Lunedì, 14 Febbraio 2011 22:34

Sgombero del campo rom di Giugliano: incontro nella Prefettura di Napoli

Scritto da  Gerardo

Diffondiamo il Bollettino n. 4 – ROMNEWS, rapporto sull'incontro in Prefettura a Napoli, tenutosi lo scorso giovedì 10 febbraio sulle problematiche legate allo sgombero del campo rom di Giugliano, gentilmente fattoci pervenire Domenico Pizzuti.




Bollettino n. 4 – ROMNEWS
Sgombero campo rom di Giugliano: che fine faranno gli abitanti esclusi dalle graduatorie per il nuovo campo?



Centoventi rom saranno ospitati nel campo con containers predisposto dal Comune di Giugliano, e gli altri trecento e passa che fine faranno? E’ il ritornello dei rappresentanti dei tredici campi rom di Ponte Riccio (Giugliano) nell’ incontro promosso ieri dal Prefetto di Napoli Dott. Andrea De Martino sull’urgenza sanitaria che ha dato luogo all’ordinanza di sgombero della Procura di Napoli dello scorso anno per inquinamento ambientale dell’area, dove insistono con l’area industriale i campi rom da oltre venticinque anni. Alla riunione hanno partecipato il Procuratore aggiunto Aldo de Chiara, il sindaco di Giugliano con i dirigenti delle politiche sociali, i rappresentanti della Provincia di Napoli, il “Comitato campano con i rom”, Opera nomadi di Giugliano e Napoli, ed i 4 rappresentanti dei 13 campi rom (450 censiti nel 2008) eletti per interessamento delle associazioni che operano per i diritti e la tutela delle popolazioni rom.

Alla fine dell’animata discussione, in cui tutti i presenti hanno potuto prendere la parola, in riferimento all’insoddisfazione dei criteri per l’assegnazione dei moduli abitativi alle famiglie dei campi, è stata accolta dal sindaco di Giugliano la possibilità di una soluzione alternativa concordata con gli stessi interessati sulla base del superamento accettato dai partecipanti al bando della precedente graduatoria.

Superato questo scoglio, la discussione si è concentrata sulla sistemazione dei 330 esclusi dalle graduatorie, e dal Prefetto chiaramente è stato affermato che non esistono al momento altre soluzioni abitative, e intende adoperarsi a Roma per reperire eventuali risorse nazionali ed europee per altri progetti di sistemazione alloggiativa.

Dai rappresentanti dei rom giuglianesi e delle associazioni è stata più volte ribadita la disponibilità – già in passata evocata - a spostarsi su altri terreni o della stessa area non soggetti a confisca o in altri comuni contermini per autocostruzione delle loro abitazioni. Come percorso è stato indicato dallo stesso Prefetto un tavolo successivo con la partecipazione della Provincia e di altri comuni per verificare possibilità di sistemazione su terreni disponibili, perché la problematica supera i confini del Comune di Giugliano. Le associazioni con i rappresentanti dei rom procederanno ad uno studio della planimetria dell’area interessata per individuare sia aree di raggruppamento momentaneo delle famiglie sgomberate sia di sosta temporanea sul modello dei “campi di sosta breve”, da sottoporre ad una consultazione successiva.

Lo sgombero dell’area per effettuare la bonifica nel termine di 10 giorni, a cui sono interessate le industrie ivi operanti, certo preoccupa per la sorte delle famiglie escluse dalla graduatoria che prevedibilmente o si dovranno concentrare o disperdere nel territorio perché ormai hanno un radicamento non breve nel territorio ed un interazione e scambio con Giugliano che non va sottovalutato. Il Prefetto ha assicurato che il Comune di Giugliano per protezione umanitaria provvederà, in forme non specificate, ad anziani, minori e donne.

Insieme alla mancanza di strumenti normativi di riferimento per le Amministrazioni locali, come una legge regionale, quale “Interventi a sostegno delle minoranze rom, sinti e camminanti” presentata dall’On. Luisa Bossa e non approvata dalla precedente legislatura, si avverte il silenzio e l’assenza della c.d. “società civile” perché a simili emergenze umanitarie oltre alle associazioni di volontariato potrebbero e dovrebbero sopperire anche le chiese, le organizzazioni ed i movimenti sociali se le popolazioni non vogliono rinchiudersi nei propri confini comunali intangibili ad altri gruppi umani. A nostro avviso, non si può pretendere dalle associazioni che provvedano a compiti che spettano alle amministrazioni locali e ad altre Istituzioni, anche se la collaborazione tra cittadini ed istituzioni è da incrementare non lasciandola a pochi volontari!


Domenico Pizzuti

Napoli, 11 febbraio 2011


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