Il Movimento per la società di giustizia e per la speranza è intervenuto contro gli imputati che stanno nel Governo.Pubblichiamo una nota di Ezio Albrile, relativa a “una arcaica chiesa romanica e una stranissima cappella della Nostra Signora di Loreto meglio nota come «Chiesa dai Cinque Campanili»”, di fine XV secolo, corredata di illustrazione fotografica.Ci associamo alla richiesta del Movimento per la società di giustizia e per la speranza per l'abolizione delle inique leggi berlusconiane. Non si tratta di quella che Francesco chiama “conversione”, o “riforma perpetua”. Nel bellissimo scritto che segue, Raniero La Valle, si riferisce alla rivoluzione che papa Francesco “invoca per la società, e che lui chiama riforma finanziaria ed etica” e che “dobbiamo fare noi, i cittadini, uomini e donne amanti dell’umanità e della giustizia, credenti o non credenti che siamo”. Da Chiara Hillesum, riceviamo Ishah: la donna interiore. Una forma di vita eremitica è stata la scelta operata da Adriana Zarri, teologa, scrittrice e attenta osservatrice della nostra realtà politica ed ecclesiale, impegnata nelle grandi battaglie civili della storia recente del Paese.Una bella riflessione, di Ezio Albrile, a partire dalla ormai invisibile Cattedrale di Savona. Il potere dell’assenza, più incalzante della presenza, ha la natura del desiderio inappagato. E se l’arte figurativa esprime il senso silenzioso, l’«assenza», l’invisibilità della Cattedrale, esprime la sua realtà metafisica. Da Chiara Hillesum, riceviamo un saluto dal bosco. I nuovi cardinali di papa Francesco: molti vengono “dalla fine del mondo”, Bassetti è cardinale mentre sono fuori i ruiniani Nosiglia, Moraglia e Fisichella. La porpora a Loris Capovilla è un sicuro messaggio di fedeltà al Concilio.Trasmettiamo l’elegante e interessante commento di Ezio Albrile su quel che resta dell’antica Abbazia di Sant’Albino a Mortara (PV), che non è poca cosa se si considera una “magnifica abside che nei secoli ha ospitato dipinti di varia natura”. Tra questi ve n’è uno, attribuito a Giovanni da Milano, sul quale Albrile intesse il suo commento.