Mercoledì, 07 Agosto 2013 12:59

Il carcere di Berlusconi visto da Secondigliano

Scritto da  Gerardo

Da Domenico Pizzuti s.j., riceviamo le riflessioni da un’omelia domenicale sul caso del giorno, il Berlusconi condannato.
Buona lettura!





OMELIA DOMENICALE SUB BERLUSCONI CONDEMNATO
di Domenico Pizzuti


Nella celebrazione della Messa della scorsa domenica, in cui le letture bibliche facevano riflettere sulla cupidigia di beni materiali come idolatria, fomite di superbia e arroganza, ho ritenuto proporre tre brevi considerazioni sul caso del giorno (Il Berlusconi condannato in un giudizio definitivo) che non invadessero il campo specificamente politico, in considerazione della diversità di opinioni tra i fedeli. Una partecipante le ha definite “filosofiche”, e coinvolgono responsabilità non solo personali, ma in quanto attore politico di fronte al Paese.

In primo luogo, la presenza imponente del carcere di Secondigliano e le famiglie del quartiere Scampia e dei Rom dei due campi nomadi con numerosi congiunti in carcere per vari reati, al di là della Chiesa, evidenzia che questi senza sollevare questioni se non quelle processuali hanno affrontato il carcere per i reati commessi. È la condizione comune, anche se penosa, e non si capisce perché il Berlusconi dovrebbe essere al di sopra delle leggi e delle sue sanzioni e non affrontare le conseguenze dei suoi comportamenti accertati in giudicato dalla pronunzia della Suprema Corte. Le sentenze vanno rispettate ed eseguite, e il consenso popolare non esclude nessuno dalla responsabilità penale in un regime di democrazia. Bisognerebbe maggiormente, a nostro avviso, riconoscere e approvare pubblicamente l’operato della Magistratura che non guarda in faccia a nessuno. Le arance le porteremo poi ai reclusi di Secondigliano, e degli altri carceri.

In secondo luogo, l’agitazione continua della vita politica da parte del Nostro in relazione ai suoi processi ha prodotto e produce uno stato permanente di propaganda elettorale e mobilitazione dei seguaci che non ha facilitato negli ultimi vent’anni la governance del paese con i numerosi problemi da risolvere. Non si rivela un campione del bene comune ma a difesa dei problemi processuali personali, pur considerando che l’agone politico si svolge senza esclusione di colpi e finalmente solo il giudizio degli elettori decreta il successo o il fallimento di un movimento e del suo leader. La stessa “Famiglia cristiana”, in nome della sopravvivenza del centrodestra e dei milioni dei cittadini che l’hanno votato, si è pronunciata perché il Nostro faccia un definitivo passo indietro e non continui a tirare la corda. Anche per la conservazione della salute!

In terzo luogo, per una vena di romanticismo che mi può essere perdonato, fa male vedere le “amazzoni” del Cavaliere dinanzi ai microfoni ripetere senza personalità, anche in occasione della manifestazione domenicale, le solite argomentazioni o tiritere del gruppo dirigente del PDL, che danno l’impressione di una sistematica inversione per cui la menzogna diventa verità e la verità menzogna. Il Re è innocente, pulito, e l’operato di una parte della giustizia è attribuita a ideologia di un movimento. Ci rendiamo conto che gioca l’appartenenza e le poltrone ricevute... Viene da dire: “Bella Carfagna, una volta tanto, di’ qualcosa di tuo!”

A chi giustamente ha rilevato l’evanescenza dei cattolici in politica, si può far rilevare che è mancata o è stata inefficace al Nord e al Sud l’educazione e formazione dei cristiani ma non solo all’etica pubblica. Per una propaganda e comportamenti che hanno fatto macerie di valori nella sfera pubblica e privata e talora un compromesso (se non fornicazione) della Chiesa con il leader di Forza Italia. Si tratta di ricostituire una “Religione civile” storicamente debole nel nostro Paese.

Napoli, 5 agosto 2013
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