Padre Giovanni Vannucci pellegrino dello spirito e modello di libertà di pensiero
Nell'inserto Agorà del quotidiano Avvenire del 14 ottobre 2022, Goffredo Fofi nella sua rubrica settimanale dal titolo che già dice molto, "I dimenticati", fa un accorato e quasi disperato appello a riprendere a studiare la Costituzione Italiana "costata lacrime e sangue ... ritenuta, nel mondo, dagli studiosi più attenti come una delle più belle, una delle più avanzate, una delle migliori".
Eppure, constata Fofi e ribadisce sin dal titolo del suo intervento, è una "Costituzione sconosciuta"! Conseguentemente e con grande favore, il CISRECO di San Gimignano, diretto da Arnaldo Nesti, ha accolto il fatto che il Consiglio Regionale della Toscana abbia posto questo anno, come tema per celebrare la Festa della Toscana, il primo comma di uno degli articoli fondamentali della nostra Carta, l'articolo 21 che recita: "Tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Ci si potrebbe fermare qui e constatare con soddisfazione che questo basilare principio di libertà è incardinato con lettere indelebili nella Carta fondamentale che regola la vita della nostra Repubblica, delle sue istituzioni, degli individui che la popolano e quindi della vita di tutti noi.
In un aureo libretto di John Bury, "Storia della libertà di pensiero" (Milano 1962, ma pubblicato per la prima volta a Londra nel 1913), il classicista, storico e filosofo irlandese nel capitolo conclusivo così ammoniva: "Gli ottimisti possono essere certi che la vittoria sarà durevole, che la libertà di pensiero è oramai assicurata per sempre e che il futuro vedrà il crollo di queste forze che ancora la ostacolano e che ne vorrebbero impedire la diffusione graduale nei paesi più arretrati della terra. Eppure lo studio della storia potrebbe far intravedere l'insicurezza di questa prospettiva" (p.209).
Il CISRECO vuole dare il suo contributo ad investigare, approfondire e sviluppare la tematica della libertà di pensiero e della sua manifestazione in tutti i campi, compreso anche quello religioso, gettando la luce su un personaggio fondamentale della religiosità e spiritualità in Toscana: padre Giovanni Vannucci, frate e monaco dell'Ordine dei Servi di Maria, attraverso una giornata di studio.
Padre Giovanni Vannucci (Pistoia 26 dicembre 1913 - Firenze 18 giugno 1984), la cui vicenda religiosa si è svolta all'interno dell'Ordine dei Servi di Maria, si definiva pellegrino dell'infinito ed ha coltivato in vita interessi culturali vastissimi che spaziavano dalla Sacra Scrittura alla mistica, dalla linguistica alla gnoseologia. Ma in tutto il suo passaggio terreno ha sempre tenuto i piedi ben piantati in terra e contemporaneamente gli occhi rivolti al cielo.
Nell'immediato secondo dopoguerra coltivò una intensa amicizia e sodalizio spirituale con Sorella Maria di Campello e aderì alla prima esperienza di Nomadelfia di don Zeno Saltini. Questo ultimo percorso fu interrotto dall'interdetto del suo Ordine.
Negli anni Cinquanta e Sessanta fu protagonista del rinascimento spirituale fiorentino con il confratello David Maria Turoldo, don Lorenzo Milani, don Luigi Rosadoni, padre Ernesto Balducci, don Divo Barsotti e altri. Anche questo percorso fu ostacolato e interrotto dalla gerarchia cattolica.
Dal 1967 nel solco della più genuina tradizione servitana diede inizio a una nuova forma di vita monastica dedita al lavoro, all'accoglienza e alla preghiera nell'eremo di San Pietro alle Stinche presso Panzano in Chianti, nel Comune di Greve (FI) fino alla morte avvenuta nel 1984.
Giuseppe Picone
Temi del Seminario
- Introduzione generale e Introduzione storica
- Padre Giovanni e Sorella Maria di Campello 1949
- I due anni con Nomadelfia 1950-51
- Nella Firenze lapiriana e del cattolicesimo inquieto fiorentino 1952-64
- L'opzione monastica di San Pietro alle Stinche 1967-1984
- Il pensiero e le opere
San Gimignano, 16 novembre 2022
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