"Fino a ieri sera usavo consolare i miei ragazzi con la promessa d'una redimibilità della parte migliore della DC. Dicevo loro che con le preferenze potevamo costruire un partito cristiano fatto tutto di sindacalisti e di massaie. Della Cisl m'hai insinuato il sospetto d'infiltrazioni dell'area del dollaro. Delle Acli, massa di manovra ecclesiastica. Di Fanfani, conformismo. Di La Pira, paternalismo. Dell'Acli, merda. Di Pio XII, merda. Di Dossetti, disperazione... Ti chiedo solo la carità... di ricostruirmi qualche buona notizia da dare ai miei giovani...
Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene fare scudo né davanti agli uomini, né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto"
(Lettera ai giudici, 1965, p. 51).
Alla vigilia del Natale 2008, pare opportuno rileggere una riflessione di d. Lorenzo Milani.
“Per un prete quale tragedia più grossa di questa potrà mai avvenire: essere liberi, avere in mano i sacramenti, Camera, Senato, stampa, radio, campanili. E tutta una dovizia di mezzi divini e umani, raccogliere il bel frutto... di essere amati dai più forti. Avere la chiesa vuota. Vedersela svuotare ogni giorno di più...“.
(Esperienze Pastorali, pp. 464-465)