Domenica, 24 Febbraio 2013 22:31

Un utile strumento per rileggere la vicenda di un papa che è arrivato ad abdicare

Scritto da  Gerardo

Nel seguito, una breve presentazione del volume Marco Politi, Joseph Ratzinger, crisi di un papato, edito da Laterza, in cui il vaticanista di Repubblica ripercorre i primi anni del papato di Joseph Ratzinger. Con accenti critici, ma non pregiudiziali.



E’ una lista di fallimenti ed infortuni: le incomprensioni con i musulmani susseguenti al discorso di Ratisbona, in cui citando un imperatore di Costantinopoli accusò il Corano di fomentare la violenza, quelle con gli ebrei, conseguenza della decisione di beatificare Pio XII e di quella di fare pace con lo scisma dei lefevbriani, tra le cui fila c’era un vescovo negatore dell’Olocausto, la reintroduzione della messa in latino, peraltro trascurata da vescovi e fedeli, l’avversione ai teologi riformatori e alla teologia della liberazione, le reticenze sugli scandali sessuali nella Chiesa, l’abbandono dell’ecumenismo, perfino verso gli ortodossi, disposti a riconoscere il primato di Roma, ma a condizione di una riforma in senso collegiale del governo della Chiesa. Il percorso di Benedetto XVI è stato un susseguirsi di fallimenti, che hanno ridotto la sua considerazione nel mondo come autorità morale.
Ciò è dovuto ad alcune caratteristiche del Papa che lo differenziano profondamente dai suoi più recenti predecessori: il suo essere più un teologo che un uomo di governo, uomo di studi e di dottrina, che tende ad isolarsi e a non condividere le scelte; il suo conservatorismo, che frena la sua intelligenza: il Papa vede i problemi ma non ha il coraggio di affrontarli. La sua preoccupazione è quella di riaffermare i principi dottrinari, cosa che fa con competenza e senza iattanza, ma anche con rigidità e sostanziale chiusura al dialogo. Come tutti i conservatori, vede il mondo moderno come un insieme di pericoli e la sua insistenza sull’alleanza tra fede e ragione non riesce a nascondere la subalternità della seconda alla prima.

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