Giovedì, 12 Agosto 2010 19:25

I beni della Chiesa sono al servizio dei poveri

Scritto da  Gerardo

Il capo del vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco, fa appello alla «dimensione etica della vita personale e sociale». Nella sua omelia per la solennità di San Lorenzo, l’arcivescovo di Genova ha sottolineato come secondo la Chiesa «alla radice di tanti mali e di tante povertà» vi sia il «sottosviluppo morale» di cui parla Benedetto XVI nella ’Caritas in veritate'.




Per questo, ha aggiunto, essa «non cessa di servire il mondo, nella persona amata dei poveri e nella figura delle istituzioni che presiedono il bene comune, anche con il richiamo alla dimensione etica della vita personale e sociale».

«La Chiesa - ha detto ancora il presidente della Cei - non è mai stata un’agenzia di pronto soccorso, ma la famiglia dei credenti in Cristo» e «promuove l’uomo nella sua integralità di anima e di corpo, di individuo e di società, crea civiltà e cultura». Per questo, ha proseguito il porporato, ogni gesto di carità «è annuncio della fede perché il pane sia possibilmente accompagnato dalla speranza».La Chiesa, ha concluso, «sa che è Dio il vero garante del bene e del pieno sviluppo dell’uomo, per questo non si stanca di annunciarlo pur in mezzo a difficoltà e prove vecchie e nuove».

I beni della Chiesa non sono fini a se stessi ma sono al servizio della comunità cristiana e dei poveri e dei bisognosi: ad affermarlo, questa mattina, l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco nell’omelia pronunciata durante la Messa celebrata in occasione della festa di San Lorenzo, patrono della Cattedrale di Genova, che nel terzo secolo non cedette agli ordini dell’imperatore Valeriano di confiscare i beni della Chiesa pena la morte ma consegnò tutto ai poveri presentandoli all’imperatore con la frase «ecco i tesori della Chiesa». «La mentalità del mondo - ha affermato il porporato - non sempre riesce a comprendere che i beni della Chiesa non sono per sè ma per la vita della comunità e, soprattutto, per i poveri e i bisognosi». «Anche nel contesto attuale - ha proseguito il cardinale -, per le note ragioni, la presenza e l’opera di sostegno delle comunità ecclesiali sono capillari ed evidenti, aperti a tutti senza distinzioni. Creano quella rete di solidarietà e di pronto intervento destinata a rispondere a bisogni urgenti e concreti, puntando sempre, per quanto possibile, ad accompagnare verso la soluzione radicale dei problemi e verso l’autonomia delle persone».

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