Portfolio ragionato sul seminario sangimignanese sulla Toscana
di Giuseppe Picone
In Sala Tamagni a San Gimignano, tutto era pronto per il Seminario sangimignanese sulla Toscana: la cattedra per i relatori con un piccolo cipresso, pianta emblematica della nostra terra. Inoltre una Sala Tamagni in grande forma, linda e tirata a lucido.
Il Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo/CISRECO di San Gimignano aveva organizzato un seminario di studi su L’eredità leopoldina e le radici della Toscana contemporanea: economia, società, cultura. Seminario tenuto in occasione de Festa della Toscana il cui tema predisposto dal Presidente del Consiglio Regionale della Toscana per questo anno era “Modernizzazione e riforme dall’età del Granduca Pietro Leopoldo con particolare riferimento all’istituzione delle comunità, alle bonifiche ed alle infrastrutture”, e per il quale il CISRECO ha chiesto un contributo al Presidente del Consiglio Regionale della Toscana.
La picciol barca del Seminario sangimignanese sulla Toscana, è partita puntuale alle 9.30 di Sabato 3 dicembre 2016.
Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano e presidente CISRECO ha aperto i lavori ringraziando relatori e intervenuti. Sono seguite la densissima e appassionata relazione di apertura di Simonetta Soldani e le relazioni di Leonardo Rombai, Christian Satto e Arnaldo Nesti. Chairperson p. Brian Lowery, priore del Convento di S. Agostino.
Nel pomeriggio i lavori sono iniziati alle 14.30 con la visita a Torre e Casa Campatelli.
Quindi a seguire le relazioni di Renato Risaliti, Raffaello Razzi e Pietro Domenico Giovannoni. E la discussione finale.
Una intensa giornata di lavoro per scandagliare un intero secolo della storia della Toscana: quell’Ottocento molto amato dagli studiosi perché permette di studiare da una postazione privilegiata la nostra Italia al tempo degli staterelli preunitari, il periodo caotico del processo di unità nazionale e i primi faticosi vagiti dello stato italiano.
Ci limiteremo a dare qualche brevissimo cenno alle singole relazioni. Gli Atti del seminario, la cui uscita è prevista intorno al primo quadrimestre 2017 (per i tipi della CISRECO Edizioni), renderanno pienamente conto della ricchezza dei contributi offerti.
I lavori sono stati aperti dalla relazione introduttiva di Simonetta Soldani dal titolo piuttosto esplicito: Le ambiguità di una ricca dote. La Toscana dal Granducato al Regno d'Italia. Ove sono state tratteggiale luci ed ombre del lascito leopoldino in un periodo fortemente marcato dalla dialettica continuità/discontinuità. La pena di morte prima soppressa e poi ripristinata; la sconfitta del sinodo innovatore del Ricci; i moderati toscani che costruendo il mito di Pietro Leopoldo al tempo stesso ne affossano la carica innovativa ecc. ecc.
Ha fatto seguito un'altra relazione strutturale, quella di Leonardo Rombai su Il paesaggio toscano fra tempi granducali e unitari.
Partendo dagli studi fondamentali di Ildebrando Imberciadori e Giorgio Giorgetti, Rombai ha offerto uno sguardo storico della mezzadria toscana colta nei suoi aspetti più marcatamente materiali, per cui insieme alla ricostruzione del paesaggio geografico toscano ha saputo sapientemente inserirne i protagonisti: i mezzadri innanzitutto insieme ai ricchi e potenti proprietari terrieri. Non tralasciando altri elementi del paesaggio: dalle cascine (una sorta di incunabolo delle aziende capitalistiche) ai boschi e agli animali che popolavano questo paesaggio.
Complementare ma non secondaria la relazione di Christian Satto dal titolo L'agricoltura e la mezzadria nell'economia della Toscana fra Otto e Novecento.
Partendo da uno studio approfondito su Bettini Ricasoli (1809-1880), uomo politico italiano, sindaco di Firenze e secondo presidente del Consiglio del Regno d'Italia dopo Cavour, ma soprattutto, per l’economia del nostro discorso, grande proprietario terriero toscano, Christian Satto ha mostrato come non esista una mezzadria unica e al contempo ha rivelato le luci e le ombre di questo mondo, basato sulla famiglia contadina allargata dominata non tanto dalla figura del “capoccia” quanto dal potere illimitato del proprietario terriero.
Ha chiuso la sessione mattutina un intervento di Arnaldo Nesti Mezzadria e riforma morale degli italiani nei moderati toscani, con particolare riferimento a Raffaello Lambruschini. Nesti, ideatore e direttore scientifico del seminario, ha offerto alcuni tratti salienti dell’opera del Lambruschini (1788-1873) soprattutto nel suo tentativo di coniugare la fede e l’educazione (nella sua doppia veste di ecclesiastico e pedagogista) nella titanica impresa di tentare di riformare il carattere degli italiani, problema da sempre dibattuto e tuttora irrisolto!
La seconda sessione si è aperta con una comunicazione di Renato Risaliti dal titolo Niccolò Puccini filantropo e viaggiatore.
Risaliti ha tratteggiato con ampie pennellate la figura di Niccolò Puccini (1799-1852), pistoiese, patriota, irrequieto viaggiatore e discusso benefattore, difendendolo da accuse (spesso dimostratesi infondate), soprattutto per il tramite di versi velenosi dedicategli da Giuseppe Giusti.
La seconda sessione è continuata con un bagno nella realtà sangimignanese ai tempi del periodo napoleonico. Propinatore di questa immersione Raffaello Razzi con la sua relazione intitolata San Gimignano nel periodo napoleonico e dopo la Restaurazione. Corredando il suo discorso con larga messe di foto e documenti.
Empiti rivoluzionari e restaurazioni si mescolarono in un periodo piuttosto caotico per San Gimignano, ma ricco anche di trasformazioni che resistettero ai rivolgimenti successivi.
Ha chiuso la serie delle relazioni Pietro Domenico Giovannoni parlando de I cattolicesimi nella Toscana postunitaria.
Non poteva mancare infatti uno sguardo approfondito sui movimenti ideali e sociali ma anche religiosi che accompagnarono un secolo così colmo di cambiamenti come l’Ottocento in Toscana.
Ha concluso l’intensa giornata una discussione finale e le parole conclusive di Arnaldo Nesti.
A completamento della cronaca del seminario occorre anche ricordare le letture di Emilia Picone (in particolare una poesia del Giusti sul ripristino della pena di morte e alcuni brani salienti del pensiero lambruschiniano), letture effettuate con la consueta bravura.
A far rima con la foto in apertura, ci sia permesso ritornare per un omaggio al pubblico presente, attento e partecipe.
Sicuramente uscito da Sala Tamagni più arricchito nella conoscenza di questo periodo storico.
Giuseppe Picone – San Gimignano, 9 dicembre 2016
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