori e piccoli imprenditori che, travolti dalla crisi economica, si sono suicidati, il presidente della CEI Cardinale Bagnasco, aprendo i lavori del consiglio episcopale permanente il 22 marzo, si è limitato a dichiarare: «si è dinanzi ad una coscienziosità tirata allo spasimo, fino ad essere inaccettabilmente indirizzata contro se stessi». Come ci siamo purtroppo tristemente abituati non una parola di pietà ma solo e soltanto un giudizio morale inappellabile che appare ancor più supponente in quanto pronunciato da chi difficilmente in vita propria può aver sperimentato l'angoscia di un mutuo prima casa da pagare o l'ossessione disperata che può vivere un padre di famiglia che perda a 40-50 anni il proprio lavoro.... Mi sono chiesto cosa possano aver provato un figlio o la moglie di uno di questi disgraziati di fronte a tale perentoria dichiarazione. I nostri Vescovi italiani continuano così a dare l'immagine di una Chiesa che, utilizzando il felice titolo di un libro di Alberto Mellloni, non appare come “madre” misericordiosa e premurosa verso i poveri ed i sofferenti ma simile ad una "matrigna" impietosa, cattiva, inflessibile.

Stefano Dommi
Scandicci (Firenze)


"Non vorrei aggiunger verbo, se non in un fugace riferimento a quanto pubblicano i giornali sul sostegno dei vescovi a una politica antiabortista, ecc. Ma quando si offende la vita? Che pensare, infatti, di un'azione politica dello spettacolo, del narcisismo, dell'autoidolatria? Come ci si può sentire maestri della Parola, quando questa è solo un fatto formale, sganciata dalla storia. Questa difesa di parole a che serve? E poi servono a qualcosa le scomuniche? E se scomunica ha da essere, perché non colpire i responsabili di leggi, ad esempio, contro le donne immigrate di avere figli? Si è di fronte ad un atto di forza dello Stato Vaticano che è molto lontano dal sapore evangelico.
Che i vescovi abbiano deciso addirittura di optare per il terreno elettorale, magari legittimando, altri, a fare gesti e riti sacrali, vere supplenze dei riti liturgici?
E poi, se un gesto si vuol fare, si faccia non contaminandosi, mettendosi alla Corte dell'Onnipotente mercante da cui si è in molti in attesa del miracolo".
A.N.

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