Giovedì, 31 Dicembre 2020 22:33

Mariangela Maraviglia incontra Adriana Zarri

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Gli incontri di Mariangela Maraviglia con personaggi straordinari della religiosità italiana del Novecento resteranno come stelle fisse nel cielo della storiografia. Dopo don Primo Mazzolari e padre David Maria Turoldo, tocca ora a brillare in questo cielo la stella di Adriana Zarri.

Mariangela Maraviglia incontra Adriana Zarri

 

A don Primo Mazzolari, Mariangela Maraviglia ha dedicato e continua a dedicare gran parte della sua produzione di storica di classe e attendiamo con impazienza il lavoro risolutore quale quello dedicato a padre Turoldo, un folgorante massiccio tomo del 2016, un vero e proprio monumento aere perennius dove al rigore critico e alla meticolosa precisione si univano toni empatici ed appassionati nel tracciare la storia del grande uomo di fede, poeta e profeta servita.

Ma grande attenzione Mariangela Maraviglia ha riservato nei suoi lavori anche al coté femminile della religiosità italiana del secolo passato. A partire da sorella Maria di Campello (anche qui occorre auspicare quanto detto a proposito di don Primo Mazzolari) fino a giungere, appunto, a questo “Semplicemente una che vive. Vita e opere di Adriana Zarri” (Bologna: Il Mulino, 2020, pp. 220). Un libro “leggero” (circa la metà in quanto a consistenza) rispetto a quello dedicato a Turoldo. Ma non meno intenso, appassionato, esaustivo, si potrebbe dire definitivo.

Entrambi spiriti polimorfi: “poeta, profeta, disturbatore di coscienze, uomo di fede, amico di tutti gli uomini” (sono alte parole di Carlo Maria Martini evocate durante l’epicedio tenuto ai funerali dell’8 febbraio 1992), il primo. Teologa, scrittrice, polemista, eremita e monaca laica, innamorata di Dio, sorella e amica di tutti gli esseri viventi (compresa naturalmente la bellissima gatta soriana Loluba che fa bella mostra di sé nella foto di copertina del libro), la seconda.

Mariangela Maraviglia segue passo passo vita, opere e relazioni di Adriana Zarri in quattro compatti capitoli (suffragati da note e bibliografia di pari consistenza) a partire dal mulino della famiglia di San Lazzaro di Savena alle porte di Bologna ove nasce (1919) fino alle rose dell’ultimo eremo di Ca’ Sassino a Crotte di Strambino in provincia di Torino dove muore (2010).

La segue nel suo primo approccio alla religiosità vissuta inizialmente in ambito domestico e poi sempre più introiettata interiormente e restituita come militante nelle compagini cattoliche più prossime, come studiosa, come scrittrice (altra fortissima vocazione), come teologa (grandissima novità e scandalo per una donna in quei tempi soprattutto in Italia).

“Fammi mistica apostolica e attiva contemplativa”: questo il programma di vita stilato in una preghiera trascritta su un foglio vagante inserito in un quaderno dell’archivio personale della Zarri datato 1947. Un elegante chiasmo che intreccia inestricabilmente due formidabili ossimori.

Adriana Zarri parteciperà con tale programma cui resterà sempre fedele e con un bagaglio culturale e teorico sostanzialmente da autodidatta al grande dibattito conciliare, sia durante ma soprattutto dopo, quando la ventata giovannea si affievolirà e forte sarà il rebound del conservatorismo.

Dopo tale periodo fervido di “incroci di vita, fede, cultura”, a partire dagli anni settanta fortissima e prepotente verrà fuori in Adriana Zarri la vena eremitica: un eremitismo laico, vissuto non per estraniarsi dal mondo, ma al contrario per penetrarvi e confondersi con esso con radici ancor più solide e profonde. Il silenzio dell’eremo, il contatto ancor più diretto e immediato con la natura e gli animali, le permetterà di partecipare con maggiore forza alle battaglie sempre tese a riformare la Chiesa, a stare dalla parte dei poveri, a contribuire alla liberazione della donna. Semmai si accentuerà la “sensibilità ecologica” perfezionandosi in una sorta di raffinata “nuova mistica della natura”: precorrendo i tempi. “Laudato si’” di papa Francesco arriverà cinque anni dopo la sua morte.

 

Giuseppe Picone

San Gimignano, 30 dicembre 2020

 

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