Dalle pagine del quotidiano
Repubblica, del 19 dicembre 2008, segnaliamo l’articolo in cui
Gad Lerner analizza minuziosamente l’atteggiamento “neodog” assunto da quello che definisce il “volto arcigno” dell’intolleranza cattolica.
La lettura non sminuisce, anzi, rafforza la sensazione di intima fratellanza con la violenta e aggressiva cultura del taglione, non a caso apertamente e secolarmente osteggiata (e se i contrari si attraggono, saranno davvero tali?). Con scarsa pace per le metafore “cristiane” i cui protagonisti sono greggi e agnelli e con ben altra predilezione per il versante del cane pastore (tedesco?), della guida e finanche del lupo. E così il motivo si ripete. Dalla prima inquisizione, nella Firenze nel Duecento, affidata ai domenicani (prontamente rinominati
domini canes) all’attuale “neodog” è passata molta acqua sotto i ponti. Ma lo sporco rimane.