È con piacere che segnaliamo la pubblicazione del libro di
Alberto Mello su
L'ebraicità di Gesù e dei vangeli (EDB, Bologna, 2011), con la
prefazione del Card. Carlo Maria Martini.
Nel seguito, una sintetica quanto esplicativa presentazione del volume.
Il percorso storico di Gesù, i suoi gesti come le sue parole, sono da leggere in un contesto ebraico. Gesù appartiene infatti al suo popolo. Dal punto di vista religioso e antropologico, egli rimane sostanzialmente un ebreo circonciso l'ottavo giorno, che celebra Pesach, che il sabato va in sinagoga, che legge la Scrittura in ebraico e pronuncia la benedizione sul pane e sul vino.
Per definire l'ebraismo di Gesù l'autore cerca di mettere a fuoco sia le somiglianze che le differenze con le varie forme di ebraismo del suo tempo, per quanto documentate o ricostruibili dalle fonti. Individua quattro tappe essenziali:le origini familiari di Gesù, la preparazione al ministro pubblico nel deserto accanto a Giovanni Battista, il ministero in Galilea, che entra talvolta in collisione con l'osservanza dei farisei, la morte a Gerusalemme, che comporta lo scontro con l'autorità religiosa sadducea, e il potere di occupazione romana.
La prima parte del testo è dedicata all'ebreo Gesù, la seconda all'ebraicità dei Vangeli. Quest'ultima affronta gli aspetti letterari e teologici, spesso problematici che legano strettamente i testi su Gesù alla Bibbia e alla teologia ebraica quali il compimento, la sostituzione e l'antigiudaismo cristiano.