Martedì, 08 Novembre 2011 12:32

Scampia e il problema della droga

Scritto da  Gerardo

Presentiamo la seconda delle due note inedite su Scampia ricevute da Domenico Pizzuti.
Riguarda il problema della droga ed è a firma di padre Sergio Sala.
Buona lettura!



Tra la valle dei sogni e la via del cimitero
Sergio Sala

Da quando nel mese di settembre dell’anno scorso l’ex asilo tra la torre 12 e la torre 13 è stato abbattuto, l’aspetto dell’area esterna al Lotto P è molto cambiato. La scomparsa di quello che era stato definito “l'asilo dei tossici”, il “droga-shop”, la “casa del buco", ha comportato altri fenomeni e variazioni. Nel corso dei mesi si sono verificati:

- una migrazione dei tossicodipendenti verso la “valle dei sogni” (altro nome ad effetto), un blocco in cemento davanti ad una gola di fronte alla torre 14, presto evacuato dalle forze dell’ordine;

- una concentrazione di persone nella curva di via Ernesto Rossi;

- una penetrazione di parte delle stesse oltre la recinzione dopo aver creato un varco rompendo l’inferriata;

- la costruzione di vari ripari contro la pioggia e il sole;

- l’innalzamento di un terrapieno da parte degli abitanti di “via del cimitero”. Da notare che il nome, proveniente non dal popolo o dai giornali come i precedenti ma dalla toponomastica, descrive tristemente la sorte di molte tra le persone che affollano quel luogo;

- un ulteriore intervento delle forze dell’ordine nella valle dei sogni, il che dimostra che quel gabbiotto deve essere costantemente monitorato.

Ogni tappa è stata descritta più o meno fedelmente da articoli apparsi su quasi tutti i quotidiani locali: Corriere del mezzogiorno, Mattino, Roma, Cronache di Napoli e altri.

Il colpo d’occhio attuale consiste in decine di giovani ed adulti che si drogano all’aperto, in una recinzione divelta, in un tappeto di siringhe, in una collinetta artificiale, e durante l’estate in un carretto che vende granite. Gli abitanti ed i passanti vedono in sequenza ragazzi e adulti che attendono impazienti l’ora della propria dose, persone che corrono appena arriva il segnale che le forze dell’ordine si stanno avvicinando, amici che si aiutano a conficcarsi siringhe in gola perché le altre vene sono rovinate, poveri Cristi accasciati al suolo in stato di allucinazione, “mandriani” (i gesti e le espressioni sono gli stessi) che spingono i tossici all’interno della recinzione quando la camorra preferisce liberare la piazza, ed altre innumerevoli scene poco edificanti.

Che fare? Il confronto tra operatori sanitari, operatori pastorali, società civile, ha portato a qualche idea, ma ancora a nulla di veramente concreto. Tra le proposte menzioniamo quella del “camper”, già sperimentata: si tratta di un’unità mobile equipaggiata con materiale di prima assistenza e persone con cui parlare. Non risolve alcun problema ma dà a queste persone la sensazione che qualcuno si preoccupa per la loro salute.

Ci siamo chiesti se l’abbattimento dell’ex asilo abbia portato ad un miglioramento o ad un peggioramento della situazione tra la valle dei sogni e la via del cimitero. La risposta è articolata ma la conclusione è secondo me molto chiara: c’è stato un miglioramento per i tossicodipendenti ed un peggioramento per gli abitanti. I primi si trovano ora in un ambiente meno degradato e subiscono meno ingiurie e vessazioni di quanto succedeva nello squallore della casa del buco. I secondi stanno peggio perché incontrano costantemente quel che precedentemente era occultato alla vista. Siccome il cristiano deve stare dalla parte degli ultimi, in questo caso i tossicodipendenti, riteniamo che nonostante la descrizione da inferno dantesco, l’abbattimento dell’edificio sia stato molto positivo.


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