In merito alla manifestazione delle donne, organizzata per domenica 13 febbraio 2011, riportiamo una concisa serie di stralci da quotidiani nazionali, a partire dalla dichiarazione del direttore di Avvenire, che si schiera: «Se fossi donna sarei in piazza».
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Marco Tarquinio: «La réclame dell'escortismo ci appesta Il peggiore dei sogni al maschile trasformato in realtà».
MILANO - «Ebbene sì, se io fossi una donna domenica sarei in piazza. Non per politichetta, ma per amore. E per ribellione del cuore e della mente, da credente e da persona libera. Ci sarei per dignità e senso morale». Dal diretttore di Avvenire Marco Tarquinio arriva un'adesione a distanza alla giornata nazionale di mobilitazione delle donne italiane a seguito del caso Ruby, «Se non ora quando», in programma domenica in diverse piazze italiane e straniere.
«TESTIMONIANZE DI VERITÀ» - «Certo non ci andrei - ha scritto Tarquinio nel suo editoriale odierno dal titolo "Ragioni che premono" - per lamentare che è mancato il passaggio del testimone tra le giovani e giovanissime di oggi e le femministe d'antan, come più di qualcuna tra le promotrici ha detto. Ci sarei per dire che non m'interessa un passaggio del testimone, ma ascoltare testimonianze di verità su ciò che è accaduto nel mondo delle donne italiane negli ultimi quarant'anni».
«RÉCLAME DELL'ESCORTISMO» - «Se fossi una donna domenica sarei in quella piazza - ha sottolineato ancora il direttore del quotidiano della Cei - per ribellarmi non solo e non tanto al reato ancora da provare in giudizio di un uomo potente e, come lui stesso dice di sé "qualche volta peccatore", ma alla réclame dell'escortismo che è certa ed è provata e che sta appestando i giornali e ci appesta la vita». «Ci sarei - ha proseguito il direttore di Avvenire - con la speranza di ascoltare voci chiare e consapevoli e accenti nuovi e autocritici su una battaglia per la parità uomo-donna che ha dato frutti importanti e dolci, ma anche agri. E che, soprattutto, per vederlo basta avere gli occhi ha paradossalmente prodotto e radicato nella testa di tanta gente d'Italia anche una vasta, sventata e triste "pari opportunità" dell'involgarimento, della libertà declinata sino allo sciupio di sé. Il peggio dei sogni al maschile trasformato in realtà». «Potrei chiamarla - ha affermato ancora- una "gratuita perdita di senso e una logica dei sensi a pagamento, anche se temo di sembrare un disco incantato. L'abbiamo scritto così tante volte su queste pagine che ne ho perso il conto». (Fonte: Apcom)
(da CORRIERE DELLA SERA.it)
12 febbraio 2011