Lunedì, 04 Novembre 2013 20:06

L’incontro epistolare tra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari

Scritto da  Gerardo

Sembra si sia aperta una nuova stagione di riflessione tra laici e cattolici. L’occasione è data dall’incontro epistolare tra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari, che oggi, parlando insieme, stupiscono per la “sorprendente dimestichezza” con cui condividono “un codice comune di comunicazione che assume il carattere di una riscoperta”.
Riportiamo qui di seguito l’articolo di Mario Pirani, apparso su “la Repubblica”.



Dal catto-comunismo all’odierno dialogo
di Mario Pirani (Repubblica 4.11.13)


Con l’incontro epistolare fra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari una nuova stagione di riflessione ideologica reciproca si è aperta tra l’intellighentia laica e quella cattolica. È un evento di non poco momento che richiama vicende trascorse, destinate, foss’anche nella forma, ad un destino irripetibile. E in un certo senso lo sono, anche se i più anziani fra noi ricordano quell’intreccio di idee, di controversie, di passioni, messe continuamente alla prova, che dalla fine degli anni Cinquanta al Concilio Vaticano II tracciarono il profilo di quel rapporto fra cattolici e comunisti, unico in Europa, quasi intangibile da bordate devastanti, come la scomunica di Pio XII, l’ira di Cl, lo scontro politicamente predominante tra De Gasperi e Togliatti. Eppure quel rapporto da ogni cenere risorse, fino a quando non le maledizioni vaticane, ma il disgregarsi per ragioni endogene di quelle due “ecclesie” non ne dissolse l’empito dirompente. Si pensò allora che una Storia fosse esaurita e nuovi cammini si andassero approntando, in luogo di quel tracciato catto-comunista su cui per decenni quegli eserciti di popolo erano adusi a ricomporsi.

Oggi il parlare assieme e la sorprendente dimestichezza di un codice comune di comunicazione assume il carattere di una riscoperta e non parlo solo di epifanie giornalistiche, officiate da Francesco o dal fondatore di Repubblica ma da svariate iniziative che germogliano ovunque. Mentre a Milano studiosi di fede diversa intrecciano un dibattito su “Un’ economia a misura d’uomo”, a Roma l’Aspen, una fondazione internazionale radicata nel mondo anglo-sassone, riunisce a palazzo Lancillotti nella sua sede italiana un seminario presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi, con la partecipazione di uomini di impresa e studiosi laici di vario orientamento, da Giulio Tremonti a Luigi Bruni per affrontare il tema “Gratuità ed economia di mercato” sulla base di vari testi tra cui spiccavano recenti brani di Papa Francesco e di Benedetto XVI, del professor Stiglitz e del cardinale Turkson (“Per un’economia basata sulla logica del dono”), ecc.

L’originalità in confronto al passato sta nel fatto che un tempo i seguaci delle diverse dottrine avrebbero affrontato il dibattito ognuno nel proprio orto (ad esempio “Il pensiero sociale cattolico”), mentre giudizi e confronti si sarebbero incrociati all’esterno gli uni dagli altri. Ora, invece, l’elaborazione di un pensiero non solo economico profondamente rivisitato avviene all’interno di un unico crogiolo di passione e ricerca. Come rammenta Bruno Forte, arcivescovo di Chieti, rifacendosi a un intervento del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni «dopo secoli di predicazione cristiana contro la “superstizione giudaica” e la vanità dell’attesa messianica, oggi la fedeltà ebraica diventa un modello per i cristiani e per l’umanità e questa è una svolta non improvvisa ma molto significativa, di cui anche gli ebrei dovranno prendere coscienza». Gli risponde il vescovo di Chieti: «L’altro non è minaccia ma ricchezza, non pericolo, ma possibile modello e dono. Gesù, ebreo di nascita e per sempre, non potrà non esser contento di questa parola di verità e di amore del Successore di Pietro. Gli odi fomentati dall’ideologia moderna, sono tragiche memorie del passato». È venuto ormai il tempo – scrive Francesco – e il Vaticano II ne ha inaugurato la stagione, di un dialogo aperto e senza preconcetti che riapra le porte per un serio e fecondo incontro con l’altro, con ogni altro».

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