Mercoledì, 26 Ottobre 2011 15:32

El Niño Fidencio: una devozione latinoamericana

Scritto da  Gerardo

Da Francesco Gervasi, dell'Universidad Autónoma de Coahuila (Messico), riceviamo il dettagliato resoconto di una visita in una zona nei dintorni di Espinazo (Nuevo León - México), cioè nella Tierra del Niño Fidencio.
Il fenomeno religioso vive qui nelle sue molteplici e anche contraddittorie sfaccettature, dall'ardore della fede al business economico.
Il servizio è corredato di immagini fotografiche che possono risultare di aiuto nella comprensione del fenomeno.


15 ottobre 2011. Ci dirigiamo a Espinazo (Nuevo León - México), “Tierra del Niño Fidencio”. Fidencio era un guaritore che, agli inizi del secolo XX, proprio a Espinazo, si dice abbia sanato moltitudini di persone affette da ogni tipo di infermità. Dopo la sua morte, si diffuse la credenza che fosse santo e che continuasse a incarnarsi in altre persone (materias) per proseguire la sua attività di guaritore. Arriviamo a Espinazo, alle 12.00 circa, in una giornata calda, caldissima. Ma dov’è il paese? Qui c’è solo deserto. Proseguiamo per un sentiero terroso e desolato in autobus. L’autista, come si dice da queste parti, se saca de onda (si meraviglia) perché, contrariamente a quanto ci si aspettava, non c’è molta gente. Forse, dice una collega, per il problema de la insecuridad che, purtroppo, va aumentando ogni giorno di più qui nel nord del paese. Finalmente arriviamo a ciò che sembra un agglomerato di persone simile a un paese. In realtà ciò che appare è un ampio mercato nel quale si vende di tutto: comida (mangiare) e, soprattutto, magliette e altri tipi di accessori dedicati al Niño (ma anche alla Virgen de Guadalupe e a Pancho Villa, eroe “norteño” de la revolución mexicana equiparato a un santo).

Iniziamo a visitare i luoghi di culto dedicati al santo Fidencio: el pirulito, un albero presso il quale Fidencio era solito andare a piangere dopo esser stato picchiato dal suo protettore che lo ospitava; el pozo, una specie di piscina piena di acqua scura, insalubre, probabilmente di fogna (a chi si avvicina giunge un odore forte proprio come di fogna), nella quale i devoti del santo si immergono per sanare tutti i loro mali, fisici o psicologici; la casa dove sono conservati i resti umani di Fidencio e nella quale i fedeli sfilano cantando inni a lui dedicati; nel giardino della casa, el columbio, la riproduzione dell’altalena (poiché la vera altalena, visibile in alcune foto d’epoca, non coincide con quella che i proprietari della casa spacciano per l’altalena che usava Fidencio) che il curandero (Fidencio) utilizzava per curare gli infermi.
Verso le 13.30 il mercato/paese inizia a popolarsi: cominciano a sfilare materias, cioè persone possedute da Fidencio accompagnate dai loro seguaci, varie delegazioni di devoti provenienti da tutti gli stati messicani e anche dagli Stati Uniti, e ogni tipo di curioso. La scena più impattante, forse, è quella che osserviamo nel pozo dove, come anticipato sopra, si immergono i fedeli per sanare tutti i loro mali, incuranti del cattivo odore che emana quest’acqua di fogna, accompagnati da vari tipi di rituali celebrati dalle materias. Nella casa dove è ubicata la tomba di Fidencio, si possono apprezzare alcuni contenitori di vetro contenenti tumori estirpati dal santo, le stampelle abbandonate da persone che hanno ripreso a camminare grazie al suo intervento, vari tipi di “ex voto”.

Quella dedicata al Niño Fidencio è realmente una devozione che esprime, con forza, la tendenza dei credenti moderni a privatizzare il loro bisogno di sacro: da un lato esiste una “Iglesia Fidencista Cristiana” registrata presso la “Secretaría de Gobernación” (istituzione presso la quale bisogna registrare tutti i culti presenti nel paese) dagli eredi della famiglia che ospitava Fidencio in vita, e, dall’altro, un’infinità di gruppi di devoti, ognuno guidato dalla sua materia (chiunque può svegliarsi una mattina e sostenere di essere una materia e, se ha successo, Weber direbbe carisma, può, in poco tempo, stimolare la nascita di un gruppo di fedeli/seguaci), che, in alcuni casi, si riconoscono nella suddetta chiesa, e, in altri, si autodefiniscono cattolici, nonostante la Chiesa Cattolica Apostolica Romana non abbia mai riconosciuto questo culto né la santità di Fidencio.
Ciò che è certo è che Espinazo, un paesino abbandonato nel deserto e dimenticato da Dio, vive di questa devozione e, prima che iniziasse il “fenomeno” di Fidencio, era destinato a sparire.

Alle 16.30 ci dirigiamo verso l’autobus per ritornare a casa, ma, prima di andarcene, incontriamo una materia che ha voglia di raccontarci la sua esperienza: si chiama Daniel, di professione contabile, vive in un paesino di nome “Las castañas” e sostiene che ogni sabato lo spirito di Fidencio lo possiede e gli permette di realizzare moltissime guarigioni. Critica la “Iglesia Fidencista Cristiana” perché, a suo parere, rappresenta solo una forma attraverso la quale si prova a lucrare utilizzando questa devozione.
Inoltre, quando gli domando se lui si definisce cattolico, mi risponde di sì, che lui è un cattolico, che il parroco del suo paese ha anche accettato la devozione al Niño Fidencio, e che, quando voglio, posso andare a trovarlo per osservare come realizza le sue guarigioni (per le quali non chiede denaro). Mi convince. Appena gli impegni all’università me lo permetteranno realizzerò una nuova spedizione, direzione “Las castañas”, ma con lo stesso obiettivo: saperne di più sulla devozione al Niño Fidencio, una devozione che, nelle moderne società secolarizzate, esprime con sempre maggiore forza il bisogno atavico di stare bene “qui e ora”, di vincere il male, nell’aldilà, ma soprattutto su questa terra.

Francesco Gervasi
Universidad Autónoma de Coahuila – Messico




















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