Martedì, 04 Gennaio 2011 17:45

È questo il Messico?

Scritto da  Gerardo

Pubblichiamo volentieri l'intervento di Francesco Gervasi, docente all'università di Saltillo (Messico), che risponde alla sollecitazione del direttore a proposito del martirio di Marisela.





È questo il Messico?

Purtroppo, in Messico, il “martirio” di Marisela non è un caso isolato, così come non rappresentano casi isolati la fuga di prigionieri, narcos o delinquenti comuni, dalle carceri del paese e i malfunzionamenti di un sistema giudiziario spesso colluso con la delinquenza. L’emergenza “seguridad” che attanaglia questo paese un giorno l’ho vissuta direttamente, seppure in maniera soft. Io vivo a Saltillo, nel nord del paese, in una delle città considerate ancora relativamente “tranquille”, eppure un giorno, dovendo andare a seguire un corso di formazione vicino alla rettoria dell’Università Autonoma di Coahuila, ho deciso, insieme a dei colleghi dell’università, di non andare, perché si era sparsa la voce che lì vicino era in corso una sparatoria tra polizia e “narcos”. Pare che la sparatoria, in seguito, si sia rivelata una “bufala”, ma la paura che abbiamo avvertito tutti in quel momento, quella no, non è una cosa che scompare con uno schioccare di dita, come una bolla di sapone. È qualcosa che rimane, che ti fa entrare rapidamente nel contesto, che ti permette di comprenderlo istintivamente, al di là dei telegiornali che, ogni giorno, sono pieni di notizie di questo tipo. È naturale che, nonostante la paura, bisogna opporsi con tutte le forze a fatti orribili come quello accaduto a Marisela. Io, dalla mia posizione privilegiata di professore, provo a fare qualcosa, per esempio trattando i suddetti temi in classe, nell’intento di sensibilizzare i miei studenti ad una problematica che non bisogna nascondere, trascurare o rimuovere.

D’altra parte, ritornando alla domanda volutamente provocatoria e finalizzata a stimolare la riflessione del Professor Nesti, è evidente che il Messico non è solo questo. Il Messico è anche un’umanità meravigliosa che ti accoglie e, come si dice da queste parti, “te chiquea”, ti fa sentire a casa tua, anche se vivi a migliaia di chilometri di distanza (come è successo a me!). Il Messico è gente che lavora ogni giorno, spesso ricevendo un salario minimo di circa 100 euro al mese, e che non per questo si affilia alla delinquenza organizzata. Il Messico sono padri e madri che trasmettono valori “umani” ai propri figli, educandoli alla solidarietà, alla condivisione, all’accoglienza, in un mondo sempre più cinicamente votato all’individualismo, che dipinge l’altro come un nemico, e all’amicizia, in un mondo che, per dirla con Simmel, considera gli uomini come se fossero numeri, elementi di per sé indifferenti, che interessano solo per il loro rendimento oggettivamente calcolabile.

Francesco Gervasi

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