Mercoledì, 27 Dicembre 2006 18:03

C’era una volta la pietà

Scritto da  Gerardo

Abbiamo una nuova "puntura di spillo" e, come al solito, ringraziamo il suo autore, stavolta nella persona di Giacomo Alessandroni, per il contributo.

Nella lettera, che segue, le taglienti note di un "cattolico di lunga data". Cui non va giù la decisione, proveniente da ben alte e romane sfere, di "negare le sacre esequie a Piergiorgio Welby".

C’era una volta la pietà

Alla c.a. del vicariato di Roma
e p.c. ad alcuni amici

Buongiorno,
sono Giacomo Alessandroni, diocesi di Pesaro, cattolico di lunga data. Sono rimasto molto amareggiato quando stamane ho appreso la vostra scelta antievangelica di negare le sacre esequie a Piergiorgio Welby.

Sono anni [cinque credo] che do il mio otto per mille alla Chiesa Valdese, proprio perchè cattolico, ma ora si è superata la misura.

Non bastava la Lev [Libreria Editrice Vaticana] a mettere i diritti d’autore sui discorsi del Santo Padre. Ricordo che Gesù di Nazaret insegnò "andate ed annunziate a tutti la gioia del Signore risorto", non ricordo che questa frase continui con "e fatevi pagare i diritti d’autore", ma io forse ho letto un Vangelo diverso dal vostro.

Sul "non uccidere" a prima vista un lettore superficiale potrebbe pensare che siamo concordi, se non per il fatto che il Tevere si allarga e stringe ogni qual volta Radio Vaticana deve inondare di radiazioni ionizzanti persone [tra le quali anche cristiani] che pagano con linfomi l’extraterritorialità della Santa Sede.

Non erano sufficienti i cappellani militari che - al pari delle modelle - si fanno fare il calendario e - visto che ci sono - se lo fanno pagare delle Pontificie Opere Missionarie, come se "i nostri ragazzi" fossero in missione.

Io ricordo un Vangelo diverso.

Io ricordo un Vangelo dove Gesù insegna che "le prostitute vi precederanno nel Regno dei Cieli".

Dove il figliol prodigo viene accolto a braccia aperte dal Padre, gli si mette l’anello al dito, si uccide il vitello grasso e si fa festa.
Peccato che il monsignore [il fratello maggiore] quando era in seminario probabilmente non ha letto questa bella lezione di vita.

Dove si insegna a "non giudicare". Il giudizio non solo è passibile di errore [errare è umano], ma compete a Dio. Chi giudica si eleva a rango di Dio e infrange il primo di tutti i comandamenti: "non avrai altro Dio all’infuori di me".

Auguro alla Santa Romana Chiesa un Natale di Risurrezione, di risurrezione dal suo piedistallo di onnipotenza, di pretesa di superiorità a tutte le religioni del pianeta, allo sguardo dall’alto verso il basso con cui guarda tutti gli esseri mortali [dimentica che anch’essa è tale].


Giacomo Alessandroni
Strada Panoramica Adriatica, 116
61100 Pesaro
Italia
Letto 2367 volte
Vota questo articolo
(0 Voti)
Devi effettuare il login per inviare commenti