Sono tornato da Lampedusa. Diverse le impressioni, anche di fronte al crollo del turismo. Si è creato un clima di paura. L'isola è diventata epicentro reale e simbolico delle migrazioni. Allo stesso tempo, si è mezza svuotata a causa della fobia del clandestino, anche se i migranti che arrivano sono invisibili per chi non vuol vederli...
Mi ha fatto piacere scoprire il concorso cinematografico più a sud d'Europa. Lampedusa in Festival dal 19 al 23 agosto. Non ho potuto assistere ai lavori, ma ho comunque potuto raccogliere informazioni importanti.
Merita di essere segnalato "Il deserto e il mare", di Yimer Dagmawi. È la storia di un giovane studente etiope in Giurisprudenza che si mette in viaggio attraverso il deserto, e che all'arrivo in Libia viene imprigionato, venduto e rivenduto da poliziotti e contrabbandieri di uomini prima di riuscire a prendere un barcone che lo porta a Lampedusa, luogo della sua rinascita.
Il valore di questo film travalica il caso privato e dà volto ai molti con la felicità di essere vivi e la mortificazione di non avere una patria, e di dover bussare a un'altra porta. Auguro al regista il successo che merita. Il documentario ha la durata di 50 minuti.
Informazioni e programma di
Lampedusa in Festival. "L'incontro con l'altro", visita
www.lampedusainfestival.com.
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(AN)