Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo
INCONTRI DI PRIMAVERA:
Michele Ciliberto, Giordano Bruno. Il teatro della vita, Milano: Mondadori, 2007.
Sabato 24 maggio 2008, ore 17.30
San Gimignano, Sala Tamagni (Via San Giovanni, 38)
Presentazione di Giacomo Marramao.
17 febbraio 1600: in Campo de’ Fiori, a Roma, un eretico viene arso vivo. Distoglie con disprezzo il volto dal crocifisso che i confortatori dell'Arciconfraternita di San Giovanni Decollato gli porgono. Quell'eretico è il filosofo Giordano Bruno. Il cammino che lo conduce sul rogo ha avuto inizio a Nola, dove è nato nel 1548. Nel 1576 è costretto a iniziare la sua lunga e tormentata peregrinatio in Italia e in Europa: Venezia, Ginevra (dove aderisce per breve tempo al calvinismo), Tolosa, Parigi, Oxford, Marburgo, Wittenberg, Helmstedt, Praga, e infine, dopo la tragica decisione di tornare in Italia, nuovamente Venezia e Roma, dove viene bruciato con la lingua "in giova per le brutissime parole che diceva”.
Il tradimento e l'indifferenza di Dio nei confronti dell'uomo, la materia come principio unico ed eterno, la metasomatosi attraverso cui l'anima universale s'incarna con vicenda perenne in forme diverse: sono alcune delle verità che Bruno ritiene di aver scoperto, e che esige di poter proclamare, indifferente alla loro consonanza con i dogmi di fede. Non da anticristiano, bensì da "post-cristiano", egli non esita a dichiarare false le dottrine e superata l'era del cristianesimo, in nome dell'avvento di una pax universalis ostacolata proprio dall'intransigenza della Chiesa romana.
Ricorrendo agli scritti dello stesso Bruno, Michele Ciliberto rivela la stretta connessione fra filosofia e biografia, che reciprocamente si illuminano nel fuoco di una drammatica vicenda esistenziale.
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