Padre Giovanni Vannucci. Cronaca con foto
Nel dicembre 2013 il CISRECO di San Gimignano celebrando ufficialmente per la prima volta la Festa della Toscana organizzò un seminario sul tema “Nel cuore mistico della Toscana. Viaggio fra gli eremi e i custodi del silenzio in terra toscana”.
In quella circostanza a Padre Giovanni dedicammo una relazione tenuta da fra’ Lorenzo Bonomi e parte della relazione di Marco Vannini, oltre alla riproposizione di un suo famoso testo del 1969 “Una nuova prospettiva monastica”, nonché la recita di due sue preghiere.
Quest'anno, sempre nell’ambito della Festa della Toscana, il CISRECO ha organizzato un intero seminario dedicato a Padre Giovanni. Il seminario si è svolto il 7 dicembre 2022 in parte a San Gimignano e in parte all’Eremo di San Pietro alle Stinche.
Ma chi era Padre Giovanni?
Padre Giovanni Vannucci (Pistoia 26 dicembre 1913 - Firenze 18 giugno 1984) la cui vicenda religiosa si è svolta all'interno dell'Ordine dei Servi di Maria, si definiva pellegrino dell'infinito ed ha coltivato in vita interessi culturali vastissimi che spaziavano dalla Sacra Scrittura alla mistica, dalla linguistica alla gnoseologia. Ma in tutto il suo passaggio terreno ha sempre tenuto i piedi ben piantati in terra e contemporaneamente gli occhi rivolti al cielo. Nell'immediato secondo dopoguerra coltivò una intensa amicizia e sodalizio spirituale con Sorella Maria di Campello e aderì alla prima esperienza di Nomadelfia di don Zeno Saltini. Questo ultimo percorso fu interrotto dall'interdetto del suo Ordine. Negli anni Cinquanta e Sessanta fu protagonista del rinascimento spirituale fiorentino con il confratello David Maria Turoldo, don Lorenzo Milani, don Luigi Rosadoni, padre Ernesto Balducci, don Divo Barsotti, don Bruno Borghi, don Renzo Fanfani e altri. Anche questo percorso fu ostacolato e interrotto dalla gerarchia cattolica. Dal 1967 nel solco della più genuina tradizione servitana diede inizio a una nuova forma di vita monastica dedita al lavoro, all'accoglienza e alla preghiera nell'eremo di San Pietro alle Stinche presso Panzano in Chianti, nel Comune di Greve (FI) fino alla morte avvenuta nel 1984.
Tornando al seminario: i lavori sono stati aperti da Mariangela Maraviglia con una relazione sulla amicizia nel segno della “via della pura semplicità” fra il nostro e Sorella Maria di Campello, la quale sulle orme di Ernesto Buonaiuti, preconizzatore di un cristianesimo profondamente rinnovato, aveva fondato nel 1926 a Campello sul Clitunno, un eremo a cui si erano aggiunte altre compagne, chiamate “allodole”. Padre Giovanni fu affascinato da questa figura straordinaria della spiritualità del Novecento, amica di grandi cercatori di verità quali il suo mentore Ernesto Buonaiuti, ma anche di personalità altrettanto straordinarie quali Albert Schweitzer, Gandhi, Lanza del Vasto, don Primo Mazzolari.
Mariangela Maraviglia, che fra le altre cose ha pubblicato un corposo epistolario fra don Mazzolari e la Minore (così si faceva chiamare Sorella Maria), sulla scorta delle lettere che Padre Giovanni e la Minore si scambiarono (pubblicate dalla casa editrice della Comunità di Bose nel 2006) ha messo in rilievo i tratti salienti di questa amicizia fondamentale per la formazione del frate servitano, il quale ne assorbì la lezione principalmente incentrata sul pregare, accogliere, servire.
Suor Michela Marinello delle Suore Serve di Maria Riparatrice, ha relazionato soprattutto sul periodo fiorentino di Padre Giovanni. Periodo che va dal 1952 al 1964. Periodo che abbiamo chiamato del “rinascimento spirituale fiorentino”.
Suor Marinello si è soffermata con grande dovizia di particolari sulle iniziative caritative e culturali svolte dal Padre in collaborazione stretta con Turoldo all’interno della Santissima Annunziata di Firenze, con una particolare attenzione alla rivista dei padri servitani fiorentini nata molti anni prima come “La Santissima Annunziata”, divenuta in seguito “L’Attesa” e infine “L’Attesa del Regno”. Cambiamenti di nome che sottendono i duri scontri sui contenuti troppo avanzati della rivista con la gerarchia servitana (e non solo).
