Domenica, 20 Marzo 2011 01:17

Stato e Chiesa. Rappresentanti ecclesiastici alle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia

Scritto da  Gerardo

Riportiamo l’inusuale intervento, inedito, di Domenico Pizzuti sulla partecipazione dei rappresentanti ecclesiastici alle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia.




"Chi ricerca chi" tra Stato e Chiesa nelle celebrazioni per i 150 anni dell’Unita d’Italia.
di Domenico Pizzuti


Nello zapping televisivo delle celebrazioni per il 150 anniversario dell’unità d’Italia, ieri a mezzogiorno in un supermercato Auchan in una serie di schermi televisivi compariva il solenne card. Bagnasco che in S. Maria degli Angeli celebrava di fronte alle più alte autorità dello Stato (“A Messa della CEI le autorità dello Stato”, informava il sito www.Repubblica.it), nel pomeriggio tra gli invitati alla celebrazione in Parlamento con l’elevato discorso del Presidente Napolitano sono stati focalizzati il card. Bertone ed il card. Bagnasco che applaudivano e cantavano l’inno di Mameli. A coronamento, nel palco presidenziale del teatro dell’Opera in occasione del concerto del Nabucco di Verdi si notavano il napoletano card. Vallini, vice-gerente per la diocesi di Roma, ed il genovese card. Bagnasco. Non dispiace un sano patriottismo anche da parte delle gerarchie ecclesiastiche, ma non “pappa e ciccia” tra rappresentanti della Chiesa e dello stato (trono ed altare, si diceva una volta), perché in altra epoca ricordiamo le foto di manifestazioni fasciste con frati e preti baldanzosi in testa.

Questa ricercata presenza di ecclesiastici di rango alle celebrazioni per le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia dopo la non dimenticabile breccia di Porta Pia, al di là di ragioni protocollari, pone almeno una domanda: “Chi ricerca chi” in queste celebrazioni ed apparizioni diffuse dai media nelle case degli italiani, perché denotano chiaramente ri-conoscimento e ri-legittimazione tra Chiesa e Stato nei rispettivi ambiti. Ed una subdomanda che affiora per parlare in politichese, da parte degli alti rappresentanti delle gerarchie ecclesiastiche presenti significa un convenire con il sistema costituzionale di Napolitano o quello disinvolto e poco parlamentare di Berlusconi, il capo del governo di turno? Si ricerca il consenso o plauso della chiesa istituzionale, o piuttosto le risorse morali e spirituali per l’organizzazione sociale, che a loro volta dovrebbero stare a cuore primariamente ai rappresentanti ecclesiastici ed alle comunità cristiane nella società

È noto che dagli anni Settanta in poi, non solo in Italia, nonostante le diffuse teorie sociologiche sulla secolarizzazione delle società moderne, si è manifestata una rinnovata presenza delle chiese e confessioni religiose nella sfera pubblica, riconosciuta anche dal Presidente Napolitano nella parte del discorso dedicata ai rapporti tra Stato e Chiesa lungo questi 150 anni. Al di là delle strategie o politiche ecclesiastiche, non bisogna sottovalutare - come uso dire - la caratura umana se non politica di rappresentanti ecclesiastici di fronte a quella di rappresentanti governativi, anche se al di là delle solennità delle stesse celebrazioni religiose disturba questa ricerca di apparizione a fianco delle più alte cariche dello Stato. Altre considerazioni non ininfluenti spettano nelle sedi proprio al dettato evangelico che riguarda anche i pastori nel loro ruolo principale di “cura animarum” secondo una formula latina classica, per turbamenti ingenerati in fedeli da queste immagini.

Nella serata poi al Teatro delle Vittorie, condotta dal duo Baudo-Vespa, all’inizio è entrato festoso un corteo o processione di figuranti secondo le varie fogge e mestieri degli italiani lungo un secolo e mezzo e comprendeva anche un benedicente vescovo con seminaristi di accompagnamento – ma non suore se non andiamo errati. Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, e naturalmente laici cristiani, con le loro fogge ed opere in servizio della popolazione hanno di fatto segnato l’immaginario collettivo. Una domanda ulteriore da approfondire non riguarda solo il radicamento territoriale della chiesa cattolica nel tempo, ma la sua effettiva influenza nel tempo sull’ethos o costumi civili delle popolazioni, se ci si riferisce non solo alla irrisolta “questione meridionale” sul piano dei modelli sociali e culturali, ma anche a “quella settentrionale” per la politica e la cultura della Lega.


Napoli, 18 marzo 2011

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