Mercoledì, 01 Settembre 2010 21:25

Cresce la pressione su Sakineh

Scritto da  Gerardo

E l'A.S.Fe.R. partecipa all'indignazione, sperando di poter ottener giustizia!
Lo scorso 8 agosto abbiamo dato notizia dell'appello di Avaast per salvare Sakineh Ashtiani, che ha fatto leva sull'intervento dei leader di Brasile e Turchia.
Nel seguito, puoi vedere com'è andata e come sta andando l'iniziativa.
Buona lettura!

Ebbene, ben 33.317 di noi hanno fatto una donazione per la nostra campagna di emergenza finalizzata all'acquisto di paginate sui giornali per chiedere giustizia per Sakineh Ashtiani: è un dato incredibile!
Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo nel giro di 12 ore e acquistato intere pagine sui principali quotidiani in Brasile e in Turchia, oltre agli inserti online, tutto in 72 ore. Le pagine sulla carta stampata mostrano il Primo ministro Erdogan e il Presidente Lula con in mano una fotografia di Sakineh, e il titolo: "La sua vita è nelle tue mani".

La risposta è stata immediata. Visto che il Presidente Lula aveva già offerto asilo politico a Sakineh, la nostra attenzione si è focalizzata sul Primo ministro Erogan. I media turchi si sono occupati della questione sia sulla stampa che nei telegiornali, al punto che uno dei più importanti giornalisti turchi ci ha addirittura ringraziato per il lavoro che Avaaz stava portando avanti.

I membri di Avaaz in Turchia e Brasile hanno inviato oltre 50.000 messaggi personali a Lula e Erdogan nei giorni scorsi, e i membri in Turchia hanno scritto per informarci che la nostra campagna è su tutte le tv nazionali. Il risultato è stato incredibile: i giornali ieri hanno rivelato che Erdogan ha incaricato il suo governo di avviare "un'intensa attività diplomatica via telefono" con l'Iran per risolvere il caso di Sakineh, e anche Lula ha rafforzato la sua posizione in suo favore. Anche il ministro degli esteri Frattini ha chiesto di considerare "un atto di clemenza in questo caso specifico". Il nostro appello sta funzionando!

L'Iran ha deciso di cambiare strategia. La pressione internazionale ha salvato Sakineh dalla lapidazione per adulterio, ma ora il regime dice di volerla condannare all'impiccagione per l'omicidio del marito (un'accusa caduta già 4 anni fa). La scorsa settimana la tv iraniana ha trasmesso una presunta confessione di Sakineh: il suo avvocato ha detto che ci sono voluti 2 giorni di tortura per costringerla a farlo.

Nonostante la situazione sia drammatica, il fatto che il regime stia cercando escamotage come la trasmissione sulla tv nazionale dimostra che la nostra richiesta di giustizia sta funzionando. E la pressione sta dando i suoi frutti oltre il caso di Sakineh: la scorsa settimana l'Iran ha rivisto velocemente alcune delle pene comminate in passato e ha commutato le condanne alla lapidazione di due ragazze di 19 e 25 anni in impiccagione e frustate. Nonostante l'opinione pubblica iraniana possa essere influenzata da tattiche del genere, l'Iran è consapevole che negando un processo giusto a Sakineh sta mettendo in discussione i suoi rapporti con i due alleati che gli sono rimasti, la Turchia e il Brasile.

L'intero processo a Sakineh è stato una presa in giro della giustizia, anche per gli standard iraniani. Se riusciamo a mantenere alta l'attenzione sul caso, c'è ancora una speranza di revocare la sua condanna a morte: la Corte deve ancora prendere una decisione se perseguire l'accusa di omicidio nei confronti di Sakineh, e non c'è dubbio che la sentenza sarà di tipo politico.

Inondiamo le ambasciate iraniane di tutto il mondo con telefonate, messaggi vocali, visite. Dovranno informare Teheran di tutti i contatti ricevuti, trasmettendo così il sentore dello scalpore che il caso ha suscitato a livello globale. I leader iraniani sostengono che la campagna per Sakineh sia una crociata occidentale, ma la comunità di Avaaz è sparsa in tutto il mondo: possiamo dimostrare loro che non si tratta di una crociata occidentale contro l'Iran, ma di una campagna globale per la giustizia. Sotto questa email c'è una lista di numeri telefonici delle ambasciate in ogni paese. Ci vorranno solo 2 minuti per fare una telefonata alla tua ambasciata di riferimento.

Insieme abbiamo aiutato Sakineh a diventare da una delle tante vittime di una punizione arcaica com'era prima, il simbolo di una battaglia per la giustizia con cui anche i leader più potenti dell'Iran devono fare i conti ora. Il futuro di Sakineh è ancora nefasto, ma è nell'ora più buia che la speranza trova la sua forza per ribellarsi. Abbiamo firmato la petizione e fatto donazioni per la campagna mediatica. Ora mettiamoci al telefono.

Con speranza,

Ricken, Paula, Graziela, Pascal, Emma, Rewan, Ben, Alice e tutto il team di Avaaz.

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