Giovedì, 31 Agosto 2006 13:14

Studenti ospiti alla Summer School

Scritto da  Gerardo

Abbiamo posto un paio di domande a due studenti dell’Università Autonoma del Messico, Louís Jesus Martinez e Hiram Villalobos, entrambi inseriti nel dottorato di ricerca di studi antropologici.

Louís Jesus Martinez, 29 anni

D. – Louìs, come studente di antropologia, qual è la tua percezione della Summer School?
R. – Sono stato molto colpito da questo spazio, per me molto interessante, per discutere e confrontarsi su temi importanti.
In particolare mi è riuscito interessante confrontare le diverse percezioni su di un medesimo fenomeno. In definitiva, il risultato è stato incoraggiante: mi sono reso conto che la differenza tra culture lontane può essere minima e comunque minore di quanto ci si potrebbe aspettare. Questo, immagino, può dipendere dalla modernità e dalla globalizzazione che di questa è espressione.
Detto questo allora diventa interessante cercare ed approfondire i punti di contatto, ciò che abbiamo in comune. E il religioso può fornire un ambito privilegiato.


Hiram Villalobos, 25 anni

D. – Hiram, qual è la sensazione che tu riporti come associata a questa tua esperienza alla Summer School?
R. – Direi una sensazione di coinvolgimento. Mi sono trovato come in una riunione tra colleghi, ma anche tra amici, nella quale c’era modo di conoscere e condividere diverse maniere di guardare al religioso. Senza dimenticare l’opportunità che ho avuto di parlare con professori che operano in altre parti del mondo, cosa questa che è avvenuta sia negli interventi che si sono succeduti nelle varie sessioni – e includo anche le domande e le discussioni che ne sono seguite – e sia nel continuare a dibattere su varie questioni anche al di fuori del contesto del convegno – penso alle conversazioni avute nel resto delle giornate sia durante i pranzi che negli spazi serali.
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