Venerdì, 22 Marzo 2013 02:12

Vescovi in America Latina. Anomalie nel cattolicesimo

Scritto da  Gerardo

Dalla parte degli ultimi: ancora una testimonianza dal cattolicesimo latino-americano.
Nel seguito puoi leggere un articolo di Francesco Gervasi, dell’Universidad Autónoma de Coahuila (Messico).
Buona lettura!



Monsignor Raúl Vera: il vescovo atipico della diocesi di Saltillo

Il vescovo di Saltillo, monsignor Raúl Vera, è sicuramente un personaggio atipico, una figura insolita all’interno della Chiesa cattolica, una di quelle di cui il cattolicesimo, senza dubbi, ha un disperato bisogno, ancor più in questa fase storica caratterizzata da scandali, calo di fedeli e vocazioni, o, per sintetizzare una categoria proposta da Peter Berger, da una perdita generalizzata di plausibilità.
Raúl Vera, definito dal quotidiano “Vanguardia” (1) un personaggio “anomalo e originale, perché è un vescovo impegnato nel mondo, nel sociale, invece che nell’aldilà, e perché è un vero cristiano”, nasce nel 1945 a Acámbaro, nello stato di Guanajuato, studia teologia in Italia (a Bologna e a Roma) e il 20 marzo del 2000 diventa vescovo della diocesi di Saltillo. Qui, nella capitale dello stato di Coahuila, si distingue per alcune caratteristiche “anomale e originali”: la sua ardua difesa dei diritti umani che lo porta a fondare il centro Diocesano per i Diritti Umani Fray Juan de Larios, l’appoggio alle rivendicazioni dei minatori della regione per ottenere salari più degni e, soprattutto, condizioni di lavoro più umane, il sostegno ai familiari dei “desaparecidos” (gli scomparsi) per mano del narcotraffico, la censura aperta di candidati e partiti supportati dalla delinquenza organizzata. Inoltre Vera rappresenta il punto di riferimento fondamentale per i migranti centro-americani e del sud del Messico che approdano a Saltillo per passare dall’altra parte della “frontera”, sostiene i diritti delle popolazioni indigene presenti in Messico e, cosa del tutto inusuale, difende i diritti di lesbiche e omosessuali (2).
Ricordo un aneddoto, raccontatomi da un collega, relativo al primo Natale trascorso da Vera come vescovo della diocesi di Saltillo, che riflette perfettamente la sua personalità fuori dal comune all’interno del cattolicesimo contemporaneo. Poco prima di Natale del 2000, Vera organizza una sorta di festa, apparentemente per presentarsi alle persone più ricche e potenti della città. Di fronte a un pubblico ansioso di apparire, di sfoggiare sorrisi falsi e di ricevere la legittimazione religiosa del proprio stile di vita, Vera all’improvviso fa una richiesta un po’ strana. “Chi sarebbe disposto a ospitare una famiglia povera, molto povera, che in questo periodo, più che mai, ha bisogno di aiuto e affetto?”. I presenti rimangono di sasso, iniziano a fare i finti tonti, rivolgono lo sguardo al soffitto, nessuno vuole ospitare una famiglia di povera gente, ancor meno nel periodo natalizio. Vera, registrata la reazione dei suoi commensali, inizia a scuotere la testa e, con sguardo fermo e deciso, li rimprovera con le seguenti parole: “Mi dispiace per voi, perché avete perso una grande occasione. La famiglia che vi chiedevo di ospitare era la “Sacra Famiglia”. Ma effettivamente nessuno di voi è degno di farlo”.

Non so se l’aneddoto sopra menzionato si riferisca a fatti realmente accaduti o no, non ho potuto verificarlo, ma ciò che è certo è che monsignor Raúl Vera è un vescovo veramente atipico, un personaggio “anomalo e originale”, come ne occorrerebbero di più all’interno della Chiesa cattolica. È una persona amata soprattutto dai più deboli, dai più poveri, dai discriminati, dai perseguitati della società. È, in altri termini, un vero cristiano.


Francesco Gervasi
Universidad Autónoma de Coahuila (Messico)
Saltillo, 20 marzo 2013


(1) Carlos Manuel Valdés, Raúl Vera, un obispo anómalo y original, in “Vanguardia” del 06/01/2013.
(2) Obispo pide a católicos reconozcan dignidad de gays y lesbianas, in “Noticias 24” del 23/09/2008.


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