Recensione di Marco Vannini
Uscita su “Rivista di ascetica e mistica”, anno 2016.
«Nella ricerca sul senso delle forme del sacro e del divino si muove da un’analisi del linguaggio, che viene a mostrare queste forme come coessenziali al costituirsi di un linguaggio. In questa analisi dove il linguaggio viene ad essere compreso interamente nella sua costituzione nascosta, più profonda e fondamentale, le forme del sacro vengono rinvenute nella base fondante il senso di un linguaggio. Le forme del divino sono sempre presenti in un linguaggio come forme della trascendenza, rispetto alle quali un linguaggio sempre si orienta e si evolve. Il momento del sacro in particolare si viene qui a comprendere come coincidente con i limiti del senso di un linguaggio, e questo fenomeno del sacro si rivelerà coincidente nei suoi limiti con i limiti della stessa vita.
Il sacro, come il divino, si danno dunque come un fenomeno vivente originario e la perdita di senso di questi si comprende nei termini di una chiusura nei confronti dell’apertura all’essere nella sua totalità connaturata all’umano. L’importanza del sacro si rivela nel momento di contenimento della più intima connessione sussistente alla base della propria vita. L’importanza del divino si ritrova nella meta della tensione spirituale, rispetto alla quale l’umano viene a trascendere e a ricomprendere la totalità in sé compiendosi con questa. L’importanza di questi momenti si dà con il senso dell’orientamento del pensiero umano nel mondo e con il costituirsi del pensiero nell’atto dell’originario istituire legami con l’altro da sé.»
Graziano Scolari, Sulle tracce del senso del sacro e del divino. Per un’interpretazione fenomenologica dell’esperienza religiosa, Albatros, Roma, 2013, pp. 150.
Il volume è disponibile al CISRECO di San Gimignano (Siena).
Siti di riferimento
www.grazianoscolari.academia.edu
