Il tradizionale colloquio-convegno presso il complesso culturale del Politeama di Poggibonsi promosso dal Cisreco in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune, quest’anno presenta un nuovo e originale programma sul tema Etsi Deus non daretur. Religione dei diritti e diritti della religione, articolato nel tempo.
Nei giorni 3 e 4 novembre sono previsti una serie di interventi che intendono rispondere a quesiti relativi alle nuove relazioni che si pongono fra laicità e religione.
Che senso ha oggi parlare di laicità?
Quali gli spartiacque fra esperienza religiosa personale e sfera pubblica?
Che pensare dell’azione delle chiese nella sfera pubblica?
Quale il nesso fra sfera pubblica e sfera politica? Indubbiamente la democrazia ha bisogno di valori. Ma non è soltanto la Chiesa ad avere “valori non negoziabili”, anche i laici possono avere idee e responsabilità su principi che non possono essere negoziabili neanche in democrazia.
Che accade se la fede da ricerca di opportunità più avanzate diventa la trasposizione giuridica nella società di verità assolute con uno stile in cui predomina l’atteggiamento “ o con me o controdi me”?
Come spiegare che in Italia la Chiesa cattolica goda di una sorta di “plus-valore”?
La Chiesa ponendosi come legislatrice, mentre non sembra riuscire sul piano morale a formare le coscienze, non rischia di rinunciare alla sua funzione evangelizzatrice, alimentando nel contempo lo “scisma diffuso e silenzioso”?
Come pensare ad una chiesa come spazio di confronto fra etiche e atteggiamenti individuali e sociali diversi?
La laicità dello stato come potrà essere l’ambito in cui tutti,anche gli stranieri, si possono trovare nuovi cittadini capiti, rispettati nella loro diversità di cultura e di religione?
La Chiesa cattolica appare oggi ossessionata dai problemi di bioetica come se non ce fossero altri gravi al mondo:dalla tragedia dei bambini che muiono di Aids alla distruzione dell’equilibrio ecologico.
Allo stesso tempo che pensare delle indulgenze nei riguardi dei teocon che vogliono utilizzare la fede ai fini politici come strumento delle guerre di civiltà, come combattere l’uso politico della religione per immunizzarsi dal ritornante fondamentalismo e dall’integralismo?
A questi e ad altre questioni si cercherà di dare una risposta nelle giornate del 3 e del 4 novembre.
Il dialogo però proseguirà nelle settimane successive con una serie di incontri mensili dalla fine di novembre ad aprile 2007, con la presenza di personalità della scienza e della teologia.
In un colloquio finale, probabilmente ad aprile-maggio 2007, si intende fare il bilancio di temi che sono al centro dello stesso dibattito post-conciliare e della stagione del pluralismo religioso contemporaneo, con l’intento di ridare dignità e ampiezza, nonostante gli approcci etnocentrici, provinciali, ad una ricerca di senso che sembra non avere l’eguale nella storia dell’Occidente.