Secondo il Cardinal Ruini chi si dichiara cattolico tale deve rimanere anche quando riveste un ruolo istituzionale: da consigliere comunale a ministro della repubblica, il cattolico deve rimanere tale.
Che significa? Delle due l'una: o l'esimio cardinale si è esercitato nell'arte della banalità, oppure allude a qualcosa di molto più importante (e devastante). Poiché non vediamo il sunnominato cardinale nel ruolo di Monsieur de La Palice, crediamo, purtroppo, che si sia espresso come un perfetto taliban, ovvero: ogni consigliere comunale o ministro durante il mandato affidatogli dai cittadini deve obbedire alle direttive della Chiesa.
Tradotto in italiano corrente ciò significa che il cattolico-politico non deve distinguere tra la propria fede e il proprio ruolo istituzionale, e anzi, con buona pace per il laico rispetto delle differenze inscritto nella carta costituzionale, deve impegnarsi per realizzare la propria... sharia! L'occasione, per affermazioni di una così inaudita gravità, è offerta dalla L. 194, la cui revisione, per il cardinale, è un dovere per ogni cattolico. Chiaramente non è in discussione la libertà d'opinione, ma l'invito a cancellare le altrui opinioni, come se, appunto, le idee espresse in merito dalla CEI dovessero essere considerate il fondamento delle leggi di uno stato democratico.
Chi avesse ancora dubbi sul senso del papato di Benedetto XVI è invitato a riflettere... "
Andrea Spini