Mercoledì, 25 Maggio 2016 20:32

Istantanee da Torino

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Il nostro Giuseppe Picone ha confezionato per noi una serie di "istantanee", tra il Salone Internazionale del Libro e qualche giro a zonzo per la città.
Nel seguito, sensazioni, riflessioni e, appunto, qualche istantanea.

Fin dal 19 maggio 1988 vado a Torino per il Salone del Libro. A quel tempo si chiamava “Fiera del Libro” e si svolgeva al Valentino, a due passi dal Po. Vi andavo per lavoro. Dirigevo allora la Biblioteca Comunale di San Gimignano. Ritornavo da Torino stracarico di cataloghi e con qualche libro introvabile nelle normali librerie. Ho continuato a venirci anche dopo, una volta pensionato. Secondo il mio parere il Salone resta una fucina di cultura, nonostante la grande confusione che vi regna sovrana e eventi di chiaro sapore mediatico. Ci sono i libri. Tanti libri. Ci sono gli incontri. Tantissimi. Ogni anno sempre di più. Ognuno può ritagliarsi il proprio Salone. Ciondolare fra gli stand. Fare la fila per un incontro particolarmente interessante. Fare una capatina alla Sala Stampa. Ho l’accredito. E sto cercando di guadagnarmelo schiacciando malamente questi tasti nel tentativo di fare un sudato pezzettino da postare sul nostro sito! Sedersi e ascoltare le voci più disparate. A chi piacciono le voci più lontane il Salone da qualche anno organizza una sezione. “Lingua madre” si chiama. Scrittori, ma soprattutto scrittrici di tutto il mondo presentano opere particolarmente legate alla propria terra di provenienza, alla famiglia, alle pratiche linguistiche che nascono da situazioni particolari.

Quest’anno ho seguito l’intervista di Leïla Slimani, una scrittrice marocchina che è diventata parigina.

20160525 1.banchino

Una piccola venere mediterranea. Capelli ricci (alla Angela Davis: ma chi si ricorda più della pasionaria afroamericana?). Viso ovale perfetto. Permanentemente sorridente. Semplice quanto splendido vestitino nero con ibis stampati bianchi con timido scollo a V chiuso da bottoncini bianchi. Niente orecchini. Un esile braccialetto. La fede al dito giusto. Si parla molto di sessualità. Argomento incandescente soprattutto quando si coniuga con islamismo, fondamentalismo, società ultra maschiliste. Ma Leïla è molto sicura di sé. Il suo approccio convincente e pacato attenua la scabrosità della storia che racconta nel romanzo “Nel giardino dell’orco” edito da Rizzoli.

Questo anno, seppure il tema conduttore sia “Visioni”, in realtà il protagonista assoluto è l’islamismo e il mondo arabo. Anche se ho sentito dire con le mie orecchie inconfutabilmente da Tahar Ben Jelloun (altro noto intellettuale e scrittore proveniente dal Marocco) che il mondo arabo non esiste. Anche nella sua conversazione con Francesca Paci si parla di sessualità e in particolare di “Matrimonio di piacere”. Infatti “nell’Islam, a un uomo in viaggio per lunghi periodi è permesso di contrarre un matrimonio di durata definita, per evitare di frequentare le prostitute.” Si chiama, appunto, “matrimonio di piacere”. L’incontro è organizzato dalla neonata casa editrice La nave di Teseo, l’ultima creatura di Umberto Eco che Omero e i greci antichi avrebbero tranquillamente e istintivamente definito “anèr polùtropos”, uomo dalle mille attitudini. Un’altra nave per la verità si incontra passeggiando per i padiglioni ed è la nave della Libreria Editrice Vaticana.

20160525 2.vela

Uno stand a forma di nave, carica di libri e che si avvale di un nocchiero della forza di papa Francesco. L’editoria cattolica da qualche anno è massicciamente presente al Salone. Due anni fa la Città del Vaticano era la nazione ospite. Da vari anni lo Spazio S. Anselmo, curato dalla omonima associazione di chiara ispirazione cattolica, organizza in un proprio stand con una ben fornita libreria specializzata incontri di grande vivacità e apertura che gettano un ponte fra gli uomini e la loro storia argomentando su fede, spiritualità, dialogo. Ma dato che siamo a Torino e che si parla di religione e religiosità non poteva mancare una iniziativa sulla Sindone. Ci ha pensato Alessandro Barbero, medievista di formazione ma storico e anche egli a suo modo “polùtropos”, presentando due libri sull’argomento di un altro giovane e valente storico, Andrea Nicolotti. In un chiassoso Caffè Letterario Barbero parlando dei libri di Nicolotti ha tracciato una storia del cristianesimo dal Medioevo ad oggi.

20160525 3.caffeUn cristianesimo perennemente in bilico tra religiosità popolare molto prossima alla superstizione e razionalità. Insomma la Sindone è stata di volta in volta esaltata, ignorata, trattata con sufficienza o accolta non tanto per la sua veridicità storica quanto come segno tangibile di autentica religiosità e devozione. Oggi sembra smarrita anche quella razionalità temperata e tale fatto non può che preoccupare sia uno storico di razza come Barbero sia tutti coloro che si rifanno alla ragione come un irrinunciabile bussola per governare il caos nel quale siamo immersi.

Queste due succinte cartelle sono solo un assaggio del mio personale assaggio del Salone 2016. Della grande torta del Salone si può solo assaporarne la polpa con un fugace morso. Come seguire infatti tutte le iniziative contenute in una ponderosa guida di 180 pagine?

Ma dopo aver parlato di letteratura e storia occorre almeno fare un cenno alla filosofia. Questo anno superbamente rappresentata da Michel Serres. Teatro dell’incontro: Sala Azzurra (350 posti). Del protagonista si è detto. Deuteragonista: Corrado Augias. E questo spiega la chilometrica coda che il vostro cronista ha dovuto sorbirsi per avere il sospirato accesso in sala. Spiega anche il doppio volto del Salone di Torino. Ho fatto una breve inchiesta fra i compagni di sventura su che cosa li spingesse a fare una fila estenuante di oltre un’ora. Tutti indistintamente indicavano Augias. Nessuno conosceva Michel Serres.

20160525 4.augias

Comunque Augias ha intrattenuto da par suo l’anziano (classe 1930) e saggio filosofo o per meglio dire, come è stato definito, “l’ultimo maître à penser”, discettando da pari a pari su “Il mancino zoppo” o ancora “potenza del pensiero”, “dal metodo non nasce niente” o addirittura “La Traviata” (proprio quella di Dumas/Piave/Verdi!). Si tratta dell’ultima creatura di Serres: titolo e i tanti volti di un intenso volumetto di 285 pagine, edito da Bollati Boringhieri, fresco di stampa. Sintetizzato così dal suo autore: “Non conosco alcun metodo che abbia mai aperto la strada a qualche invenzione, né alcuna invenzione trovata con metodo”. Per dire che il filosofo avanza di traverso (il famoso passaggio a nord-ovest), rompe le simmetrie, devia dai tracciati.

Ci congediamo per il momento da Torino e dal Salone 2016. Se ne avremo tempo ci ritorneremo. Magari uscendo dai padiglioni del Lingotto e gironzolando per una città nella quale austerità e bellezza si coniugano con la storia e la cultura italiana.

 

Giuseppe Picone – San Gimignano, 24 maggio 2016

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