Giovedì, 19 Giugno 2008 20:16

La Chiesa, tra pratica e virtù

Scritto da  Gerardo

Con piacere presentiamo un altro contributo di Stefano Dommi, un’altra “puntura di spillo” che anche stavolta buca dove deve.
Al di là dello spunto, giova riflettere sull’ideologia della Chiesa (“ideologica” nel più classico senso marxiano del termine), che predica l’opzione preferenziale per i poveri e si comporta in modo leggermente diverso…

Puntura di spillo
di Stefano Dommi

Premetto che non sono un cultore della cronaca rosa e il cosiddetto "gossip" non rientra affatto fra le attività da me predilette.

Mi ha comunque sconcertato la notizia che la celebrazione del matrimonio tra Flavio Briatore e la showgirl Elisabetta Gregoraci celebrato a Roma il 14 giugno 2008 nella Chiesa del Complesso Monumentale di Borgo Santo Spirito in Sassia, ha visto il coinvolgimento del Cardinale Paul Poupard, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso.

Secondo la stampa specializzata, il costo totale del matrimonio tra Briatore e la Gregoraci (in abito bianco di Roberto Cavalli, con velo di sette metri e tiara di diamanti e platino in testa) ammonterebbe a un milione e mezzo di euro. Il calcolo tiene conto del brunch al ristorante romano "La Veranda" e della sontuosa festa a cui hanno suonato i Duran Duran di Simon Le Bon. Tra
le voci che hanno inciso sul budget, il trasferimento con jet privato a Trapani per la minicrocera alle Egadi sullo yacht del team manager della Renault, il successivo tour della Tunisia con ultima tappa prevista a Soverato, in Calabria, località natale della soubrette.

Sarà che ai miei occhi il notissimo, discusso e discutibile imprenditore rappresenta una vera e propria icona vivente della volgarità e dello strapotere del denaro; sarà che la sua sguaiata ostentazione del lusso e della ricchezza l'ho sempre decifrata come una offensiva irrisione per chi vive con misura e sobrietà ed una vera e propria bestemmia verso chi lotta contro la miseria.

Appare sempre più chiaro a questo punto che per alcune delle alte gerarchie ecclesiastiche cattoliche tra i tanto sbandierati "valori non negoziabili" per chi si richiama all'insegnamento di Gesù Cristo non rientra quello di condurre una vita senza eccessi e nel dispregio di Mammona.

In nome della dottrina e della morale si negano sacramenti a poveri disgraziati; in nome della visibilità della potenza si benedicono le nozze di chi esplicitamente proclama con il proprio stile di vita la fede assoluta nel primato assoluto dei soldi.

Consapevole che è forse temporaneamente tramontato il tempo nella Chiesa dell'"opzione preferenziale per i poveri", mi faccio consolare la mente e riscaldare il cuore dalla lettura della Sacra Scrittura:

"E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage."

(Giacomo, 5, 1-5)
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