Venerdì, 08 Febbraio 2008 02:11

La “nuova” preghiera per gli Ebrei

Scritto da  Gerardo

Ci giunge una nuova “puntura di spillo”, in relazione ad alcune considerazioni in relazione alla querelle sulla "nuova" preghiera del Missale Romanum.
Che volentieri pubblichiamo.



La preghiera per gli Ebrei, della Liturgia del Venerdì Santo del Missale Romanum, per disposizione di Papa Ratzinger, nella traduzione italiana suonerà più o meno così (la traduzione è mia n.d.r.):

Preghiamo anche per gli ebrei, affinché Dio Nostro Signore illumini i loro cuori, affinché riconoscano Gesù Cristo, salvatore di tutti gli uomini.

Preghiamo. Pieghiamo le ginocchia. Alzatevi.

Dio sempiterno e onnipotente, che vuoi che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità, concedi propizio che con l’ingresso di tutte le genti nella Tua Chiesa tutto Israele sia salvo, Per Cristo Nostro Signore. Amen
”.

Essendo cresciuto ed avendo maturato la mia fede e sensibilità religiosa nel periodo post-Conciliare ho sempre partecipato alla liturgia del Venerdì Santo in cui viene usato il Messale in lingua italiana. La Preghiera per gli Ebrei, in tal caso, si esprime in questo modo:

Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.

Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.


Non sono un esperto di liturgia ma sembra quasi che per coloro che amano il rito in latino non sia facilmente tollerabile il riferimento alla elezione ed alla primogenitura del popolo di Israele nella Storia della Salvezza e la genericità con cui si parla di “pienezza della redenzione” senza l’ulteriore precisazione che essa si realizzerebbe soltanto nella universale adesione alla Chiesa.

Pare inoltre evidente che il “nuovo” testo della Messa in Latino, rispetto al parallelo testo della liturgia in Italiano, oltre a generare sconcerto in non pochi fedeli cattolici, imprima, come rilevato dal Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, un notevole passo indietro nel dialogo con gli Ebrei.

STEFANO DOMMI
Scandicci (Firenze)
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