Martedì, 23 Ottobre 2012 23:15

Marianella s’è desta post mortem? La fiera voce di Rosanna

Scritto da  Gerardo

Riceviamo da Domenico Pizzuti una riflessione in merito alla manifestazione promossa nel centro di Marianella lo scorso 18 ottobre, per non dimenticare l’omicidio per errore di Pasquale Romano sotto la casa della fidanzata ad opera di killer della camorra.




Marianella s’è desta post mortem? La fiera voce di Rosanna

Ampio rilievo è stato dato dalle cronache giornalistiche alla manifestazione promossa nel centro di Marianella giovedì 18 ottobre dal “Coordinamento Campano delle vittime innocenti di criminalità” e dall’Associaziome “Libera contro le mafie” per non dimenticare l’omicidio per errore di Pasquale Romano sotto la casa della fidanzata ad opera di killer della camorra. E gli altri due morti ammazzati per mano di mandanti della stessa criminalità sono figli del diavolo? “Noi siamo quelli puliti: Sono gli altri che ora si devono nascondere. Perché noi siamo le persone oneste” secondo un’affermazione della fidanzata Rosanna Ferrigno. Una distinzione tra vittime innocenti, cioè persone perbene, oneste e criminali operanti nei circuiti perversi della criminalità organizzata detta “camorra”, in tutti e due i casi “morti per mano di Caino” per dirla con don Vittorio Siciliani. I primi meritano lutto pubblico, ricordo, commemorazione per non dimenticare, i secondi la dannazione eterna da parte della società, perché i primi sono innocenti e non meritevoli di una morte ingiusta sotto una gragnuola di colpi, i secondi si potrebbe dire “se la sono meritata” per le attività criminali esercitate.

Ad una riflessione ulteriore si potrebbe affermare che è infranto da mano perversa il patto societario della generazione, preservazione e promozione della vita, valore supremo, a cui hanno diritto i cittadini di una società, e l’esercizio della violenza legittima è attribuita allo Stato. Terribili sono le parole del Signore a Caino dopo l’uccisione del fratello innocente: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti, ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». (Gen. 4, 10-12). Anche Rosanna, dopo i micidiali colpi esplosi sotto casa ha avuto la triste visione del sangue del fidanzato versato sul suolo, che è maledizione per chi lo ha versato, per la terra non più fruttifera e per l’uccisore che è condannato all’esclusione dalla vita sociale, non degno di vivere nella società degli uomini, come nella pena dell’ergastolo. Al di là della pubblica manifestazione per non dimenticare una vittima innocente (160 in Campania), questi episodi di morte violenta per mano altrui non sono un solo un profondo dolore per i familiari, ma una ferita per l’intera comunità che vede strappata la vita dei suoi figli, come hanno scritto i genitori alla Ministra Cancellieri, che ha voluto abbracciare i familiari.

Per queste sovrane ragioni una popolazione non si può chiudere in casa per una paura non irragionevole perché il pericolo potrebbe essere nella porta accanto o sotto casa, ma deve esprimere anche pubblicamente la sua riprovazione, condanna, e maledizione delle violenze gratuite alla vita dei componenti della comunità. Anche i dodici apostoli finchè erano rinchiusi nel Cenacolo per paura dei giudei, erano pusillanimi senza parola, che fu dischiusa e annunziata pubblicamente sotto l’energia dello Spirito. Da questo punto di vista, le parole di Rosanna che non indulgono ad un dolore che rimane una ferita che brucia nel cuore, ma diventa parola, messaggio per una comunità, a non avere paura, a svegliarsi «tutti noi napoletani, noi siamo molti di più e per questo dobbiamo scendere nelle strade», perché «La camorra non vale niente». E’ stato riportato che la sera nel casale, un tempo comune, di Marianella vige il coprifuoco ed anche in occasione della manifestazione di ieri sera gli abitanti hanno abbassate le saracinesche e chiuse le finestre lungo il percorso del corteo. Un clima di paura ed omertà dei residenti ha accompagnato il corteo anti-clan. Anche il Vescovo di Aversa nell’omelia del funerale non ha voluto bruciarsi le mani o meglio la bocca per eccesso di prudenza facendo riferimento alla camorra omicida.

Ci hanno molto impressionato le parola coraggiose e vere di questa figlia di Marianella come interprete dei valori da difendere e del risveglio di una comunità impaurita e silente, perché il dolore ha dischiuso la parola di una cittadina per la sua comunità che non può perdere la sua libertà e vita per la prepotenza ed controllo non solo del territorio ma delle menti.

ONORE A PASQUALE ROMANO E ROSANNA FERRIGNO.


Napoli 20 ottobre 2012
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