Mercoledì, 18 Ottobre 2023 22:23

XXX Summer Schol on Religions. Una sintesi delle giornate

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Trasmettiamo un documenti di sintesi, a futura memoria, della XXX edizione della Summer School on Religions. Ampio il corredo fotografico. Buona visione.

 

Cosa ci ha lasciato la XXX edizione della Summer Schol on Religions?
Una sintesi a futura memoria a due mesi dalla sua effettuazione

 

Che dire della trentesima edizione Summer School on Religions, inventata nel 1994 e diretta per tre decenni da Arnaldo Nesti, partita dalla Badia a Passignano e attestata per oltre un ventennio a San Gimignano, con doverose rivisitazioni alla Badia e ospitata talvolta nella sessione finale presso il Monastero di Cellole? Una avventura dello spirito e della spiritualità lunga trenta anni, le cui tematiche si trovano tutte nei titoli delle trenta edizioni e consultabili nella appendice del libretto/guida della edizione di questo anno.

Si passa da “Identità europea, diversità religiosa nel mutamento contemporaneo” (1994) a “Riorientare la nostra civiltà o il nulla” (titolo dell'ultima edizione) passando a titoli che hanno per tema centrale il sacro, la povertà, il genere, i conflitti, il multiculturalismo, il pluralismo religioso, il razzismo, la violenza religiosa, ma anche la festa, la bellezza, il viaggio, il senso del vivere...

La trentesima edizione aveva un tono ultimativo. Ricordiamone ancora una volta il titolo, per esteso: “Riorientare la nostra civiltà o il nulla. Nell'era dell'antropocene e di continue guerre: le religioni, le scienze, le arti ci salveranno dall'estinzione? ”.

Come si vede vi ricorrono temi familiari e consueti nel lungo cammino della Summer School, ma vi compaiono anche termini nuovi e forti come “il nulla” e “l'estinzione”. Lo richiedono i tempi che stiamo vivendo. E, come al solito, la Summer School, dimessamente, ha cercato di proporne una lettura. Innanzitutto analizzando il ruolo della Chiesa Cattolica e del cristianesimo tutto, sia come attore nella contemporaneità turbinosa che stiamo vivendo sia come portato storico.

Sia Giancarlo Gaeta nella prima relazione inaugurale sia Enzo Bianchi nella relazione finale hanno messo in luce la grande crisi che il Cristianesimo del ventunesimo secolo sta vivendo. Gaeta ha parlato di un «post Christum» in un senso inverso a quello che comunemente si dà a tale sintagma e ha evocato per il Cristianesimo un transito storico, ma ha al contempo auspicato che tale transito non sia un trapasso ma che si trasformi in “un punto di svolta piuttosto che di caduta”. Bianchi ha affondato il bisturi soprattutto nella crisi del cattolicesimo romano che non riesce a connettere la grandiosità delle idee offerte dal papato di Francesco con una rinnovata prassi evangelica, ostacolata come è da una burocrazia conservatrice insormontabile.

La figura di papa Francesco è stata al centro di molteplici relazioni e comunicazioni. Né poteva essere altrimenti. Infatti il tema della terza guerra mondiale a pezzi e della crisi climatica si configurano come due perfetti isomorfismi sia della predicazione bergogliana sia degli argomenti affrontati dalla nostra Summer School. In particolare sul tema del contrasto alla guerra si è soffermato ampiamente e da par suo Marco Politi, individuando in Francesco una “voce di fede” ma al tempo stesso di ragione, mentre sul versante della crisi climatica l'Enciclica “Laudato si'” (24 maggio 2015) ha attraversato in lungo e largo le relazioni e le comunicazioni (ma con particolare enfasi quelle di Diego Mauro, una voce giunta dall'Argentina, la terra di papa Francesco, con Veronica Roldàn, Monica Simeoni e Lucio Meglio).

La Summer School si è sempre avvalsa di contributi di quella che potremo definire la “vecchia guardia”. Intendiamo riferirci a Peter Antes, Antonino Drago e Aldo Zanchetta. Il loro contributo non poteva mancare. Tutti e tre hanno indicato delle possibili vie per sfuggire alla tenaglia guerre/crisi climatica. Antes, uno dei fondatori della Summer School, lo ha fatto ricordando la dichiarazione per un'Etica Mondiale firmata nel 1993 dal Parlamento delle religioni del mondo, Drago continuando ad indicare nel pacifismo del gandhiano Lanza Del Vasto una delle vie maestre per uscire dalla crisi, anzi “Per evitare la fine del mondo”, Zanchetta rammemorando la lezione di Ivan Illich che fece del riorientamento della civiltà occidentale uno dei capisaldi del suo pensiero libertario.

