Domenica, 03 Settembre 2006 14:02

Aghiasmata, un tributo in forma poetica al pluralismo religioso

Scritto da  Gerardo

Abbiamo intervistato Giorgos Moutevellis, autore di "The Miraculous Holy Springs of Istanbul", il film documentario che ha ricevuto la menzione speciale della Giuria del Festival.

D. – Nel suo “documento”, si nota una sorta di sovrapposizione tra il sacro
e la rappresentazione artistica e viene quindi da chiederle in che misura l’arte, nelle sue forme, sia da lei ritenuta un medium adatto alla sacralità o, in altri termini, alla rappresentazione del fenomeno religioso.
R. – Ho voluto fare un lavoro che più che un documentario fosse un’opera poetica. In questo senso lei ha ragione: per mostrare il fattore religioso ho utilizzato il valore artistico delle immagini. D’altronde, io non sono religioso ma amo e rispetto i credenti di tutte le religioni. Questo mi mette particolarmente a mio agio con l’idea che l’arte sia il mezzo più adatto per esprimerne il fascino e anche il mistero. Peraltro, la mia formazione di archeologo per un verso e la mia attività di fotografo per un altro, sono comunque evidenti, credo, in questo lavoro.

D. – Interessante che lei si sia definito “non religioso”. Ci può spiegare cosa intende?
R. – Non sono un credente né appartengo a una qualche confessione religiosa. Per questo, il senso del mio lavoro sulle sorgenti [Springs] sacre richiama una tradizione che vorrei fosse trasmessa e che dunque vorrei continuasse ad essere. In altri termini, sebbene non sia religioso, ho un profondo rispetto e un grande apprezzamento per le persone e per i luoghi che attribuiscono valore alle tradizioni.
Vorrei anche aggiungere che questo farmi veicolo di trasmissione è un po’ il mio modo di rispettare e soprattutto di “amare” i credenti di quella religione.

D. – Dunque possiamo considerare il suo lavoro un tributo, se non un dono, ai devoti delle Holy Springs?
R. – Esattamente. Direi anzi che il mio non essere credente né appartenente a una precisa confessione religiosa ha in un certo senso guidato la scelta di questi luoghi di purificazione, di queste “sorgenti del sacro”. È infatti da secoli che in queste sorgenti confluiscono credenti di diverse religioni ed è evidente l’assenza di barriere tra credo religiosi. In questo senso la metafora della sorgente, proprio per il potere immaginifico di purificazione, da un lato, e di dono della terra dall’altro, sembrava prestarsi molto bene a quella trasmissione di tradizioni che avevo in mente.
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