La seconda sessione del seminario si è svolta presso l’Eremo di San Pietro alle Stinche ed ha avuto come protagonisti quei confratelli di Padre Giovanni che insieme a lui hanno contribuito a far diventare l’Eremo quello che oggi è: un punto di riferimento per i cercatori di verità, un centro di meditazione, “una sosta di pace e di riflessione per ogni viandante che vi giunge, un posto dove l’ideale diventa realtà e dove la gioia è il frutto spontaneo” (queste ultime sono parole del Padre).
Padre Lorenzo Bonomi, che è stato fra i primi a seguire p. Giovanni alle Stinche e vi ha vissuto insieme per 17 anni (dal 1967 al 1984, anno della morte di Giovanni Vannucci) nella sua profonda e toccante testimonianza si è soffermato su come il Padre Servita intendesse la vita del monaco: vita da considerare come enorme opportunità (ma questo vale per tutti), come opera di servizio e di amore. Questa concezione della vita “permette [al monaco] di dischiudersi a tutte le forze divine operanti nel creato, per trasmetterla come dono di più vita, più amore, più gioia, più libertà a tutti gli esseri” (queste ultime sono ancora parole di p. Giovanni).
Ma non è semplice rendere con poche righe l’intensità dell’orazione che p. Lorenzo gli ha dedicato nella bella atmosfera della chiesetta dell’Eremo stracolma di partecipanti al seminario.
Lo stesso deve dirsi per la relazione di Padre Giancarlo Bruni dal titolo significativo “Rivisitazione di un incontro”. Un incontro avvenuto nel collegio dei Serviti di Firenze. Un incontro prima tra docente e studente quindi come confratelli a Firenze e alle Stinche. Un incontro ed una lezione appassionata su come diventare se stessi, scendere nel proprio profondo. Dall’immischiarsi nella pluralità degli altri, ritornare alla propria singolarità, ma riportare in se stessi il tutto. Uscire dal duale per entrare in una unità comunionale rispettosa della singolarità, con amore e libertà. Questo è il cammino di ognuno di noi sia che sia monaco o altro. Infatti ognuno di noi è frammento di luce che avanza verso la piena armonia.
Padre Giancarlo ha terminato il suo caldo intervento dal forte sapore sapienziale con un inno all’Eremo, anzi agli eremi, i quali devono moltiplicarsi. Gli eremi come piccole oasi di vita nuova filiale, fraterna, custode del creato, eterna rispetto alla morte.
La sessione delle testimonianze alle Stinche si è conclusa con l’intervento di un gruppo di ex studenti di medicina che nel 1965 chiesero a p. Giovanni un confronto sui temi della fede, della vita e dell’impegno sociale. Di quegli incontri Loretta De Nigris, purtroppo nel frattempo deceduta, aveva tenuto appunti e trascrizioni. Dalle trascrizioni è nato un piccolo quanto prezioso libretto dal titolo “Parole che cambiano la vita” pubblicato dalle Edizioni di Romena nel 2018. Hanno ricordato quegli incontri con commozione altri quattro ex-studenti ora medici in pensione: Mariangela Rumine, Monica Zorn, Gavino Macciocco e Rossella Seniori Costantini.
Arnaldo Nesti, direttore scientifico del Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo/CISRECO di San Gimignano, ha tratto le conclusioni della intensa giornata di studi sulla figura e sul messaggio di Padre Giovanni Vannucci sottolineando l’importanza di questo gigante dello spirito nel quadro più vasto di quello che ha chiamato “cattolicesimo inquieto fiorentino” della seconda metà del Novecento. Personalità che non solo ha meritato la attenzione datagli nella nostra giornata, ma che merita ulteriori scavi e approfondimenti che certo non mancheranno.
La parola finale è spettata a Padre Eliseo Grassi, il terzo frate servita che insieme a Lorenzo e Giancarlo tiene in vita l’Eremo di San Pietro alle Stinche davvero oasi di vita nuova e faro di luce per tutti noi. Eliseo ha sottolineato come le due sessioni di studio ci hanno fatto incontrare tante personalità che si sono incrociate con alcune precise vicende della via di p. Giovanni. Momenti e vicende magari da approfondire. Quello che senz’altro p. Giovanni ci ha lasciato è uno sprone a portare avanti il messaggio del Vangelo, messaggio sempre più vivo e attuale.
Giuseppe Picone
San Gimignano nella settimana di vigilia del Natale 2022
Da qui puoi scaricare la cronaca con foto (incorporate), a cura di Giuseppe Picone.
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