Con 223 film in cartellone, 100 tra retrospettiva e corti, 75 opere prime e seconde, 16 titoli in concorso, si inaugura
venerdì 23 p.v. la trentesima edizione di Torino Film Festival.
Nel seguito, uno scritto introduttivo di Pino Picone e il depliant di presentazione che include il
programma della manifestazione.
TORINO 30: si riparte
Si inaugura venerdì 23 p.v. la trentesima edizione di Torino Film Festival.
223 film in cartellone, 100 tra retrospettiva e corti, 75 opere prime e seconde, 16 titoli in concorso tra cui tre italiani…
Questi i dati salienti snocciolati con orgoglio da
Gianni Amelio per il quarto anno consecutivo al timone del più avanzato (un tempo si sarebbe detto rivoluzionario) festival del cinema in Italia. Amato e venerato da chi del cinema ama la carica innovativa, l’amore per la ricerca, l’attenzione profonda per la sua storia. A questo proposito non poteva mancare e non è mancata la proposta di una rilettura critica, esegetica e non rituale, di uno degli autori fondamentali del cinema mondiale del ’900, vale a dire di
Joseph Losey, uno dei grandi “irregolari” del sistema cinema occidentale, perennemente con un piede dentro e uno fuori dalla mecca del cinema: Hollywood, croce e delizia di chiunque abbia a che fare con la settima arte. Non è un caso che questa retrospettiva, al solito curata magnificamente da
Emanuela Martini, faccia seguito a quelle succedutesi negli anni di altri grandi irregolari della stessa pasta del nostro, come John Cassavetes, Roman Polanski, Nicholas Ray, John Huston, Robert Altman!
Per tornare alle rassegne ufficiali colpisce favorevolmente (soprattutto per un sito come il nostro che si occupa prevalentemente di sociologia delle religioni) la presenza in concorso di “Su re” di
Giovanni Columbu (opera seconda del regista sardo classe 1949). Il film racconta infatti la passione di Gesù dall’ultima cena al Golgota, vista attraverso il racconto che ne fanno i tre vangeli sinottici (Marco, Matteo, Luca). Ma occorre dire che nei titoli di testa del film appare anche il nome di Giovanni. Narrazione risolta (ma sarebbe meglio dire insoluta) con un andamento tipo il “Rashomon” del grande Kurosawa. Ma il connotato saliente di questa ennesima trasposizione della passione di Cristo è l’uso del dialetto sardo. E dai portfolio si annuncia una fotografia strepitosa.
Ma, assicuriamo, tante saranno le liete sorprese che TFF 30 riserverà ai fortunati frequentatori del Festival.
Si allega a questa breve presentazione il programma completo e una foto rara quanto emblematica di Joseph Losey.
Giuseppe Picone
San Gimignano, 21 novembre 2012
TFF30 – Scarica il depliant con il programma