Musica fino allo stordimento in una selvaggia celebrazione della libertà, della gioventù, dell'eccesso.
Presentiamo l'articolo di Ernesto Assante, che puntualizza una serie di questioni, al fine di favorire una migliore comprensione dei tragici eventi della
Love Parade di Duisburg.
Il sabba techno dell'amore
Non è una festa qualsiasi. Non è nemmeno un rave party qualunque. No, la Love Parade non è roba per cuori teneri, per ballerini della domenica, per frequentatori di discoteche nel fine settimana. La Love Parade è un sabba infernale, è la liberazione dei sensi, è la celebrazione del ritmo e la festa del corpo, è il party definitivo, senza limiti, senza regole, senza confini. Dimenticate Woodstock e i suoi cinquecentomila freak seduti a fumare erba e a sognare di cambiare il mondo sull'onda del rock.
Benvenuti nel nuovo millennio e nel girone infernale del divertimento.
Nulla di tutto quello che si è visto e sentito nel mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento è paragonabile alla Love Parade che dalla metà degli anni Novanta ha definitivamente stravolto le regole degli eventi collettivi di massa. Alla festa dell'amore techno il volume è molto più alto che in qualsiasi concerto heavy metal, la quantità di droghe e di alcol che viene consumata non è stimabile, e il tutto è sostenuto dall'incessante pulsare della musica, techno, o comunque la si voglia definire, musica per ballare fino allo sfinimento, fino ad entrare in trance, lasciandosi portare via dal ritmo.
È il sambodromo della nuova era, con i suoi carri colorati e i sound system che emettono suoni, con milioni di ragazzi che, all'unisono, si muovono, saltano, urlano, in una selvaggia celebrazione della libertà, della gioventù, dell'eccesso. È l'annullamento dell'individualità in favore di un respiro e di un ritmo collettivo. È l'abbandono del pensiero, la cancellazione della parola, la celebrazione del ritmo, in ogni sua forma, con tutta la sua forza. È un mondo parallelo, senza genitori, scuole, lavoro, obblighi, è l'affermazione di un "diritto alla festa" che la vita sembra voler negare ad una generazione che non ha molti motivi per sognare. Sesso, sballo, musica, tutto è lecito, tutto è permesso, una volta all'anno. Ma allo stesso tempo è bene ricordare che non è mai accaduto nulla di grave nelle molte Love Parade nel corso degli anni, perché, nonostante le apparenze, lo sconvolgimento totale delle regole non ha mai previsto alcuna forma di violenza.
Incidenti come questi sono accaduti prima, altre volte, viene in mente la tragedia dell'Heysel, ci si ricorda dei morti ai concerti dei Pearl Jam in un altro grande raduno giovanile, il festival di Roskilde in Danimarca negli anni Novanta o quelli al concerto degli Who a Cincinnati dieci anni prima. Non è la Love Parade ad essere una festa di morte, insomma, non era scritto da nessuna parte che dovesse, per forza, finire così, non si muore negli stadi o ai grandi concerti, solo perché la folla è tanta. Ma la realtà è terribile, il dramma è davanti agli occhi di tutti. Stamattina a Duisburg non risuoneranno le note della techno, non ci saranno carri per celebrare l'amore e la musica, il mondo parallelo della Love Parade sarà svanito tra le lacrime e il dolore.