Venerdì, 29 Ottobre 2010 12:24

Dopo la protesta popolare a Terzigno

Scritto da  Gerardo

Da Domenico Pizzuti riceviamo e quindi pubblichiamo "un tentativo di interpretazione inedito sulla protesta popolare a Terzigno".
Buona lettura!




Non sono andato di persona nel cuore della protesta popolare a Terzigno per i miasmi intollerabili della discarica Sara ed all’imbocco della cava contestata per una seconda discarica nel Parco del Vesuvio, ma ho raccolto le immagini dei servizi delle TV segnati per lo più da un’oscurità notturna illuminata da roghi di automezzi, da cittadini che fronteggiavano le forze dell’ordine in assetto di guerra, da qualche corteo di protesta di pacifici cittadini che esprimevano le loro ragioni a difesa della salute messa in pericolo da miasmi della discarica vicina, richiamati dallo stesso Premier Berlusconi nella conferenza stampa dell’altro giorno per la risoluzione dell’emergenza rifiuti nel napoletano. Ci è sembrata paradossale ma rivelativa l’asserzione dell’ingegnere costruttore della cava all’intervistatore della Tg che l’emergenza si doveva attribuire all’immondizia versata al là delle quote previste, e quando sarà colma che avverrà?

Rimandata alla calende greche la discarica contestata con il dietrofront del Commissario straordinario Bertolaso come evidenziato in un intervento di Antonio Fiore su questo giornale (martedì 26 ottobre 2010, p.1), si avverte l’esigenza di qualche interpretazione più meditata che non sia quella della caratterizzazione di questi movimenti come di “protesta” e quindi da controllare perché non sfocino nella violenza di malintenzionati che oscurano le ragioni di una pacifica protesta di cittadini che vogliono difendere la loro salute e quella dei loro figli. Viene in evidenza la tematica di marca foucaultiana “violenza e discorso”, secondo la quale la logica del dominio (statale) è insita anche nei “discorsi disciplinari” come forme complementari di esercitare il potere. Le istituzioni e le paraistituzioni dello stato (università, élite colte, istituzioni religiose, in una certa misura i media) sono le fonti principali di questi discorsi disciplinari. <> (M. Castells, Comunicazione e potere, Università Bocconi Editore, Milano 2009, p. 8).

Con le necessarie proporzioni, al di là delle immagini di violenza da ambo le parti e di protesta esibite ai media, nei movimenti di cittadini e soprattutto nei loro discorsi per allontanare un pericolo per la salute che fanno appello al mondo della vita e alla salvaguardia di un territorio violentato, riconosciuti da rappresentanti dello Stato, si possono individuare discorsi alternativi a quelli ufficiali che hanno avuto sanzione in disposizioni legislative per risolvere l’emergenza rifiuti in Campania. Si tratta di una chiave di lettura possibile di dinamiche fondamentali della vita sociale per non cadere nelle trappole del folklore o di difesa di interessi precostituiti, e di una legalità astratta difesa con gli scudi delle forze dell’ordine.

Inoltre, si può pensare che decenni di discorsi ambientalisti e di salvaguardia del creato per allontanare inquinamenti di varia natura, compresi lo sversamento di rifiuti tossici di varia provenienza nelle province campane, abbiano toccato anche le falde dei ceti popolari che non vogliono più subire i miasmi e gli odori nauseabondi delle discariche sotto casa, ricorrendo o meno nella distretta alla Madonna!

Napoli, 27 ottobre 2010
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