Una attenzione particolare è stata riservata alla economia in una sessione specifica (nella tappa della Badia a Passignano) con una vasta ed esauriente introduzione di Pier Paolo Baretta, forte della lunga esperienza di civil servant del settore sia a livello nazionale che locale. Anche qui si deve cambiare direzione: serve una economia non più succube della finanza internazionale ma attenta a perequare le forti diseguaglianze nello scacchiere globale ma anche locale. Hanno contribuito ad arricchire il discorso Andrea Banchi con una relazione dal sapore illicciano “Per una nuova convivialità” e Fabio Caporali che ha cercato di coniugare l'economia con una nuova coscienza ecologica.

Sarebbe tropo lungo accennare alle tante relazioni che si sono susseguite in quattro giorni di intenso dibattito (dal 23 al 26 agosto), ma non si possono non segnalare le relazioni di Stefania Lombardi e la comunicazione dei coniugi Dubravka e Danijel Labas sul ruolo della letteratura, la stringata quanto efficace comunicazione di Paola Biavardi (dal fallimento della nostra civiltà a un nuovo incontro con Dio), la relazione di Leo Lestingi sulla esigenza di una nuova etica a partire da Hans Jonas, quella di Ignazio Genovese su dialogo interreligioso e interculturale, ed in ultimo, ma non meno importante, la relazione di Gaspare Polizzi sulla mancata saldatura tra pensiero scientifico e le altre produzioni della creatività umana e la necessità di fondere impegno conoscitivo, tensione etico-politica e potenza narrativa. Infine occorre anche ricordare la relazione (si potrebbe dire fuorisacco) di Massimo Introvigne sulla situazione religiosa in Cina e le due minisessioni dedicate alle comunicazioni delle borsiste e dei borsisti coordinate da Simona Scotti e Veronica Roldàn.

La XXX Summer School era particolarmente dedicata alla memoria di Simone Weil nell'ottantesimo anniversario della morte e di don Lorenzo Milani nel centenario della nascita. Il nome di Simone Weil è riecheggiato spesso sia nelle relazioni che nel dibattito ed inoltre Giancarlo Gaeta (dall'alto della sua profonda e mirabile conoscenza della vita e delle opere della nostra) ne ha offerto (fuori programma) un breve quanto intenso ricordo commemorativo. A don Milani la Summer School ha riservato una bella pièce teatrale (e offerta al pubblico sangimignanese nei locali del Teatro della Propositura gentilmente concesso) di Alessandro Calonaci “Lorenzo Milani. Gli anni del privilegio”, un monologo di grande fascino su Lorenzo Milani prima di diventare “don Milani”. A completare le iniziative collaterali, un'installazione e una mostra dell'artista e pittore Carlo Romiti: un altare sacrificale fatto di terra e resti umani (volutamente installato dentro un tempio della cultura quale è la Loggia del Teatro dei Leggieri) e una serie di volti scarnificati a significare quello che ci attende alla fine di questa nuova era che abbiamo chiamato “Antropocene”.

Per la completezza dell'informazione occorre dire che la XXX Summer School ha usufruito di un congruo intervento finanziario dei comuni di San Gimignano e Barberino Tavarnelle, nonché della Fondazione “Peccioli per l'Arte”.

 

Galleria fotografica

 

Alessandro Calonaci in "Lorenzo Milani. Gli anni del privilegio"

 

Andrea Marrucci Sindaco di san Gimignano apre i lavori della Summer School

 

Enzo Bianchi e Arnaldo Nesti

 

Carlo Romiti inaugura la mostra-installazione nella Loggia del Teatro dei Leggieri

 

Foto di gruppo a Cellole

 

Arnaldo Nesti al Monastero di Cellole

 

Il pubblico alla Badia a Passignano

 

Il pubblico a San Gimignano in Sala Tamagni

 

La relazione di Peter Antes

 

La relazione di Pier Paolo Baretta

 

La relazione di Enzo Bianchi

 

La relazione di Antonino Drago

 

La relazione di Giancarlo Gaeta

 

La relazione di Marco Politi

 

Il pubblico a Cellole

 

 

Giuseppe Picone

San Gimignano, 16 ottobre 2023

 

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