I Care. La Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze a 100 anni dalla nascita di don Milani
Comunicato stampa a conclusione lavori
Il 2023 correva il centenario della morte di don Lorenzo Milani. Il Consiglio Regionale della Toscana ha voluto partecipare ai festeggiamenti dedicandogli l'annuale Festa della Toscana con il tema: “I Care”, la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze a 100 anni dalla nascita di don Milani”. Il CISRECO di San Gimignano ha accolto l'invito organizzando un seminario dal titolo: Don Lorenzo Milani: “I Care” Ancora dalla parte degli ultimi per una nuova umanità.
Ma perché ritornare a don Milani? Perché dire ancora I CARE? Mi importa? Il mondo di don Milani, di San Donato in Calenzano, di Barbiana è davvero cambiato rispetto a più di 50 anni fa? Un mondo fatto di povertà, esclusione, emarginazione, sopraffazioni. Siamo sicuri che questo mondo non esista più? La realtà che sta davanti a noi ci dice proprio il contrario. In casa nostra l'emarginazione riguarda soprattutto gli immigrati e il trattamento disumano che sempre più spesso viene riservato loro (con lodevoli eccezioni come ad esempio nel nostro Comune dove molto viene fatto e si fa riguardo l'accoglienza, lo sforzo sia pubblico che privato di agevolarne l'inclusione). Ma il lavoro sottopagato con conseguente emigrazione dei giovani, la disoccupazione (anche questa prevalentemente giovanile), il costo della vita, la difficoltà a mettere su famiglia, lo spopolamento e la snaturalizzazione dei centri storici, l'impoverimento delle periferie, i dati drammatici riguardanti la dispersione scolastica: tutte problematiche che investono tutti, soprattutto i ceti meno abbienti. A livello planetario poi una crisi climatica sempre più minacciosa, continue guerre e efferati eccidi di massa che credevamo storia passata stanno sotto i nostri occhi a dimostrare che la nostra umanità non sta andando verso qualcosa di nuovo. Da qui la grande attualità del messaggio di don Lorenzo Milani e del motto a lui tanto caro “I CARE”.
Il seminario sangimignanese corona inoltre una ventennale intensa attività del CISRECO sul cattolicesimo inquieto fiorentino del secondo dopoguerra. Precedenti seminari e pubblicazioni avevano riguardato infatti don Luigi Rosadoni (di cui il CISRECO conserva la Biblioteca e l’Archivio), i preti operai (fra gli altri Bruno Borghi e Renzo Fanfani), padre Giovanni Vannucci etc etc. Inoltre si situa in un momento in cui l’opera di don Lorenzo Milani è sotto attacco direttamente o indirettamente (vedi gli ultimi interventi sulla stampa nazionale, per la verità un po’ scomposti, di Ernesto Galli Della Loggia). Don Milani è ben lungi dall’ essere la causa della profonda malattia della scuola italiana. In realtà un ritorno ai suoi scritti filologicamente intesi e non subdolamente mitizzati o denigrati ed un ritorno alla sua lezione pedagogica storicamente contestualizzata potrebbe essere la cura dei suoi mali.
Il seminario si è aperto con un conciso, essenziale e caldo saluto del Sindaco Andrea Marrucci, il quale, insieme a Carolina Taddei, assessora alla Cultura del Comune, ha fortemente voluto la realizzazione del seminario. Sono seguite le parole introduttive di Arnaldo Nesti, direttore scientifico del CISRECO e ideatore del seminario, uno dei non molti presenti al funerale di don Lorenzo a Barbiana nel lontano fine giugno del 1967, il quale si è molto occupato nella sua attività scientifica di don Lorenzo Milani, oltre a seguirne l'attività e la fortuna.
Non si tratta qui di recensire le sette intensissime relazioni che ne sono seguite.
In generale occorre rilevare che tutte le relazioni hanno accolto totalmente lo spirito attualizzante e in qualche modo “militante” del Progetto di seminario.
E’ doveroso comunque farne menzione: Mariangela Maraviglia (una acuta riflessione su Esperienze pastorali non esente da proficui rilievi critici), Vanessa Roghi (che ha voluto ugualmente a inviare una relazione in video non potendo partecipare di persona, relazione imperniata in una rilettura della Lettera a una professoressa tutta tesa a esaltarne la attualità e a difenderla degli attacchi subdoli e infondati), Donatella Puliga (un originale sguardo sul rapporto tra don Lorenzo e il mondo classico a partire dalla questione del latino nella formazione sia dei “Gianni” che dei “Pierini” ma anche sulle radici culturali “classiche” del pensiero e della scrittura dello stesso don Lorenzo), Pietro Domenico Giovannoni (un dettagliato excursus storico dell'ambiente culturale, politico e religioso della Firenze negli anni cruciali in cui si è svolta la vicenda di don Lorenzo vale a dire del ventennio 1947-1967), don Severino Dianich (una analisi delle due famose lettere pubbliche ai cappellani militari e ai giudici sull'obiezione di coscienza ma che includono tante altre cose: una riflessione su come si fa storia e ancora sul concetto di patria per finire sul tema capitale della pace e della guerra), Sergio Tanzarella (partendo da una profonda conoscenza storica delle vicissitudini pubbliche e private di don Lorenzo e evidenziando la complessità della figura del “priore”, ha mostrato con esempi puntuali come avvicinarsi correttamente al suo monumentale epistolario), Andrea Banchi ( attualità della azione sul terreno educativo nell'opera del don Milani educatore che non può essere scissa dal suo essere prete e credente).
Ha seguito il seminario un pubblico attento e partecipe. Partecipazione che si è tradotta in una vivace discussione al termine delle due sessioni. La imminente pubblicazione degli atti evidenzierà ancora di più la straordinaria ricchezza e originalità del seminario su don Lorenzo Milani organizzato dal Centro Internazionale di Studi sul Religioso di San Gimignano e compartecipato dal Consiglio Regionale della Toscana.
Giuseppe Picone
San Gimignano, 26 gennaio 2024
Andrea Banchi
Andrea Marrucci
Don Severino Dianich
Donatella Puliga
Mariangela Maraviglia
Pietro Domenico Giovannoni
Vanessa Roghi
Sergio Tanzarella
Arnaldo Nesti
Il pubblico