America Latina e Teologia della Liberazione

D. – Nel suo intervento ha detto che quando Joseph Ratzinger è stato eletto Papa, lei ha pianto per tutto un giorno…
R. – In Brasile e in America Latina io difendo la Teologia della Liberazione. La Teologia della Liberazione fu duramente avversata da Ratzinger quando era al comando del Sant’Uffizio. Furono venti anni di implacabile persecuzione e di distruzione chirughica. I vescovi venivano nominati solo se erano conservatori. I professori di sinistra venivano espulsi dall’Istituto Teologico. I libri di scrittori progressisti erano proibiti.
In Brasile erano molto comuni i “padri sposati”, che non esercitavano il ministero ma insegnavano teologia. Furono tutti cacciati dall’Istituto Teologico.
Inoltre, il Sant’Uffizio ha fatto introdurre l’innovazione carismatica per combattere le sette evangeliche (protestanti) e le comunità di base (cristiane).
Per me, questa elezione significa la continuità di questa politica.
La mia vita nei prossimi dieci anni sarà soggetta a questo. Così, trent’anni della mia vita [Padre Lopes è stato ordinato venti anni fa, quando aveva 28 anni] saranno trascorsi sotto il comando di questa politica. Tutta la mia esistenza è stata e sarà sotto l’influenza e il potere di Ratzinger. Mi ritengo un uomo sfortunato.
Quello che mi affascinò della Chiesa fu proprio la Teologia della Liberazione, perché conteneva un forte riferimento alla società. A tutt’oggi continuo a credere nella Teologia della Liberazione ed a ritenere che in questa vi sia l’alimento spirituale che più di ogni altro mi stimola positivamente e mi aiuta a compiere il mio dovere.

(Cristiana Natali e Gerardo Fallani)