L'incerto domani. Recensione all'evento, di Andrea Banchi
Nella splendida cornice della sala biblioteca del Nursery Campus del Vivaio Vannucci di Pistoia, venerdì 2 ottobre nel pomeriggio, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Arnaldo Nesti, “L’incerto domani. Spiragli spirituali”.
Poiché il volume è dedicato a Papa Francesco, e l’editore ha curato l’invio di una copia in Vaticano, è pervenuta la risposta della Segreteria di Stato che assicura d’aver consegnato il libro al Papa, esprime a suo nome riconoscenza per il premuroso pensiero e ne partecipa il benedicente saluto.
Dopo un benvenuto ai numerosi presenti, disposti nella sala con le necessarie attenzioni antivirus, e una piacevole ouverture musicale con la chitarra classica di Michele Cappelletti, si sono svolti gli interventi coordinati da Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli, alla presenza, tra gli altri, di Mons. Tardelli, vescovo di Pistoia.
Innanzitutto, è stata letta la lettera dell’On. Emanuela Del Re, viceministra degli Affari Esteri, assente per impegni istituzionali, che ha fatto pervenire un’ampia nota di commento al libro che riconosce prodigo di spunti e di sollecitazioni. Tra l’altro segnala che Nesti, nel processo di secolarizzazione, legge nuove forme di narrativa religiosa, alcune anche indebite, perché accostano simboli religiosi portatori di valori di umanità a politiche di esclusione. Cita il rilievo che l’autore destina al dialogo interreligioso e alle religioni nel mondo globalizzato e lo ringrazia per la sistematizzazione che offre in un quadro complessivo ricco d’interrelazioni. Riconosce che lo sforzo di Nesti riesce a costruire percorsi che portano verso noi stessi, alla nostra responsabilità nel modellare il nostro futuro. E prosegue affermando che per l’autore Dio non è morto, ma per comprenderlo e per comunicare con lui vi sono nuove preghiere, nuovi luoghi, nuovi linguaggi, nuovi suoni, tutti convergenti però verso quell’anelito alla spiritualità che persiste nell’uomo. Termina riconoscendo che il libro fornisce davvero gli strumenti per muoverci nella giungla attuale, credenti o non credenti che siamo, come occorre negli scenari post-nucleari, in cui dopo la devastazione e il deserto umano la natura riprende gli spazi, e le piante invadono i ruderi delle costruzioni, con un ordine per noi incomprensibile.
Don Alfredo Jacopozzi, direttore dell’Ist. di Sc. Religiose Galantini di Firenze, ha invece segnalato il suo interesse rispetto alla ripresa di temi teologici da parte di Nesti, che li aveva già trattati nel 1989 nel volume La Religione implicita, scritto con Dianich e Giannoni. Ha ricordato le due figure emblematiche della nostra epoca di crisi, Bonhoeffer e Hillesum, a cui è dedicato il capitolo 4 del libro, per esaltarne la novità ancora non così diffusa e ben compresa. Ma ha poi incentrato la sua attenzione sulla teoria di un nuovo periodo assiale di straordinario cambiamento in ambito religioso, che nel libro è riferita ad un gruppo di teologi, il più noto dei quali è il vescovo episcopaliano Spong. Poiché Nesti riconosce la serietà delle riflessioni di Spong e delle sue famose 12 tesi, riportate anche in appendice, benché risultino davvero di forte impatto per i cristiani, Jacopozzi ne ha lette alcune e le ha commentate, rilevandone l’attenzione che vanno assumendo anche tra i cattolici.
L’intervento di don Carmelo Mezzasalma ha invece trattato i tanti temi connessi alla cultura presenti nel libro, nella consapevolezza che fede e cultura sono fortemente interconnesse, e che la fede ha bisogno d’una incarnazione coerente e al livello di quanto la cultura corrente propone. Dopo aver affermato che l’espressione forte di noi stessi, ciò che ci rende felici, richiede una vera passione verso ciò che ci trascina, si tratti di musica o di arte oppure di fede, Mezzasalma, notando come spesso questa passione è assente, ha riflettuto sulla povertà educativa nel proporre un mondo senza appeal. Ha quindi svolto numerosi esempi tratti dal testo, di cui ha apprezzato le tante indicazioni. Con la propria esperienza di docente, che lavora con molti giovani, ha visto con piacere la particolare attenzione di Nesti nell’utilizzare testi di note canzoni. A volte esse riportano e diffondono con efficacia elementi della cultura giovanile e popolare con un’immediatezza pronta a raccogliere le sollecitazioni che provengono dal mondo in evoluzione.
Ha completato l’intenso pomeriggio il giornalista Marco Politi. Si è riferito al discorso papale al personale della Curia romana del dicembre scorso per gli auguri di Natale. In tale occasione Francesco affermava che “quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca. Siamo dunque in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali”. Continuava poi notando che per annunciare il Vangelo, specie nelle grandi città, “abbiamo bisogno di altre ‘mappe’, di altri paradigmi, che ci aiutino a riposizionare i nostri modi di pensare e i nostri atteggiamenti. […] Non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati. […] Non siamo più in un regime di cristianità”. Lodando il lavoro di Nesti, Politi ha quindi concluso che ritiene questo Incerto domani un bel libro, perché è davvero uno strumento efficace, una mappa per leggere in modo nuovo e stimolante il contesto difficile e contradditorio che abbiamo di fronte, dunque una vera risposta a quell’impegno che il Papa chiedeva.
Andrea Banchi
Michele Cappelletti, Intermezzo chitarristico